Segnalazioni...


ENERGIA

Il Piemonte sceglie le energie rinnovabili. No al nucleare

Lo afferma la “Relazione programmatica sull’energia” della Giunta regionale.

http://www.girasoleonline.org/articolo.asp?id=196


POLITICA

La strategia della lumaca

Pubblicato un “manifesto” per "uscire subito dal capitalismo e da ogni sorta di produttivismo

http://www.girasoleonline.org/articolo.asp?id=193


SOCIETÀ

Immigrati irregolari: badanti e operai

Rapporto Naga sull’immigrazione iregolare

http://www.girasoleonline.org/articolo.asp?id=215


Influenza: cosa possiamo aspettarci? di Pierluigi Cazzola

Riflessione, perplessità e dubbi sul vaccino A/H1N1

http://www.girasoleonline.org/articolo.asp?id=206



Coppie di fatto... diritti & doveri...


CLIKKA sulla locandina x ingrandirla.

Terra del rifiuto...


Prossime serate promosse dal Movimento VALLEDORA.

Moncrivello -giovedì 3 dicembre- ore 21, PROIEZIONE, salone ex Acli, scalinata per la chiesa-in collaborazione con il comune di Moncrivello: “VALLEDORA . LA TERRA DEL RIFIUTO”
Livorno Ferraris- 10 dicembre- ore 21, Auditorium, serata informativa sulla situazione cave: cosa sono gli inerti? Con Pronatura Piemonte, Comitato “Livorno per tutti”, Comitato “No inceneritore-no inquinamento”
Torrazza Piemonte- 11 dicembre- ore 21, Biblioteca civica, proiezione con la collaborazione del gruppo Ira e Prometeus.

www.movimentovalledora.org

"Mi hanno ammazzato di botte"...


«Mi hanno ammazzato di botte i carabinieri. Tutta la notte ho preso botte». «Perché?». «Per un pezzo di fumo». «Ti hanno fatto questo?», «Sì». La lettera da cui è tratto questo dialogo, consegnata al senatore dell'Idv, Pedica, attivissimo sul caso Cucchi, è uno spaccato commovente di solidarietà tra ultimi. E forse è una prova dirimente sulla mancanza di pietà e sulla negazione dei diritti toccate a un ragazzo di 31 anni arrestato dai carabinieri, forse interrogato "a morte" (come titolò questo giornale), giudicato inadatto ai domiciliari da una giustizia che non s'accorse del suo viso gonfio di botte, seppellito nel buco nero della medicina penitenziaria, dietro a un muro di gomma presidiato dalla polizia carceraria che ha impedito contatti tra lui e la famiglia, tra lui e l'avvocato di fiducia. Stefano è morto paralizzato dentro un letto di ospedale con la schiena spaccata dalle botte, aveva indosso gli stessi vestiti di quando era stato arrestato, sei giorni prima.
Di seguito la lettera appena depurata dai principali errori di lingua.
LEGGI il resto dell'articolo dell'Osservatorio contro la repressione, clikkando su:
http://www.osservatoriorepressione.org/2009/11/stefano-cucchi-disse-tutta-la-notte.html

Ritratti del 900...


RITRATTI DEL NOVECENTO: GIORGIO ALMIRANTE...

CHIVASSO - Poco alla volta cominciamo a sapere che cosa è stato l’evento chivassese "Marinetti: 100 anni di futurismo", cui gli studenti delle scuole superiori hanno assistito il 23 ottobre scorso al Teatrino civico. Più che una rappresentazione teatrale, è stata una lezione, o conferenza, o narrazione, tenuta dall’autore Giuseppe Puppo, inframmezzata da letture affidate all’attrice Sandra Maggio: dal Manifesto del 1909 ai versi scritti da Marinetti nel 1944 e intitolati Quarto d’ora di poesia della X Mas, la milizia che sei mesi prima aveva impiccato sulla piazza del Municipio di Ivrea un partigiano che «aveva tentato con le armi di colpire la Decima» (questa la scritta sul cartello al collo del partigiano).

Dunque il Signor Puppo ha impartito agli studenti qualcosa di simile ad una lezione di storia e letteratura. E lecito dunque chiedersi quali siano le sue credenziali di «docente». Un insegnante imparziale, per quanto è possibile esserlo, oppure no? Un insegnante che espone in modo completo, per quanto possibile, vita e opere dei suoi personaggi, o che trascura gli episodi che li mettono in cattiva luce? Domande lecite, considerando che egli non nasconde le sue intenzioni «pedagogiche», enunciate nella introduzione ai Ritratti del Novecento pubblicati sul suo sito. Qui si duole della «progressiva perdita dei valori fondanti della politica» e della «povertà ideale che si riscontra…soprattutto nelle giovani generazioni, che per lo più non trovano niente in cui credere». E si propone di sottrarre all’oblio idee e opere di alcuni uomini vissuti tra Ottocento e Novecento: «Questo libro è una provocazione, perché, all’inizio del nuovo secolo e del nuovo millennio, recupera motivi e personaggi forti e fondanti, che hanno attraversato il secolo appena finito con le loro idee e le loro opere e che non possono scomparire certo proprio adesso…». I personaggi sono Almirante, Alvino, Brasillach, Cardarelli, Cėline, Codreanu, D’Annunzio, Eliade, Evola, Gentile, Jünger, La Rochelle, Longanesi, Marinetti, Nietzsche, Pasolini, Evita Peron, Pirandello, Pound, Solgenitsin, Ungaretti.

Per comprendere se il nostro educatore è imparziale e completo, possiamo imboccare la strada più semplice, e cioè esaminare il modo in cui illustra vita, idee e opere di un personaggio noto: Giorgio Almirante. Colpisce subito un dato: Puppo racconta con abbondanza di particolari la vita di Almirante successiva al 1945, ma non quella precedente. Per la precisione, alla vita precedente dedica solo undici parole all’interno di questo passo: «Nato a Salsomaggiore, nel 1914, giornalista a Roma e poi capo di gabinetto del ministro Mezzasoma durante la Repubblica Sociale Italiana, Giorgio Almirante cominciò ad attraversare le piazze d’Italia da clandestino, nell’immediato Dopoguerra, per sfuggire all’epurazione e all’arresto, se non peggio». Ne viene l’immagine di un uomo perseguitato per le sue idee, dopo il 1945, da quella che dovrebbe essere una Repubblica democratica garante della libertà di pensiero. Perché Puppo non racconta anche la vita precedente di Almirante? Nella quale più che un perseguitato fu un persecutore? Vi sono almeno due episodi che non dovrebbero venire taciuti in una biografia equilibrata. Il primo riguarda l’antisemitismo di Almirante: fu tra i firmatari del Manifesto della razza del 1938 e collaborò tra il 1938 e il 1942 alla rivista «La difesa della razza». A chi riteneva che diventando antisemita il fascismo italiano copiasse il nazismo, Almirante replica rivendicando il carattere genuinamente italiano e fascista del razzismo: «Il razzismo è il più vasto e coraggioso riconoscimento di sé che l’Italia abbia mai tentato»; «Noi vogliamo essere, e ci vantiamo di essere, cattolici e buoni cattolici. Ma la nostra intransigenza non tollera confusioni di sorta […] Esclusivamente e gelosamente fascisti noi siamo nella teoria e nella pratica del razzismo». Il secondo episodio riguarda l’attività antipartigiana di Almirante. Nel 1943 aderì alla Repubblica di Salò. Come capo di gabinetto del ministro della cultura popolare Mezzasoma nell’aprile 1944 firmò il manifesto nel quale si stabiliva la pena di morte per i partigiani che non si fossero arresi entro il 25 maggio: «Tutti coloro che non si saranno presentati saranno considerati fuori legge e passati per le armi mediante fucilazione nella schiena… p. il Ministro Mezzasoma - Capo Gabinetto Giorgio Almirante».

Nel sito si legge che il Signor Puppo sarà nuovamente a Chivasso in gennaio. Non so se le sue rappresentazioni saranno patrocinate e finanziate dal Comune e da altre istituzioni locali, come è avvenuto per lo spettacolo del 23 ottobre. In tal caso mi chiedo se l’Amministrazione non farebbe meglio a spendere il denaro pubblico per chiamare a Chivasso conferenzieri che garantiscano maggior completezza ed equilibrio di insegnamento.

Piero Meaglia.

Alta Velocità...alta confusione...


Il vero problema è che una linea ad Alta Velocità (AV) DEVE servire a tutti, e non solo ad un certo tipo di "clientela". Il concetto tedesco di AV è quello di utilizzo MISTO, ovvero per tutti. Ma questa filosofia non sta nei "cromosomi" delle FS, che da sempre distinguono i livelli "passeggeri" e "locale", e a nulla lasciano ben sperare le dichiarazioni dei vertici e di Moretti in particolare. Ora, la politica di FS per la TAV è quella di servizi specializzati per un particolare tipo di clientela, ma è letteralmente una politica suicida visti gli alti costi che la realizzazione (e l'esercizio) TAV comportano.
A dimostrazione di tale politica, basti sapere che l'elettrificazione a 25Kv, invece dei consueti 3Kv del resto della rete, ne rende impossibile l'utilizzo al materiale rotabile ordinario.
Un secondo problema è il segnalamento, che sulla linea AV è differente da quello delle linee ordinarie e comporta un costo, per installarlo sulle locomotive in essere, di alcuni milioni di euro ciascuna.

D'altra parte, gli ETR 500 hanno grossi problemi, come denunciato nel libro "Fuori orario" di Gatti, a percorrere le linee ordinarie, perchè è come utilizzare una Ferrari in centro città: si imballa, riscalda e usura molto di più...
Per non parlare che i disguidi sulla rete ordinaria, antiquata e mal gestita, comportano.
Ma, a parte i problemi tecnici derivanti dall'impostazione progettuale, un utilizzo "misto" delle linee AV "disturberebbe" questa nuova offerta TAV, tanto che, sulla direttissima Firenze-Roma, linea mista da 250 km/h, sono stati progressivamente espulsi i treni ordinari, a cominciare dai regionali e dagli IC che dall'Umbria portano i pendolari a Roma.

Un utilizzo "misto" comporterebbe in teoria anche l'utilizzo da parte dei treni merci, ma anche qui ci sono problemi anche maggiori relativi alla compatibilità del materiale rotabile con la linea, ed in più il pedaggio, mi pare anche tre volte superiore alle linee ordinarie. In ogni caso, l'utilizzo da parte delle merci delle linee AV è la classica foglia di fico (il cd progetto AV/AC di cui non si parla più...), e penso che non vedremo MAI neppure un treno merci sulle linee AV.

Invece in Francia le linee TGV sono esclusive per i treni passeggeri, ma TUTTI i servizi sono gestiti da una flotta TGV che è in grado di funzionare bene sia sulle linee AV che sulle linee ordinarie, senza differenze tariffarie per il passeggero.

In sostanza, SOLO un utilizzo ESTENSIVO della linea AV consentirebbe di ammortizzare i costi, dirottandovi TUTTI i treni che è possibile dirottarvi, e fornendo SODDISFAZIONE a tutte le categorie di utenti. Ciò non avviene per problemi tecnici derivanti dall'impostazione progettuale e "commerciali". Le due cose, ovviamente, interagiscono.
Infine, Trenitalia non può ORA fare neanche un treno in più perchè NON dispone neppure della flotta necessaria, che, come è noto, richiede anni per essere realizzata.
La proposta del progetto dei pendolari di Chivasso è assolutamente sensata, e l'on. Anna Donati ad un convegno ha anche dichiarato che la linea MI-TO sia stata pensata per questo in sede di commissione trasporti alla Camera, a suo tempo. Peccato che manchino alcune pre-condizioni di tipo tecnico, commerciale e, non ultimo, politico. Dubito che sarà mai possibile venirne a capo, in quanto occorrerebbe una rivoluzione politico-culturale di tale livello da far impallidire tangentopoli.
Ci possiamo però sempre tentare, almeno di far venire alla luce lo scandalo AV, e a tal fine occorre unire le forze.
L'obiettivo comune su cui lavorare mi sembra individuato: TUTTI i treni devono poter percorrere le linee AV, perchè TUTTI gli utenti ne devono trarre giovamento.
Ma, ripeto, ciò comporta che i nodi tecnici, commerciali e politici vengano al pettine. Insomma, occorre fa scoppiare lo scandalo.

Giorgio Dahò
Coordinamento dei Comitati Pendolari Regione Lombardia.

Una lettera sul S.I.C. (Sito di importanza comunitario)...


Dott. Nicola De Ruggiero

Assessore all’Ambiente

Regione Piemonte

Via Principe Amedeo 17

10123 Torino

Dott. Giovanni Assandri

Settore Pianificazione e Gestione Aree Protette

Regione Piemonte

Via Nizza 18

10121 Torino

Oggetto: Sito di importanza comunitaria (SIC) “Bosc Grand e Bosco del Vaj” dei Comuni di Casalborgone, Castagneto Po e Rivalba (Provincia di Torino).

Risulta alla scrivente Associazione che i Comuni sul cui territorio si trova il SIC "Bosc Grand e Bosco del Vaj" hanno avanzato, o intendono avanzare, alla Regione Piemonte richieste di riduzione dell'area sottoposta a vincolo.

Riteniamo opportuno richiamare l’attenzione su una problematica che siamo certi sia ben nota all’Assessorato regionale in quanto l'area attualmente definita come SIC risponde alle esigenze di tutela ambientale e di corretta protezione dell'habitat e delle specie segnalate nella Direttiva Habitat a seguito della quale è stato a suo tempo creato il SIC, ampiamente descritto alle pagine 56/59 del pregevole volume “I siti d’importanza comunitaria” recentemente edito dalla Regione Piemonte.

Riteniamo pertanto indispensabile ai fini della conservazione di tali habitat che la perimetrazione attualmente vigente venga mantenuta e conservata senza ulteriori modifiche.

A disposizione per ogni ulteriore chiarimento, ringraziamo per l’attenzione e porgiamo cordiali saluti.

Il Presidente di PRO NATURA PIEMONTE

Emilio Delmastro.

Un accordo vergognoso...

PRESIDIO: LUNEDÌ 30 NOVEMBRE ORE 16

TORINO in Piazza PALAZZO DI CITTÀ, 1.

STABILIZZAZIONI: 180 GIORNI DI SERVIZIO X 3 ANNI!

Il Comune di Torino, venerdì 24 novembre, su mandato della Curia, ha firmato con Cgil, Cisl, Uil e Csa un vergognoso accordo, che mira a stabilizzare entro dicembre 2009 le insegnanti di religione cattolica, nonostante la sentenza del TAR n°161/2008 abbia dichiarato queste figure non in possesso dei titoli di servizio. Il loro servizio infatti non è equivalente, quindi "non considerabile", a quello svolto dalle educatrici e dalle insegnati assunte dalle graduatorie comunali. Inoltre molte di loro non hanno le necessarie abilitazioni che il profilo richiede, e ancor meno le specializzazioni necessarie per l'assistenza all'handicap a cui sarebbero destinate per il completamento dell'orario di servizio, dopo quello religioso. Al contrario il Comune e le OOSS firmatarie dell'accordo promettono concorsi tra due anni per coprire le carenze di organico, oltre 250 unità!

Ma in questi anni altri Comuni, come Bologna e Napoli, hanno stabilizzato le educatrici dei nidi e le insegnati delle materne considerando come criterio di servizio quello di anno scolastico, già in vigore nella scuola statale: 180 giorni di servizio prestato in ogni anno solare!

Queste informazioni sono disponibili sui siti delle Amministrazioni comunali! È possibile credere che il Sindaco di Torino presieda l'ANCI e contemporaneamente sia all'oscuro di questi dati? È credibile ritenere che le OOSS firmino accordi con i requisiti dei 180 giorni a Bologna e Napoli e non sanno conteggiare il servizio necessario per stabilizzare le educatrici di Torino?

VOGLIAMO SUBITO L'APERTURA DELLE STABILIZZAZIONI CON I CRITERI DEGLI ALTRI COMUNI: 180 GIORNI PER ANNO SOLARE! FERMATE SUBITO QUESTA VERGOGNOSA INGIUSTIZIA, CHE PENALIZZA I PRECARI E VIOLA IL DIRITTO DELLE FAMIGLIE A UN SERVIZIO LAICO E DI QUALITÀ .

Coordinamento precari Nidi e Materne Comune di Torino

precarinidimaterne.to@gmail.com

Il decreto che privatizza l'acqua riguarda anche i rifiuti. Qualche domada che ci riguarda da vicino


Forse in pochi si sono accorti che il decreto che privatizza la gestione dell’acqua coinvolge anche i consorzi di gestione dei rifiuti. La norma di fatto dice che la gestione dei servizi di raccolta rifiuti deve passare con bandi pubblici. Di fatto è l’abolizione dei servizi “in House” e mi pare di capire, la fine di Seta.
In quest’ottica come sarebbe possibile che sia Seta a indire le gare?
Di fatto quindi, Seta diventa un’azienda come le altre che per gestire i servizi di raccolta deve vincere la gare che qualcun altro indice.
Ora questo qualcun altro, almeno da noi, dovrebbe essere il Consorzio di bacino 16.
Peccato che questo consorzio non abbia la struttura per fare le gare e per gestirne il controllo successivamente.
Ad oggi mi risulta che sia una struttura molto leggera con un impiegato ed una segretaria. L’unica cosa che questo Consorzio ha fatto, almeno per quello che ho potuto capire dalle scarne notizie di stampa, è che il consorzio dovrebbe aver assorbito una parte del debito di Seta. Quest ultimo, frutto dei mancati pagamenti di quote importanti della Tia, nei comuni dove questa è stata applicata, Viene scaricato sul Consorzio, non si capisce in base a quale principio.
Quando Seta ha avuto le deleghe da parte dei comuni per la gestione dei servizi si è anche assunta un pericolo di impresa, e la scelta di internalizzare la riscossione è stata presa da Seta autonomamente, non a seguito di obblighi legislativi. Esposito, che all’epoca dirigeva l’azienda si è spesso fatto vanto di queste politiche aziendali.
Peccato che i risultati siano stati deleteri, e che ora Seta sia alle soglie del fallimento. Mi risultano stipendi pagati in ritardo, pagamenti ai fornitori di servizi con ritardi mostruosi (8/9 mesi), ristrutturazione interna che ultimamente ha visto cadere anche il vertice, nella frenesia della crisi.
Insomma un pasticcio, che vedrà i cittadini costretti a dover pagare gli errori di gestione di questi aspiranti manager, che in più, quando la nave affonda sotto i debiti, vengono premiati con un posto in parlamento.

Su questa situazione ho però alcune domande che aspettano risposta:
1- E’ vero che il Consorzio di Bacino 16 ha assorbito parte del debito di Seta?
2- A che titolo ciò è stato fatto?
3- Chi pagherà questo eventuale debito?
4- Il consorzio ha le risorse per indire bandi e gare per i servizi di raccolta rifiuti?
5- Visto il cambio di normativa un Comune può rescindere il contratto con Seta?
6- Esiste un piano di ricollocazione di Seta sul mercato?
7- Ha ancora senso, in questo quadro normativo che Seta sia a capitale pubblico?
8- Quanto ha perso in valore di mercato Seta, vista la perdita del monopolio di gestione dei rifiuti nel bacino 16?

Massimo Zesi

Una importante serata antifascista...


MONTANARO - Importante e riuscita iniziativa venerdì sera a Montanaro contro il tentativo dell'amministrazione di destra del paese canavesano di intitolare una via al fascista Giorgio Almirante. Al di là del fatto singolo dell'episodio montanarese, nel corso della serata tenutasi nella sala pubblica " Cà Mescarlin", i relatori hanno fatto il punto sui vari tentativi messi in atto nei nostri territori come a livello nazionale, di sdoganare definitivamente personaggi sconfitti dalla storia, ma che una linea politica che viene da lontano sta cercando di inculcare in modo piu' o meno sottile, in particolare sfruttando questo specifico periodo storico che vede ampi strati sociali, e in particolare settori giovanili, vivere la quotidianità con una impressionante carenza di valori positivi. Dal caso di Montanaro, all'analogo (respinto) tentativo di intitolare un ponte al carnefice Almirante a Cuorgnè, ai tentativi piu' sofisticati al limite della manipolazione nei confronti di classi di studenti chivassesi, spettatori di poesie inneggianti alla "X-Mas" nel contesto di una iniziativa "culturale" promossa dal locale vicesindaco di An: questi alcuni esempi locali. E a livello nazionale la musica non cambia... Per questo serate di informazione come quella di Montanaro sono importanti e da ripetere sui territori, per ritornare ad essere protagonisti e consapevoli della nostra storia. Alla serata hanno partecipato il segretario regionale di Rifondazione Comunista Armando PETRINI, che ha sottolineato il parallelismo della situazione montanarese con altri casi similari di inquietante sdoganamento da parte delle amministrazioni del centrodestra ed il giornalista milanese Saverio FERRARI. Quest'ultimo, grande conoscitore dei fenomeni legati alle nuove destre radicali, ha citato con dovizia di particolari la sequela di episodi che, nell'ultimo ventennio, hanno dato linfa a questo revisionismo all'italiana, fatto di rimozioni e di leggerezze nei confronti delle verità storiche sugli avvenimenti che si sono succeduti dalla caduta del fascismo ad oggi. Il segretario del locale circolo PRC, Silvano RAISE, ha dato l'appuntamento a tutti per una inizativa pubblica da tenesrsi in concomitanza, il 12 dicembre prossimo, con il quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana a Milano, data simbolo dell'inizio della strategia della tensione e fonte di innumerevoli casi politico-giudiziari intrecciati a depistaggi vergognosi.
Spartako.

Salotto?

Quando ho visto iniziare i lavori in piazza del Municipio ho pensato che, finalmente, la piazza sarebbe diventata il "salotto" della città e dei cittadini, senza auto e furgoni parcheggiati. Finiti i lavori la piazza si presenta con una fontana messa da una parte e l'altra parte destinata a parcheggio. Il "salotto" è diventato parcheggio e la fontana non è stata costruita al centro della piazza. Sacrificare la posizione della fontana per inserire un parcheggio è stata una decisione difficile da capire. Se poi si va a vedere tutto il via vai di auto vicino al Municipio si comprende che era meglio rivalutare la piazza e tenere lontane le auto in sosta che non conoscono l'importanza della piazza e dell'edificio storico del Comune.
Marbert.

Appuntamento...

La Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci e l'Istituto di studi storici Gaetano Salvemini promuovoni l'incontro: "LA NUOVA BERLINO"
Il ruolo delle politiche culturali per le trasformazioni urbanistiche, economiche e sociali della città.

Lunedì 30 novembre – ore 16,00 – 19.30
Circolo dei Lettori
Palazzo Granieri della Roccia
Via Bogino, 9 – Torino

La straordinarietà dell'evento storico rappresentato dall'abbattimento del muro di Berlino è stata seguita da un'altrettanto straordinaria stagione di creatività progettuale e gestionale che la nuova amministrazione unificata della città seppe mettere in campo negli anni successivi. E' grazie a tale attività che il volto attuale di Berlino si presenta come un autentico laboratorio di esperienze innovative che toccano ogni aspetto della società.
Muovendo dal confronto di un responsabile della pianificazione strategica di Berlino e di uno studioso italiano di piani strategici, si esamina in particolare il ruolo delle politiche culturali nella trasformazione urbanistica, produttiva e di accoglienza sociale della città.
In questo ambito appare emblematica la rinascita di una significativa presenza ebraica nella città, in forme inedite rispetto al passato.

con: Gianni OlivaAssessore alla Cultura della Regione Piemonte
Jessica Kraatz MagriDirettore Goethe-Institut Turin

Ugo Peronegià Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Berlino – Università del Piemonte Orientale – Assessore alla Cultura della Provincia di Torino.

Rainer KlemkeResponsabile per i monumenti commemorativi al Senato della cultura di Berlino
Ulrich Peltzer – Scrittore berlinese e pubblicista ("Der Tagesspiegel")
Paolo PerulliUniversità del Piemonte Orientale
Silvio CustozaPolitecnico di Milano, Esperienze comparate di produzione di cultura e trasformazioni urbanistiche
Rita CalabreseUniversità di Palermo, La rinascita di una presenza ebraica nella città di Berlino.

Si lamentano del disastro...

Non mi sembra che esiste nella UE un Paese con il Presidente del Consiglio che è uno dei signori più ricchi del mondo, proprietario di TV, giornali e una famosa squadra di calcio, con il suo avvocato di fiducia che è anche parlamentare e una marea di veline che gli girano intorno come stelle cadenti. Di sicuro si tratta di un caso tipicamente italiano. Ma perchè è accaduto tutto questo? La causa non va cercata nella simpatia del Cavaliere, visto che è stato eletto da tanti cittadini la causa va cercata negli avversari politici che non riescono a proporre delle persone nuove e più credibili. Sembra un paradosso, ma la vittoria di PDL e Lega viene garantita da PD e Sinistra. A questo punto Berlusconi può stare tranquillo perchè le sue campagne elettorali vengono fatte dai suoi avversari.E gli elettori? Come al solito scelgono il danno minore, anche se poi si lamentano del disastro.
Marbert.

Contaminazione...


Nuova contaminazione radioattiva nei pressi del comprensorio nucleare di Saluggia. Lo sostiene Legambiente, in base ai rilievi effettuati dall'Arpa.

Legambiente denuncia una contaminazione di "parecchie migliaia di Becquerel al chilogrammo" a soli duecento metri dalla Dora Baltea, nel sottosuolo, dove scorre una condotta di scarico ormai inutilizzata del deposito Avogadro. "La relazione presentata dall'Arpa lo scorso 18 novembre - sostiene il responsabile energia di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, Gian Piero Godio - riporta che nella condotta di scarico degli effluenti radioattivi, all'esterno dei siti nucleari, si è avuta evidenza visiva della perdita della condotta"."Auspichiamo che vengano al più presto accertate le responsabilità di quanto accaduto", aggiunge la presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, Vanda Bonardo, che torna a chiedere la "chiusura del comprensorio nucleare di Saluggia", dove sono stoccati i due terzi dei rifiuti radioattivi di tutta l'Italia. Sulla contaminazione, oggi (ven.27) a Saluggia , è prevista una riunione aperta della Commissione Ambiente del Comune.
www.aamterranuova.it

Appuntamento...


Il circolo del Chivassese di Sinistra e Libertà convoca una conferenza stampa per Domenica 29 Novembre, alle ore 11.00, presso la Sala del Consiglio Comunale di Chivasso, in P.zza C.A. Dalla Chiesa.

Durante la conferenza stampa verranno presentati il Circolo del Chivassese, la Carta dei Valori che gli aderenti si sono dati e le prossime iniziative che Sinistra e Libertà intende attivare sul territorio.

Oltre la barbarie...


OLTRE LA BARBARIE, PER IL RISPETTO E PER UNA POLITICA NON REPRESSIVA SULLE DROGHE.

PRESIDIO A TORINO IL 1 DICEMBRE DALLE ore 9.00
in CORSO STATI UNITI 23.

TORINO - Nei giorni 1 e 2 dicembre, a Torino si tiene la Conferenza delle Regioni e delle province Autonome "La governance nel settore delle dipendenze". E' un appuntamento istituzionale da cui chi come noi - operatori, associazioni, consumatori - è stato colpito e deluso dalle scelte ideologiche e autoritarie della Conferenza governativa di Trieste, si aspetta almeno un segno di ragionevolezza in controtendenza, un dibattito aperto, pragmatico e plurale attorno alle politiche e alle pratiche in tema di consumi e dipendenze. Le stesse Regioni si sono più volte scontrate con il governo su questi temi, sono state anche fortemente penalizzate nella conferenza nazionale, servizi e operatori del pubblico sono stati ridicolizzati e umiliati dal Dipartimento di Giovanardi, alcune politiche - come la riduzione del danno - che molte Regioni praticano e sostengono, sono state addirittura cancellate dal vocabolario governativo. Tuttavia e nonostante questo, nessuna sede istituzionale - nemmeno le Regioni - ha ancora ritenuto indispensabile una seria valutazione degli esiti della legge e dell'approccio repressivo, ed anzi, chi prova a studiare questi esiti viene zittito e umiliato, come accade al gruppo di ricercatori universitari che ha analizzato l'applicazione della Fini Giovanardi.
E' proprio questo scenario, fatto di arroganza istituzionale, di approcci criminalizzanti, di enfasi punitiva e insieme di ideologismi, a permettere e incentivare il più pieno arbitrio, la peggior ferocia istituzionale, la totale mancanza di qualsiasi rispetto per i consumatori, a calpestarne diritti,dignità, vita.

La morte di Stefano Cucchi non è che una e l'ultima di tante morti e di tante offese al diritto e ai diritti: non un caso isolato, ma l'ovvia conseguenza di uno stigma, di un disprezzo, di una criminalizzazione che fanno dei consumatori di droghe delle non-persone, degli invisibili.

Contro ogni ipocrisia, noi sappiamo che la barbarie non è un accidente, ma si costruisce: con le leggi punitive, le immagini mass mediate, un senso comune pompato e strumentalizzato. E' così che un agente si sente autorizzato a pestare, e un medico a non curare. E' così che si ammazza. Ed è anche così che accade che una politica ragionevole ed efficace come la riduzione del danno faccia paura: perché la sua efficacia si basa sulla dignità, sulla consapevolezza e sul rispetto Parole che l'attuale politica sulle droghe non conosce.
Per questo, al presidio del primo dicembre, lottiamo - insieme - contro la barbarie degli omicidi degli "invisibili", e per una politica ragionevole che al centro metta il RISPETTO e non il codice penale. E' questo il solo modo per interrompere l'ormai infinito elenco dei morti, dei suicidi, degli incarcerati, degli umiliati. Il solo modo che conosciamo di "governare" consumo e dipendenze.
Primi promotori: COBS - Coordinamento degli operatori dei servizi a bassa soglia del Piemonte; Rete Socialeinmovimento; InfoShock-Gabrio; Associazione Isola di Arran; Giornale di strada "Polvere".

Il libro del mese...gennaio 2010...





 Angelo d’Orsi
"Il futurismo tra cultura e politica.
Reazione o rivoluzione?"

Salerno Editrice, 2009 - euro 18.

Recensione a cura di Piero MEAGLIA.


Nel 2009 ricorreva il centenario del Manifesto del futurismo di Filippo Tommaso Marinetti. Il manifesto in cui si definisce la guerra «sola igiene del mondo» e si predica «il disprezzo della donna». I rapporti tra gran parte dei futuristi e il fascismo sono un dato acquisito dalla storiografia. Tuttavia, già in un articolo comparso il 19 marzo sul quotidiano torinese  «La Stampa», Angelo d’Orsi metteva in guardia da ciò che sarebbe accaduto: una gran quantità di celebrazioni, nelle grandi e nelle piccole città, e una rivalutazione del futurismo che si sarebbe accompagnato alla dimenticanza delle sue compromissioni con il mussolinismo. Un altro segno del revisionismo storico in corso. Il sottotitolo dell’articolo era: «Ma il futurismo non era un gioco. L'anniversario celebrato con grottesca goliardia: dimenticati il culto della violenza e il fascismo».
Studioso di Gramsci, d’Orsi ne ha ben presente il giudizio sui futuristi: «rivoluzionari nell’arte, reazionari in politica». Ci pare che egli stabilisca il rapporto tra futurismo e fascismo in due modi. Uno diretto, mediante il quale con fatti e scritti documenta lo stretto legame tra i due movimenti. E uno indiretto, mediante il quale dimostra come il futurismo, con il suo culto della guerra, faccia parte di un più ampio schieramento il cui carattere principale è il nazionalismo, e nel quale confluiscono, oltre ai futuristi, i nazionalisti in senso stretto, gli arditi, i mussoliniani e altri gruppi. Uno schieramento che diviene man mano un grande movimento reazionario che mira ad abbattere il socialismo e la democrazia: e con l’avvento del fascismo ci riuscirà.
Il volume contiene in appendice centoquaranta pagine di testi di Marinetti e di altri futuristi. Non abbiamo dunque che l’imbarazzo della scelta.
Riguardo al rapporto diretto con il fascismo, fanno testo titoli come i seguenti: Discorso al I Congresso dei Fasci di combattimento (1919), Opinioni sull’arte fascista. L’arte fascista futurista (1927), Definizione dello squadrista (1939), e il famigerato, e qualche mese fa declamato ai chivassesi nel teatro nobile della città, Quarto d’ora di poesia della X Mas (1944). E fanno testo discorsi e scritti come questi: «I futuristi italiani […] dicono al loro vecchio compagno Benito Mussolini: con un gesto di forza ormai indispensabile liberati dal parlamento […] Schiaccia l’opposizione clericale anti-Italiana di Don Sturzo, l’opposizione socialista anti-Italiana di Turati e l’opposizione mediocrista di Albertini» (1924). E «in carcere con Mussolini nel 1919 a Milano per attentato fascista alla sicurezza dello Stato e organizzazione di bande armate […] noi Futuristi siamo lieti di salutare nel Duce un meraviglioso temperamento futurista. Con Mussolini il fascismo ha ringiovanito l’Italia (1933)».
Riguardo al rapporto indiretto con il fascismo, quello che passa attraverso la comune appartenenza al vasto e composito movimento nazionalista, d’Orsi ricorda che Marinetti manifestò la sua passione per la guerra per tutta la vita, non solo quando nel 1909 proclamò la guerra «sola igiene del mondo». Non perse alcuna occasione: esaltò la guerra di Libia (1911), fu interventista nel 1915, celebrò le guerre d’Africa dell’Impero (1935), nel 1942, a 65 anni, partì volontario per la Russia, e la notte prima di morire, tra il 1° e il 2 dicembre 1944, scrisse l’inno alla guerra antipartigiana delle milizie repubblichine componendo i versi in lode della X Mas. Due citazioni per tutte. Corrispondente di guerra in Libia esclama: «V’invidio, v’invidio, obici danzanti e pazzi! […] oh, come deve essere bello far saltare così le innumerevoli schegge del proprio corpo metallico negli occhi, nel naso, nel ventre orribilmente aperto dei nemici!». Nel 1935 scrive un Invito alla guerra africana: «Questa guerra africana è: 1) il modo più sintetico per riassumere oggi la propria vita servendo la nuova Italia di Mussolini; 2) la più schietta precisatrice dei nostri valori spirituali; 3) la nostra più bella velocità simultaneità umana; 4) l’interpretazione perfetta dell’africanismo ardore lirico della nostra penisola; 5) la più abile intensificatrice di tutti i nostri piaceri; 6) lo sport integrale, ecc.».
Molti fili collegano questo libro al resto della produzione intellettuale di Angelo d’Orsi. Vi ritroviamo infatti i temi a cui ha dedicato gran parte dei suoi studi: il nazionalismo, il fascismo, la guerra e la condotta degli intellettuali di fronte a questi avvenimenti. Ne citiamo alcuni. Nel 1971 pubblica La macchina militare e l’anno seguente La polizia (entrambi da Feltrinelli). Nel  1981 cura e introduce l’antologia I nazionalisti (Feltrinelli) e nel 1988 dà alle stampe Le dottrine politiche del nazionalfascismo 1896-1922 (Alessandria, wr editoriale). Dalla rielaborazione di queste due opere è nato Da Adua a Roma. La marcia del nazionalfascismo 1896-1922 (Torino, Nino Aragno editore, 2007), nel quale esprime la convinzione che «il nazionalismo sia la più forte ideologia politica del Ventesimo Secolo, i cui risultati esecrandi si allungano, cupamente, sul Ventunesimo: più che mai oggi assistiamo ai guasti e agli ulteriori rischi di quel processo di creazione delle nazioni, di cui è responsabile il nazionalismo, con il corredo di vera invenzione di tradizioni, di nobilitazioni di dialetti a "lingue" nazionali, di creazione di confini».
Intanto era iniziata la sua ricerca sul comportamento degli intellettuali in momenti cruciali della storia italiana del secolo scorso: La cultura a Torino tra le due guerre (Torino, Einaudi 2000) e Intellettuali del Novecento italiano (Torino, Einaudi, 2001), e la raccolta di saggi Allievi e maestri. L’Università di Torino nell’Otto-Novecento (Torino, Celid, 2002). Tre anni fa esce I chierici alla guerra. La seduzione bellica sugli intellettuali da Adua a Baghdad (Torino, Bollati Boringhieri, 2007). D’Orsi vi «indaga e racconta la seduzione esercitata dalla guerra sugli intellettuali italiani» […]. Ripercorre la storia di questa «fascinazione», che «passa per Adua (1896), la campagna di Libia (1911-1912), dalla battaglia per l'intervento nella Grande guerra alle esaltazioni per l'Etiopia e la "conquista dell'Impero", e alla Seconda Guerra Mondiale». Che non si arresta al termine del grande conflitto mondiale, ma continua nelle guerre calde della guerra fredda «fino alla guerra infinita post-1989»: la guerra del Golfo, i Balcani, l’Afghanistan, l’Irak. Il bellicismo  ha raggiunto le sue forme più deliranti nella stagione degli "esteti armati" di destra (da Marinetti a d'Annunzio)». Ma ha contagiato anche intellettuali democratici e progressisti (da Salvemini e Bissolati fino a Bobbio e Michael Walzer). Certo in modo diverso: ben lontani dal culto estetico e irrazionale della guerra, di tutte le guerre, alla Marinetti, gli intellettuali progressisti hanno prodotto concetti e argomenti a sostegno di determinate specie di guerre "giuste", " democratiche", " umanitarie" "etiche", che tuttavia, secondo d’Orsi, non convincono e non bastano ad assolverli. Al rapporto fra intellettuali e guerra aveva già dedicato il saggio Il compito degli intellettuali, nel volume da lui curato Guerre globali. Capire i conflitti del XXI secolo (Roma, Carocci, 2003).
Pochi mesi fa d’Orsi ha pubblicato 1989. Del come la storia è cambiata, ma in peggio (Milano, Ponte alle Grazie, 2009). Come indica il titolo, il libro sostiene una tesi controcorrente. Diversamente dalle attese, dopo il crollo del Muro di Berlino il mondo è peggiorato non migliorato: «Doveva essere pace, è stata guerra, un proliferare di guerre atroci e pretestuose. Doveva sorgere la giustizia: si è accresciuto il potere politico ed economico di un’oligarchia globale […]. Doveva espandersi il benessere: si è estesa la fame e, anche da noi, la povertà. Doveva rafforzarsi la democrazia: è stata svuotata e affossata dalle menzogne dei politici, dal restringimento dei diritti, dal silenzio complice di intellettuali asserviti».
(scheda a cura del Centro di documentazione Paolo Otelli di Chivasso)

Le fontane di Clavasium Nobilis...


CHIVASSO - Ormai sono tanti i cittadini che hanno capito ciò che succede nel Comune di Chivasso quando si vanno a vedere taluni lavori mal eseguiti. I politici, per non perdere voti, tirano in ballo tecnici e ditte che hanno eseguito i lavori. Ma allora a cosa servono gli Assessori pagati dai cittadini? E le decisioni da chi vengono prese? Dal Consiglio Comunale? Dalla Giunta del Sindaco? In tanti alzano la mano, ma poi non ricordano nulla quando parlano con le persone in giro per la città... Ormai a Chivasso si è diffuso il virus della memoria corta. Ma andiamo avanti. In piazza del Municipio sono stati posizionati alcuni divanetti di legno proprio all’inizio della stagione fredda. Risultato? D’inverno saranno poco usati e con la pioggia e neve si rovineranno in fretta, come le piante nel centro insecchite perché non sono state bagnate quando faceva caldo e non pioveva... Ma non basta. Nella stessa piazza hanno costruito una fontana (senza pesci rossi?) che ha già creato dei problemi. Di chi è la colpa? Naturalmente dei tecnici e la ditta costruttrice. Se ragioniamo con calma, nel Comune succedono certe cose anche per colpa dell’opposizione poco incisiva in rapporto a un’ampia maggioranza che ha “imbarcato” personaggi che erano avversari del Sindaco. Forse tutto questo accade perché talune decisioni (discarica, residenza anziani, viabilità, ecc.) sono state prese da Regione o Provincia governate dal centro-sinistra. Risultato? Siamo messi male, e certe questioni vengono trattate seguendo la logica dei numeri e del peso politico. Per finire fa un po’ ridere la causa per il cantiere in Vicolo del Portone. Perché? Perché nel centro città si sono demolite intere case (vedi foto) che non dovevano essere demolite e perché nella centralissima via del Collegio il Comune ha autorizzato la demolizione (sostituzione edilizia) di due edifici (ex Locanda del Sole) che esistevano da secoli vicino allo storico convento. E i politici cosa dicono? Fanno finta di niente o cambiano discorso. Ma Chivasso merita tutto questo? La risposta dovrebbe arrivare dai tanti cittadini delusi dagli attuali Padroni del Vapore. E la fontana? Sarà ricordata come la “Fontana del Sindaco” che offre ai cittadini un po’ di freschezza (e rumore notturno) a una città che soffre e fa fatica a uscire dalla crisi economica e occupazionale...

Marbert.

Novembre nero di smog...

Un novembre nero di smog per Milano e Torino. Le due città tornano a vivere un gemellaggio forzato per le alte concentrazioni di polveri sottili registrate nelle ultime settimane. Le cetraline Arpa meneghine "Verziere" e "Senato", in piena area Ecopass, hanno superato rispettivamente da inizio mese (fino a lunedì 23) per 14 e 15 volte il limite di 50 mg/mc medi di Pm10 (nello stesso periodo del 2008 gli sforamenti giornalieri erano 5 nella prima e 4 nella seconda stazione). In netta crescita anche la concentrazione media mensile di polveri: 55 mg/mc contro i 35,4 mg del 2008 in via Verziere e 63 mg/mc contro 36,7 in via Senato
LEGGI il resto dell'articolo di Federico VOZZA per L'Eco dalle Città, clikkando su:
http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=100857

Lettera aperta...


Lettera aperta al Sindaco di Chivasso, Bruno Matola e al Presidente dell'Anpi di Chivasso Tiziana Siragusa.


Nel corso del Consiglio Comunale del 20 novembre durante il quale è stata discussa l'interrogazione inerente la revoca del Teatrino Civico alla nostra Associazione Teatro a Canone, abbiamo appreso che il Sindaco e la Presidente stanno “trattando” (termine utilizzato dallo stesso Sindaco, nel suo confuso e contraddittorio intervento) le condizioni atte a rappresentare il nostro spettacolo “ A ferro e fuoco”.

Non possiamo nascondere a riguardo una certa sorpresa avallata da più motivazioni: la prima è la totale mancanza di comunicazione tra Voi e noi, che rende difficile, per non dire impossibile il compito che Vi proponete. A riguardo Vi ricordiamo che l'unica richiesta, che tempo addietro abbiamo fatto all'Anpi era di mantenere viva la memoria su uno dei valori fondanti della Costituzione, esprimendo il proprio dissenso nei confronti di un provvedimento in contrasto con l'articolo 21 in base al quale “tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto, e ogni altro mezzo di diffusione”. Al Sindaco chiedemmo soltanto ed esclusivamente il ripristino dell'utilizzo del Teatrino Civico (affittato fin dal mese di luglio pagando il canone di euro 400 e versando una cauzione di euro 100).

Sig. Sindaco durante il Consiglio Comunale ha continuato con arroganza a difendere il proprio diritto di sospendere e revocarci l'utilizzo del Teatrino Civico perseverando nel non esporre le motivazioni che La spingono a parlare di “problemi di ordine pubblico”, sviando le richieste dei Consiglieri. In modo altrettanto arrogante e presuntuoso ha affermato che i sottoscritti debbono ringraziarLa per ipotetici benefici causati dalla pubblicità che il suo atto di revoca avrebbe prodotto, ridicolizzando così le persone e il lavoro onesto della Compagnia.

Egr. Sindaco e Gent. Presidente non ci interessa dialogare con chi non rispetta il nostro lavoro e la nostra persona, non abbiamo interesse di prestarci a nessuna trattativa perché sentiamo forte il dovere morale di difendere innanzitutto la nostra dignità. Abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare onestamente e siamo pronti a dimostrarlo esclusivamente con il nostro spettacolo.

Riteniamo offensivo che il nostro spettacolo sia ritenuto insufficiente (nessuno di voi due l'ha visto) e che necessiti di un dibattito-contraddittorio.

Non dobbiamo giustificarci di nulla e le trattative le lasciamo ai politicanti e ai commercianti.

Sappiamo che al giorno d'oggi è controcorrente non scendere a compromessi per ottenere qualche “grazia”, ma Vi portiamo a conoscenza che non abbiamo intenzione di “trattare” niente con nessuno per fare il nostro lavoro.

Scusate, ma pensiamo che certi valori non si possano “trattare” come merci: ci sono o non ci sono.

Con l'occasione , cordiali Saluti:

Teatro a Canone: Lorenza Ludovico Simone Capula e Luca Vonella.

Tre domande...


Il nostro Blog ha posto tre domande a Carlo Fontana, responsabile del "Comitato per il nodo ferroviario di Chivasso", che ringraziamo per la disponibilità.

BLOG:
Tramite il "Comitato per il nodo ferroviario", hai lanciato l'allarme sul sottoutilizzo della linea TO-MI, in particolare per i treni che si dovrebbero/potebbero fermare a Chivasso. Qual'è la situazione attuale?
Carlo Fontana: La situazione è quella di un'Alta Velocità che serve esclusivamente a chi da Torino città va a Milano, perciò avendo un limitato numero di utenti è sottoutilizzata e le Ferrovie non ci metteranno altre corse: pertanto ha una gestione in perdita. Al contrario la linea storica è intasata e non permette di aumentare il numero degli affollatissimi treni interregionali e di creare un servizio metropolitano, anzi il conflitto fra queste categorie di treni tra Novara e Milano determina continui ritardi. L'assurdo è che l'unica cosa di cui si preoccupano le alte sfere della politica piemontese è la mancanza della fermata a Porta Susa dei treni AV (forse non sanno che da Porta Susa a Porta Nuova ci sono 5 minuti di metropolitana con corse ogni 4 minuti).

BLOG:
Su La Stampa del 24/11 il sindaco Matola dichiara che "Bisogna riprendere a lavorare tutti insieme alla TO-LIONE e scongiurare la perdita di opportunità di sviluppo"; cosa c'entra con la situazione chivassese dei trasporti ferroviari?
C.F.: Il sindaco Matola sulla Torino-Lione dice quello che dicono Bresso, Borioli, Saitta e Chiamparino. La ristrutturazione del nodo ferroviario di Chivasso, per consentire di mettere sull'Alta Velocità esistente tutto il traffico Torino-Milano, sia i treni no-stop sia i convogli con fermata a Chivasso, Santhià, Vercelli, Novara, mettendo in coincidenza da una stazione a Chivasso sulla TAV un servizio metropolitano Chivasso-Torino con treni ogni 15 minuti, è indipendente dalla TAV Torino-Lione. A meno che nel piano della Provincia, che parla dell'asse ferroviario Chivasso-Bardonecchia, Saitta e Matola intendano includere la stazione di Chivasso sulla TAV TO-MI, il raccordo di questa stazione con la linea storica e la suddivisione dell'esercizio: interregionali sulla TAV e servizio metropolitano sulla linea storica.

BLOG:
Ci puoi fare un rapido stato dell'arte sulla inutile "lunetta" della linea Chivasso-Ivrea-Aosta?
C.F.: Regione Piemonte e Ferrovie propongono un raccordo che da Montegiove lasci l'attuale linea che costeggia via Montanaro (linea che verrebbe smantellata per allargare via Montanaro) e con un tracciato a doppia curva tra le case arrivi alla Rivoira: qui una svolta verso Brandizzo manda i diretti Torino-Aosta direttamente a Torino e un'altra verso Chivasso permette ai locali da Ivrea di entrare in stazione. In cambio Regione e Ferrovie offrono una circonvallazione che da via Caluso arriva a stradale Torino, con un cavalcavia sulla ferrovia in zona Rivoira. Strade in cambio di treni...

Ieri e oggi...quando si tagliano i nastri...

LA STORIA IERI E OGGI...

di Gianni Bonotto

Non più dell’altro ieri, anno 1944. L’Italia è in ginocchio, alla fine. Marinetti scrive una poesia, la dedica alla X MAS. Dai “Manifesti” futuristi di inizio secolo sembra passata quasi un’eternità: l’Europa è un mare di rovine e di sangue. Marinetti sembra non scomporsi, inchiodato alla sua primitiva visione allucinata del mondo. I suoi ultimi versi scandiscono la stessa lucida follia di trent’anni prima.

Morirà pochi mesi dopo. I morti meritano pietà, sempre. Qualcuno però si merita anche l’oblio.

I vivi che oggi lo celebrano come grande figura dell’arte contemporanea e pensatore anticonformista, sottolineandone la distanza dal fascismo (si veda Alemanno a Roma ieri e Germani oggi a Chivasso), si rileggano e magari recitino, quando tagliano i nastri commemorativi, questo condensato di cretineria purissima…

"ALLA Xa MAS"

Salite in autocarro aeropoeti e via che si va finalmente a farsi benedire dopo tanti striduli fischi di ruote rondini criticomani lambicchi di ventosi pessimismi. Guasto al motore fermarsi fra italiani ma voi voi ventenni siete gli ormai famosi renitenti alla leva dell’Ideale e tengo a dirvi che spesso si tentò assolvervi accusando l’opprimente pedantismo di carta bollata burocrazie divieti censure formalismi meschinerie e passatismi torturatori con cui impantanarono il ritmo bollente adamantino del vostro volontariato sorgivo a mezzo il campo di battaglia. Non vi grido arrivederci in Paradiso che lassù vi toccherebbe ubbidire all’infinito amore purissimo di Dio mentre voi ora smaniate dal desiderio di comandare un esercito di ragionamenti e perciò avanti autocarri. Urbanismi officine banche e campi arati andate a scuola da questi solenni professori di sociologia formiche termiti api castori. Io non ho nulla da insegnarvi mondo come sono d’ogni quotidianismo e faro di un’ aeropoesia fuori tempo spazio. I cimiteri dei grandi Italiani slacciano i loro muretti agresti nella viltà dello scirocco e danno iraconde scintille crepitano impazienze di polveriera senza dubbio esploderanno esplodono morti unghiuti dunque autocarri avanti. Voi pontieristi frenatori del passo calcolato voi becchini cocciuti nello sforzo di seppellire primavere, entusiaste di gloria ditemi siete soddisfatti d’aver potuto cacciare in fondo fondo al vostro letamaio ideologico la fragile e deliziosa Italia ferita che non muore. Autocarri avanti e tu non distrarti raggomitola il tuo corpo ardito a brandelli che la rapidità crudele vuol sbalestrarti in cielo prima del tempo. Scoppia un cimitero di grandi Italiani e chiama Fermatevi fermatevi volantisti italiani avete bisogno di tritolo ve lo regaliamo noi ve lo regaliamo noi noi ottimo tritolo estratto dal midollo dello scheletro. E sia quel che sia la parola ossa si sposi colla parola possa con la rima vetusta frusti le froge dell’Avvenire accese dai biondeggianti fieni di un primato. Ci siamo finalmente e si scende in terra quasi santa. Beatitudine scabrosa di colline inferocite sparano. Vibra a lunghe corde tese che i proiettili strimpellano la voluttuosa prima linea di combattimento ed è una tuonante catedrale coricata a implorere Gesù con schianti di petti lacerati. Saremo siamo le inginocchiate mitragliatrici a canne palpitanti di preghiere. Bacio ribaciare le armi chiodate di mille mille mille cuori tutti traforati dal veemente oblio eterno.

Filippo Tommaso Marinetti.