Nuovo PEC Mauriziano...ruggito del gatto in consiglio comunale...

CHIVASSO - Nel consiglio comunale di lunedì scorso è stato approvato il nuovo PEC Mauriziano (per la precisione il Piano particolareggiato di trasformazione urbanistica in variante al PRGC vigente). E’ stata la piccola Waterloo degli ambientalisti chivassesi, che dovranno – compreso chi scrive – chiedersi dove hanno sbagliato: quattro anni di battaglie per ottenere un progetto peggiore del precedente: 56.000 metri cubi di costruzioni invece di 42.000, palazzi di sette piani e un ridimensionamento dell’area a servizi che sarà in parte occupata da una palestra.

Detto questo, è stato strepitoso lo spettacolo offerto dalla classe politica e amministrativa chivassese, con una particolare menzione per una parte dell’«opposizione» consiliare. Lo spettacolo era già cominciato il martedì precedente nella seduta di «Commissione per l'assetto ed uso del territorio e l'ambiente» (quale ambiente?). Il presidente della Commissione è un operatore del settore immobiliare, Domenico Ciconte, che evidentemente non ritiene esista un conflitto di interessi tra la carica istituzionale e la professione. Già questo la dice lunga su che accade a Chivasso. In questa seduta viene buttato sul tavolo, ai membri della commissione, il progetto: non gliel’hanno mostrato nemmeno un’ora prima per dare loro tempo di esaminarlo. Eppure l’Amministrazione comunale ci lavorava da mesi, come risulta proprio dall’iter descritto in quelle carte. Proteste di un solo commissario di minoranza (Michele Scinica), mentre i colleghi (Scinica Giovanni) tacciono sulla questione. La seduta è nobilitata da uno strepitoso intervento del consigliere di maggioranza Demetrio Modafferi, che ringrazia i costruttori perché con il loro progetto si prendono cura di un’«area degradata». La cosiddetta area degradata è in realtà un comunissimo prato, insomma una zona finora rimasta verde: forse per Modafferi ogni prato è un’area degradata che deve essere salvata da quella condizione vergognosa affidandola alle attenzioni amorose degli immobiliaristi. Il giorno dopo sulla stampa locale un giornalista, che si firma stz, riferisce le presunte dichiarazioni dell’assessore all’urbanistica Salvatore Marino, secondo il quale la «strada del Mauriziano» è stata eliminata dal nuovo progetto, anzi no, c’è ancora, ma sarà solo una viabilità di quartiere: stz non si accorge di niente, né delle dichiarazioni contraddittorie attribuite all’assessore, né che il tracciato della strada esiste ancora, né che - portando chi arriva da Torino verso Montanaro - sarà tutt’altro che una strada di «quartiere». Ma la tragicommedia non poteva che toccare l’apice nel consiglio comunale del lunedì seguente. Qui Assunta Desiderio e Michele Scinica esprimono voto contrario motivandolo con le loro osservazioni. Il resto della minoranza si astiene, cioè il Partito Democratico e l’Italia dei Valori (...quali valori?). Eppure Giovanni Scinica e Mario Fatibene nel 2005 avevano partecipato, con i colleghi consiglieri Desiderio e Michele Scinica, alla raccolta delle firme contro la strada. Per il PD la dichiarazione di voto è affidata a Fatibene, che poco è mancato ringraziasse anche lui tutti quanti, sindaco, giunta e maggioranza. Più che di voto è una dichiarazione di resa: un possente discorso in ginocchio. Ancora una volta sotto le volte della sala consiliare è rimbombato il ruggito del gatto del gruppo consiliare del PD. Quanto a Claudio Castello dell’IdV, prima sembra associarsi alla dichiarazione di voto contrario di Desiderio, poi a sorpresa anche lui si astiene: luminoso esempio di idee chiare. Se sbaglio rettificherò. Fatibene e Castello sono entrambi candidati al consiglio provinciale: dovrebbero conoscere il recente studio della Provincia sulle «Trasformazioni territoriali della Provincia di Torino», che è stato largamente pubblicizzato sui media regionali. Vi è scritto: «Il processo di cementificazione sta portando a un progressivo quanto inarrestabile depauperamento delle risorse naturali e alla crescita smisurata dei costi, economici ed energetici, cui viene sottoposto il territorio». Ci sono pagine dedicate al Chivassese: partendo dal numero convenzionale 100 del 1990, tra il 2000 e il 2006 il suolo consumato da strade e case è aumentato dal 104 al 116 per cento (otto punti) mentre la popolazione è cresciuta solo da 101 a 103 (due punti). Meno verde urbano e meno aree agricole per tutti! Spero almeno che in campagna elettorale Fatibene e Castello non vengano a parlarci di ambiente e difesa del territorio.

Piero Meaglia.

1 commento:

SPARTACO ha detto...

Piero nel suo accattivante articolo parla di sconfitta ambientalista. E' una parola troppo grossa? O troppo piccola?
Di questi tempi non riesco a capire quali siano le sconfitte che piu' ci devono far riflettere. E' sparito il senso comune delle lotte, delle iniziative politiche. Si ha l'impressione che il solo fatto di riuscire ancora a tenere insieme un nucleo di persone attorno ad un'idea politica, legata magari ad obbiettivi immediati e localistici come appunto la difesa di un Parco, sia comunque una vittoria. Come dire: meno, molti meno, di quanti vorremmo... ma pur sempre di piu' di quanti lor signori vorrebbero.
Continuiamo a spargere il seme del dissenso !
Spartaco.