
Forse in pochi si sono accorti che il decreto che privatizza la gestione dell’acqua coinvolge anche i consorzi di gestione dei rifiuti. La norma di fatto dice che la gestione dei servizi di raccolta rifiuti deve passare con bandi pubblici. Di fatto è l’abolizione dei servizi “in House” e mi pare di capire, la fine di Seta.
In quest’ottica come sarebbe possibile che sia Seta a indire le gare?
Di fatto quindi, Seta diventa un’azienda come le altre che per gestire i servizi di raccolta deve vincere la gare che qualcun altro indice.
Ora questo qualcun altro, almeno da noi, dovrebbe essere il Consorzio di bacino 16.
Peccato che questo consorzio non abbia la struttura per fare le gare e per gestirne il controllo successivamente.
Ad oggi mi risulta che sia una struttura molto leggera con un impiegato ed una segretaria. L’unica cosa che questo Consorzio ha fatto, almeno per quello che ho potuto capire dalle scarne notizie di stampa, è che il consorzio dovrebbe aver assorbito una parte del debito di Seta. Quest ultimo, frutto dei mancati pagamenti di quote importanti della Tia, nei comuni dove questa è stata applicata, Viene scaricato sul Consorzio, non si capisce in base a quale principio.
Quando Seta ha avuto le deleghe da parte dei comuni per la gestione dei servizi si è anche assunta un pericolo di impresa, e la scelta di internalizzare la riscossione è stata presa da Seta autonomamente, non a seguito di obblighi legislativi. Esposito, che all’epoca dirigeva l’azienda si è spesso fatto vanto di queste politiche aziendali.
Peccato che i risultati siano stati deleteri, e che ora Seta sia alle soglie del fallimento. Mi risultano stipendi pagati in ritardo, pagamenti ai fornitori di servizi con ritardi mostruosi (8/9 mesi), ristrutturazione interna che ultimamente ha visto cadere anche il vertice, nella frenesia della crisi.
Insomma un pasticcio, che vedrà i cittadini costretti a dover pagare gli errori di gestione di questi aspiranti manager, che in più, quando la nave affonda sotto i debiti, vengono premiati con un posto in parlamento.
Su questa situazione ho però alcune domande che aspettano risposta:
1- E’ vero che il Consorzio di Bacino 16 ha assorbito parte del debito di Seta?
2- A che titolo ciò è stato fatto?
3- Chi pagherà questo eventuale debito?
4- Il consorzio ha le risorse per indire bandi e gare per i servizi di raccolta rifiuti?
5- Visto il cambio di normativa un Comune può rescindere il contratto con Seta?
6- Esiste un piano di ricollocazione di Seta sul mercato?
7- Ha ancora senso, in questo quadro normativo che Seta sia a capitale pubblico?
8- Quanto ha perso in valore di mercato Seta, vista la perdita del monopolio di gestione dei rifiuti nel bacino 16?
Massimo Zesi
In quest’ottica come sarebbe possibile che sia Seta a indire le gare?
Di fatto quindi, Seta diventa un’azienda come le altre che per gestire i servizi di raccolta deve vincere la gare che qualcun altro indice.
Ora questo qualcun altro, almeno da noi, dovrebbe essere il Consorzio di bacino 16.
Peccato che questo consorzio non abbia la struttura per fare le gare e per gestirne il controllo successivamente.
Ad oggi mi risulta che sia una struttura molto leggera con un impiegato ed una segretaria. L’unica cosa che questo Consorzio ha fatto, almeno per quello che ho potuto capire dalle scarne notizie di stampa, è che il consorzio dovrebbe aver assorbito una parte del debito di Seta. Quest ultimo, frutto dei mancati pagamenti di quote importanti della Tia, nei comuni dove questa è stata applicata, Viene scaricato sul Consorzio, non si capisce in base a quale principio.
Quando Seta ha avuto le deleghe da parte dei comuni per la gestione dei servizi si è anche assunta un pericolo di impresa, e la scelta di internalizzare la riscossione è stata presa da Seta autonomamente, non a seguito di obblighi legislativi. Esposito, che all’epoca dirigeva l’azienda si è spesso fatto vanto di queste politiche aziendali.
Peccato che i risultati siano stati deleteri, e che ora Seta sia alle soglie del fallimento. Mi risultano stipendi pagati in ritardo, pagamenti ai fornitori di servizi con ritardi mostruosi (8/9 mesi), ristrutturazione interna che ultimamente ha visto cadere anche il vertice, nella frenesia della crisi.
Insomma un pasticcio, che vedrà i cittadini costretti a dover pagare gli errori di gestione di questi aspiranti manager, che in più, quando la nave affonda sotto i debiti, vengono premiati con un posto in parlamento.
Su questa situazione ho però alcune domande che aspettano risposta:
1- E’ vero che il Consorzio di Bacino 16 ha assorbito parte del debito di Seta?
2- A che titolo ciò è stato fatto?
3- Chi pagherà questo eventuale debito?
4- Il consorzio ha le risorse per indire bandi e gare per i servizi di raccolta rifiuti?
5- Visto il cambio di normativa un Comune può rescindere il contratto con Seta?
6- Esiste un piano di ricollocazione di Seta sul mercato?
7- Ha ancora senso, in questo quadro normativo che Seta sia a capitale pubblico?
8- Quanto ha perso in valore di mercato Seta, vista la perdita del monopolio di gestione dei rifiuti nel bacino 16?
Massimo Zesi
3 commenti:
Articolo serissimo, complimenti. Solo un appunto: perché continuare a prendersela con l'onorevole Esposito? Mi pare che stia svolgendo una importante missione nella Valle di Susa, e non ha proprio bisogno che noi lo disturbiamo con le nostre petulanti lagnanze, non vi pare?
Esposto Altar
P.S. E poi non vorrei che quella del Signor Zesi sia solo invidia: provi lui a farsi eleggere in parlamento se è tanto bravo.
C'è anche un'altra opzione. Ovvero la possibilità di mettere in vendita il 40% delle quote di Seta ad un privato, così facendo Seta potrebbe continuare ad avere la titolarità dei servizi che dovrebbero essere svolti dal privato, evitando così di doversi sottoporre a gare. Detta così sembrerebbe difficile da percorrere, ma mai dire mai. L'azienda così decotta messa sul mercato avrà un valore molto basso, potrebbe incontrare l'interesse di qualche "CORAGGIOSO" che si comprerebbe il 40% con pochi soldi. Giusto per fare un pò di fantascienza il compratore potrebbe essere una Amiat appena riassettata con il proprio socio privato anch'esso al 40%..si accettano scommesse....
bidone indifferente
Rispondo ad esposto.
Hai ragione sono invidioso. Sapere che uno che mi lascia un debito di qualche milione di euro sta facendo carriea ed è pagato con i soldi delle tasse, mi innervosisce, che ci vuoi fare.
Sulla seconda ipotesi è fattibile, ma anche qui, quanto ci rimettiamo? Il valore delle azioni Seta è a bilancio dei cmuni, se diventa carta straccia tutti ci perdono. Poi che seso avrebbe nel restare in un'azienda di fatto nelle mani di chi ci metterà i sodi? Dubito di AMIAT. Vorrebbe dire che Chiamparino e il sindaco di settim arrivino ad un accordo. Improbabile.
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