
OLTRE LA BARBARIE, PER IL RISPETTO E PER UNA POLITICA NON REPRESSIVA SULLE DROGHE.
PRESIDIO A TORINO IL 1 DICEMBRE DALLE ore 9.00 in CORSO STATI UNITI 23.
TORINO - Nei giorni 1 e 2 dicembre, a Torino si tiene la Conferenza delle Regioni e delle province Autonome "La governance nel settore delle dipendenze". E' un appuntamento istituzionale da cui chi come noi - operatori, associazioni, consumatori - è stato colpito e deluso dalle scelte ideologiche e autoritarie della Conferenza governativa di Trieste, si aspetta almeno un segno di ragionevolezza in controtendenza, un dibattito aperto, pragmatico e plurale attorno alle politiche e alle pratiche in tema di consumi e dipendenze. Le stesse Regioni si sono più volte scontrate con il governo su questi temi, sono state anche fortemente penalizzate nella conferenza nazionale, servizi e operatori del pubblico sono stati ridicolizzati e umiliati dal Dipartimento di Giovanardi, alcune politiche - come la riduzione del danno - che molte Regioni praticano e sostengono, sono state addirittura cancellate dal vocabolario governativo. Tuttavia e nonostante questo, nessuna sede istituzionale - nemmeno le Regioni - ha ancora ritenuto indispensabile una seria valutazione degli esiti della legge e dell'approccio repressivo, ed anzi, chi prova a studiare questi esiti viene zittito e umiliato, come accade al gruppo di ricercatori universitari che ha analizzato l'applicazione della Fini Giovanardi.
E' proprio questo scenario, fatto di arroganza istituzionale, di approcci criminalizzanti, di enfasi punitiva e insieme di ideologismi, a permettere e incentivare il più pieno arbitrio, la peggior ferocia istituzionale, la totale mancanza di qualsiasi rispetto per i consumatori, a calpestarne diritti,dignità, vita.
La morte di Stefano Cucchi non è che una e l'ultima di tante morti e di tante offese al diritto e ai diritti: non un caso isolato, ma l'ovvia conseguenza di uno stigma, di un disprezzo, di una criminalizzazione che fanno dei consumatori di droghe delle non-persone, degli invisibili.
Contro ogni ipocrisia, noi sappiamo che la barbarie non è un accidente, ma si costruisce: con le leggi punitive, le immagini mass mediate, un senso comune pompato e strumentalizzato. E' così che un agente si sente autorizzato a pestare, e un medico a non curare. E' così che si ammazza. Ed è anche così che accade che una politica ragionevole ed efficace come la riduzione del danno faccia paura: perché la sua efficacia si basa sulla dignità, sulla consapevolezza e sul rispetto Parole che l'attuale politica sulle droghe non conosce.
Per questo, al presidio del primo dicembre, lottiamo - insieme - contro la barbarie degli omicidi degli "invisibili", e per una politica ragionevole che al centro metta il RISPETTO e non il codice penale. E' questo il solo modo per interrompere l'ormai infinito elenco dei morti, dei suicidi, degli incarcerati, degli umiliati. Il solo modo che conosciamo di "governare" consumo e dipendenze.
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