Lettera aperta...


Lettera aperta al Sindaco di Chivasso, Bruno Matola e al Presidente dell'Anpi di Chivasso Tiziana Siragusa.


Nel corso del Consiglio Comunale del 20 novembre durante il quale è stata discussa l'interrogazione inerente la revoca del Teatrino Civico alla nostra Associazione Teatro a Canone, abbiamo appreso che il Sindaco e la Presidente stanno “trattando” (termine utilizzato dallo stesso Sindaco, nel suo confuso e contraddittorio intervento) le condizioni atte a rappresentare il nostro spettacolo “ A ferro e fuoco”.

Non possiamo nascondere a riguardo una certa sorpresa avallata da più motivazioni: la prima è la totale mancanza di comunicazione tra Voi e noi, che rende difficile, per non dire impossibile il compito che Vi proponete. A riguardo Vi ricordiamo che l'unica richiesta, che tempo addietro abbiamo fatto all'Anpi era di mantenere viva la memoria su uno dei valori fondanti della Costituzione, esprimendo il proprio dissenso nei confronti di un provvedimento in contrasto con l'articolo 21 in base al quale “tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto, e ogni altro mezzo di diffusione”. Al Sindaco chiedemmo soltanto ed esclusivamente il ripristino dell'utilizzo del Teatrino Civico (affittato fin dal mese di luglio pagando il canone di euro 400 e versando una cauzione di euro 100).

Sig. Sindaco durante il Consiglio Comunale ha continuato con arroganza a difendere il proprio diritto di sospendere e revocarci l'utilizzo del Teatrino Civico perseverando nel non esporre le motivazioni che La spingono a parlare di “problemi di ordine pubblico”, sviando le richieste dei Consiglieri. In modo altrettanto arrogante e presuntuoso ha affermato che i sottoscritti debbono ringraziarLa per ipotetici benefici causati dalla pubblicità che il suo atto di revoca avrebbe prodotto, ridicolizzando così le persone e il lavoro onesto della Compagnia.

Egr. Sindaco e Gent. Presidente non ci interessa dialogare con chi non rispetta il nostro lavoro e la nostra persona, non abbiamo interesse di prestarci a nessuna trattativa perché sentiamo forte il dovere morale di difendere innanzitutto la nostra dignità. Abbiamo lavorato e continuiamo a lavorare onestamente e siamo pronti a dimostrarlo esclusivamente con il nostro spettacolo.

Riteniamo offensivo che il nostro spettacolo sia ritenuto insufficiente (nessuno di voi due l'ha visto) e che necessiti di un dibattito-contraddittorio.

Non dobbiamo giustificarci di nulla e le trattative le lasciamo ai politicanti e ai commercianti.

Sappiamo che al giorno d'oggi è controcorrente non scendere a compromessi per ottenere qualche “grazia”, ma Vi portiamo a conoscenza che non abbiamo intenzione di “trattare” niente con nessuno per fare il nostro lavoro.

Scusate, ma pensiamo che certi valori non si possano “trattare” come merci: ci sono o non ci sono.

Con l'occasione , cordiali Saluti:

Teatro a Canone: Lorenza Ludovico Simone Capula e Luca Vonella.

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