tag:blogger.com,1999:blog-13222963031881497692024-03-14T14:57:37.467+01:00Centro di Documentazione Paolo OtelliVia Paleologi, 2 - 10034 CHIVASSO (TO) <a href="mailto:centro.otelli@gmail.com">centro.otelli@gmail.com</a>Unknownnoreply@blogger.comBlogger5382125tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-53961531524081674182014-05-25T09:47:00.001+01:002014-05-25T09:47:21.587+01:00Italia, la crisi ha bruciato un milione di posti di lavoro. Un altro mezzo milione nel limbo della cassa integrazione ...
<br />
<div class="article_info">
</div>
<div class="article_info">
<br /></div>
<div style="clear: both;">
<div class="article_text" style="font: normal normal normal 14px/20px Arial, Helvetica, sans-serif; text-align: left;">
<a href="http://static.controlacrisi.org/images/auto/d2/d27b2bc19148d7f09ecc50f2cb863f1c2f83a3f41f1f1435cb933302.jpg" target="_blank"><img src="http://static.controlacrisi.org/images/auto/d2/d27b2bc19148d7f09ecc50f2cb863f1c2f83a3f41f1f1435cb933302_175x175.jpg" style="float: left; margin-right: 5px;" /></a>In
cinque anni di crisi in Italia e' andato perso oltre un milione di
posti di lavoro. E a questi vanno aggiunti, come documenta la Cgil, un
altro mezzo milione in cassa integrazione. E’ questo il vero volto della
crisi. Dal 2008 al 2013 nel nostro Paese gli occupati sono scesi da
25,1 milioni a 24,1 milioni con un calo di oltre 1 milione di unita'
(-4,32%). Nell'area euro l'occupazione e' risultata in caduta del 3,25%
(-4,9milioni) da 150,8 milioni a 145,9 milioni. Unica eccezione e' la
Germania (+3,25%) che ha dato impiego a 1,8 milioni di persone in piu'
(da 40,7 milioni a 42,2 milioni).<br />Il rapporto del Centro studi
Unimpresa ha analizzato l'andamento del mercato del lavoro in Italia e
nell'area euro dal quarto trimestre 2008 al quarto trimestre 2013.
L'analisi di Unimpresa - basata su dati Banca d'Italia, Eurostat e Istat
- mette in luce che nell'area euro (Unione europea a 18) l'occupazione
e' calata complessivamente da 150,8 milioni a 145,9 milioni: i posti di
lavoro in meno pertanto sono 4,9 milioni (-3,25%). Dentro i nostri
confini, in media si sono persi 200mila posti di lavoro l'anno. Gli
occupati erano 25,1 milioni a dicembre 2008 mentre gia' nel 2009 (quarto
trimestre) erano calati a quota 24,1 milioni. Ancora una diminuzione
nel 2010 (quarto trimestre) a 24 milioni e 676mila unita', ancora giu' a
fine 2011 a 24 milioni e 575mila unita' e in calo dopo altri dodici
mesi (dicembre 2012) con 24 milioni e 520mila unita' occupate.<br />L'ultima
istantanea, quarto trimestre 2013, restituisce una fotografia a tinte
fosche: i posti di lavoro sono 24,1 milioni e rispetto all'inizio della
crisi (quarto trimestre 2008) sono andati persi, dunque, 1 milione e
86mila posti di lavoro con un calo percentuale pari al 4,32%.<br />"La
situazione - commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi - e'
da allarme rosso. L'emorragia di posti di lavoro si estende a vista
d'occhio giorno dopo giorno e non si vede una via d'uscita. Le imprese
sono stremate e il fallimento e' inevitabile. Dopo le elezioni europee,
il governo di Matteo Renzi deve andare avanti a testa bassa; poniamo
ancora una volta l'esigenza di varare riforme serie, volte a dare
speranza agli imprenditori e pure alle famiglie. Per rimettere in moto
l'economia, e quindi per far ripartire l'occupazione, dando alle aziende
la possibilita' di creare nuovi posti di lavoro, si deve dare impulso
al credito e vanno tagliate le tasse". Secondo Longobardi "senza la
liquidita' delle banche e senza un abbattimento drastico della pressione
fiscale il nostro Paese non ha futuro. In questo quadro drammatico,
abbiamo assistito finora purtroppo a una grande irresponsabilita' dei
partiti, specie quelli della maggioranza chiamati a sostenere il vecchio
esecutivo, che si sono divisi su questioni minori invece di pensare a
salvare il Paese". </div>
<div class="article_text" style="font: normal normal normal 14px/20px Arial, Helvetica, sans-serif; text-align: left;">
<span style="font-size: xx-small;"><i><span style="color: rgb(159, 13, 0) ! important; font-weight: bold;">fabrizio salvatori.</span></i></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-88526880963250338002014-05-20T20:08:00.000+01:002014-05-20T20:09:21.917+01:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-77990364041803044832014-05-11T21:40:00.001+01:002014-05-11T21:40:20.302+01:00Torino città aperta...<br />
<br />
<div style="clear: both;">
<div class="article_text" style="font: normal normal normal 14px/20px Arial, Helvetica, sans-serif; text-align: left;">
<a href="http://static.controlacrisi.org/images/auto/ef/efbf582a300b24f0b21c2bbadaf3b96bc42ebf885cf5436175bca5e1.jpg" target="_blank"><img src="http://static.controlacrisi.org/images/auto/ef/efbf582a300b24f0b21c2bbadaf3b96bc42ebf885cf5436175bca5e1_175x175.jpg" style="float: left; margin-right: 5px;" /></a>Torino
città chiusa. Blindata. Serrata in un dispositivo militare
soffocante, che aveva sigillato dietro un muro di armati ogni strada
laterale, ogni svincolo, ogni piazza. Il movimento No Tav l’ha
aperta «come una scatola di tonno», con la propria forza tranquilla.
Un corteo immenso, sorridente, amichevole è penetrato al suo
interno sciogliendola e conquistandola alle proprie ragioni.
Trascinando con sé gli spettatori. Mostrando un volto che la Valle
già conosceva – le famiglie con i bambini in testa, la banda che
suona le musiche delle sagre mescolate a quelle partigiane, gli
anziani con i nipoti, i gruppi di paese e di frazione -, ma che la
città in parte ignorava, accecata da un’informazione tossica, che
ogni volta manipola e nasconde.
Il monumentale tribunale vuoto, assolutamente vuoto,
circondato dai blindati e dalle grate di ferro ancorate col cemento
al suolo come la zona rossa di Genova nel 2001 — quasi lì dentro ci
fosse l’oggetto del desiderio della folla che gli sfilava accanto -, è
il simbolo dell’ottusità del potere. Della sua incapacità di capire e
pensare, come accade, appunto, a ogni potere, quando perde la ragione
del proprio agire, e resta appeso al proprio apparato della forza
senza giustizia (che si rivela, appunto, violenza).<br />
Guardando quella folla multicolore, che sfilava serena, a volto
scoperto, davanti ai cordoni cupi, catafratti, chiusi dietro i
propri scudi, che sigillavano il percorso con un muro nero blu e
verde scuro (c’erano tutti i corpi dello Stato, carabinieri, polizia,
guardia di finanza) era difficile immaginare come sui primi fosse
possibile distendere l’ombra fosca del terrorismo e sui secondi
appiccicare l’etichetta della legalità. Ai primi la violenza, agli
altri la giustizia. Piuttosto, verrebbe da dire, il contrario.<br />
Il Movimento No Tav ieri, come altre volte, ha vinto. Con una
semplice marcia ha strappato di mano ai propri nemici ogni elemento
di credibilità per sostenere l’assurda teoria – ma sarebbe meglio
chiamarlo teorema – che tenta di riconfigurare le azioni di
protesta di quella popolazione sotto il segno cruento dell’accusa di
terrorismo. E nello stesso tempo ha mostrato l’isolamento,
l’irragionevolezza, la povertà di argomenti di chi, per sostenere una
causa razionalmente insostenibile, è costretto a ridurla a
questione di ordine pubblico, in cui, come è noto, chi ha il
manganello dalla parte del manico decide.<br />
Da oggi, almeno qui, sull’asse che va da Piazza Castello alla Sagra
di San Michele, quell’operazione si è infranta contro un materiale
resistente e intelligente che sarà davvero difficile ignorare.<br />
<span style="font-size: x-small;"><i><b><span style="color: rgb(159, 13, 0) ! important;">Marco Revelli.</span></b></i></span><br />
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-44141342128940023912014-05-08T14:11:00.001+01:002014-05-08T14:11:56.423+01:00<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="//www.youtube.com/embed/qJGltJsTl_o" width="540"></iframe><br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-63065048468487277032014-05-08T14:09:00.001+01:002014-05-08T14:09:59.105+01:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRWo4mcFuaZaoapNctKVVBbtN1cLTTzvKT6Is9IsRKPoDxfvNQ4shmQO7WlN63J69tWg3K7rIjYs3KLOp-cmSqRWan_EFVLge1ZmNqoVlQdiiW0sKtiTrzg-jtY6OTRbHVchuj3m-NZAbL/s1600/sao-escursione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRWo4mcFuaZaoapNctKVVBbtN1cLTTzvKT6Is9IsRKPoDxfvNQ4shmQO7WlN63J69tWg3K7rIjYs3KLOp-cmSqRWan_EFVLge1ZmNqoVlQdiiW0sKtiTrzg-jtY6OTRbHVchuj3m-NZAbL/s1600/sao-escursione.jpg" height="640" width="392" /></a></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-4128072102177965522014-05-08T13:59:00.003+01:002014-05-08T13:59:58.289+01:00Terra rubata...<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: Arial;">“Terra rubata”, dibattito di Legambiente con i
candidati alle elezioni regionali ed europee, giovedì 8 maggio in Provincia a
Torino</span></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial;">“<i>Terra
rubata: fermiamo il consumo di suolo e rigeneriamo le città</i>”: è il titolo
dell’incontro organizzato da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e che si
svolge giovedì 8 maggio, dalle ore 16,30 alle 19, nella Sala Stemmi del Palazzo
della Provincia di Torino, in corso Inghilterra 7. In occasione della
campagna nazionale “<i>Stop al consumo di suolo</i>”, Legambiente intende
chiedere ai candidati alle elezioni regionali ed europee la loro opinione sul
tema della rigenerazione urbana, come risposta alla cementificazione
incontrollata del territorio, all’emergenza abitativa ed alla necessità di
ridurre i consumi energetici, valorizzando le fonti rinnovabili. Regione e
Provincia presenteranno dati e riflessioni sul consumo di suolo in Piemonte.
All’incontro intervengono Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di
Legambiente; Flavia Bianchi, responsabile Urbanistica di Legambiente Piemonte e
Valle d’Aosta; Paolo Foietta, del settore Pianificazione Territoriale della
Provincia di Torino; Fabio Dogana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle
d’Aosta; Andrea Ballocca, del Csi Piemonte; Giovanni Paludi, del settore
Pianificazione Territoriale e Paesaggistica della Regione Piemonte; Sergio
Contini, segretario del Sunia, Sindacato unitario nazionale inquilini
assegnatari di Torino e Giovanni Baratta, segretario del Sicet, Sindacato
inquilini casa e territorio di Torino. Al dibattito sono invitati anche
cittadini, amministratori locali ed associazioni.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div>
<div align="right" class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<span style="font-family: Arial;">Renato Dutto</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-79271889368515657882014-05-06T20:19:00.002+01:002014-05-06T20:19:35.830+01:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBhIe8TZ7Ma0jgmx-qvyGOJWf-Ilkgst4g4jJe8k92fKO7K842uLwVbWhijqqNkMjev_fB7CPQGmiqqEnpqPIlCnphNdAl1-QGFlQSSqcPbxoxvjRJD_UrUQ4jpsQ66Wg1whyphenhyphenj-iB-JMga/s1600/10291779_628425550584224_5647207978033293037_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBhIe8TZ7Ma0jgmx-qvyGOJWf-Ilkgst4g4jJe8k92fKO7K842uLwVbWhijqqNkMjev_fB7CPQGmiqqEnpqPIlCnphNdAl1-QGFlQSSqcPbxoxvjRJD_UrUQ4jpsQ66Wg1whyphenhyphenj-iB-JMga/s1600/10291779_628425550584224_5647207978033293037_n.jpg" height="640" width="451" /></a></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-27528193386647350912014-05-03T15:13:00.001+01:002014-05-03T15:13:49.729+01:00Su Waste End ...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzZWBp3YHQ2BxDhF6WOXPYXjfAOoO0TwaJ0Revd-E072JZajyTc3pXvOfAwvegXVYJQ2pStKR6Fxkaqge4ewz-_BGHfoSEJDCtuxufSrKCj0ST3JD09xSbJchBj1OhhsbjvtL6Pq01XXrh/s1600/rifiuti_11.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzZWBp3YHQ2BxDhF6WOXPYXjfAOoO0TwaJ0Revd-E072JZajyTc3pXvOfAwvegXVYJQ2pStKR6Fxkaqge4ewz-_BGHfoSEJDCtuxufSrKCj0ST3JD09xSbJchBj1OhhsbjvtL6Pq01XXrh/s1600/rifiuti_11.jpg" height="320" width="240" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: yellow;"><b><span style="font-size: medium;"></span></b></span><span style="background-color: yellow;"></span><span style="background-color: yellow;"><b><span style="font-size: medium;">In
relazione all’articolo pubblicati su “Chivasso News” relativo al
cosiddetto progetto “Waste End” corre l’obbligo di chiarire che tale
articolo non è stato condiviso né sottoscritto dalla nostra forza
politica, i Progressisti, costituita da Lista Civica Chivasso Futura e
dal Partito della Rifondazione Comunista.</span></b></span><span style="background-color: yellow;"></span>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;">Cogliamo
quindi l’occasione per esprimere la nostra posizione sul punto,
chiarendo che quanto SMC ha proposto contiene alcuni aspetti
estremamente problematici, che se non saranno risolti mettono in dubbio,
almeno per quanto ci riguarda, l’intero progetto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;">Il primo
dubbio è relativo alla richiesta di ampliamento della volumetria della
discarica dichiarato in un milione di metri cubi. Tale richiesta non è
giustificata dalle necessità degli impianti che si vogliono costruire in
un territorio che ha già ricevuto quattro milioni e trecentomila metri
cubi, con un aumento del 25% rispetto al previsto. Definire questo
aumento un operazione di sistemazione degli avvallamenti tra una vasca e
l’altra vuol dire sviare dalla realtà le considerazioni sull’aumento di
volumetria, considerata la quantità di rifiuti che verrebbero allocati.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;">Facciamo
inoltre fatica a comprendere come un progetto che viene presentato come
una struttura all’avanguardia e che punta alle migliori tecnologie sia
impossibile senza una discarica, impianto definito qualche giorno fa,
nel corso di un convegno sul tema dei rifiuti svoltosi a Torino per
conto dell’AtoR, “<strong><em>un sistema antiquato dal quale non riusciamo ad uscire</em></strong>”, dal proprietario di SMC, il Dott. Pietro Colucci.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;">Delle
due l’una: o la discarica può essere discussa, visto che è un sistema
antiquato e il progetto si pone invece come all’avanguardia, o la
discarica, che prevede una richiesta di conferimento superiore alle
necessità degli impianti è il cuore del progetto A discapito delle
pretese di innovazione e di avanguardia. In ogni caso la nostra
posizione è di ferma contrarietà ad un utilizzo ed ampliamento
volumetrico della discarica esistente.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;">Il
secondo punto da chiarire è relativo alla provenienza deli materiali.
Tra le linee guida della commissione Europea relative al trattamento del
rifiuto, assieme alle quattro R (riuso, recupero, riciclo, riduzione)
esiste anche quella della territorialità nel trattamento dei rifiuti. La
Territorialità è estremamente importante sia per far assumere ai
produttori la responsabilità e i costi del trattamento del rifiuto, sia
per evitare che nel trasporto si inseriscano e trovino spazi le
organizzazioni criminali, come spesso, anche a Chivasso, è successo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;">Ora la
mancanza di progetti veri e reali impedisce di capire da dove e quale
sarebbe il bacino coinvolto nell’impiantistica e nella discarica. Fino a
quando non saranno presentati i progetti qualsiasi discussione è
impossibile o sarebbe ideologica. Lo sarebbe il no, detto solo come
riflesso condizionato, ma anche e soprattutto il si. Un si a prescindere
che lascia spazio a qualsiasi speculazione, a qualsiasi illazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;">E’
quindi necessario che SMC fornisca i progetti degli impianti, con
indicati i quantitativi di materiale previsti, al fine di comprendere
come e da dove provengono i flussi di materiale. E’ chiaro che
l’operazione deve essere fatta nel rispetto della direttiva europea di
prossimità, che è, per quanto ci riguarda, uno dei principi
fondamentali sul quale appoggiare qualsiasi intervento.La presentazione
dei progetti è necessaria anche per poter effettuare una valutazione di
impatto ambientale, indispensabile per comprendere l’impatto
dell’operazione sul nostro territorio. Ricordiamo che il programma
elettorale che la maggioranza ha sottoscritto l’impegno a non
autorizzare impianti ad impatto ambientale negativo, e che questo non
può essere determinato senza uno studio serio ed approfondito su più
livelli dell’impiantistica. Fino a quando questo studio non sarà
effettuato, da tecnici di fiducia di tutti e senza costi per
l’amministrazione o per altri soggetti coinvolti, nessun assenso
all’operazione può esistere, almeno da parte nostra.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;">Per
concludere auspichiamo che sia possibile, nel rispetto delle opinioni e
delle posizioni di tutti, un confronto serio e trasparente, su un
progetto che va ben oltre questa amministrazione e riguarda il futuro
della nostra città. Per quanto ci riguarda noi, come Progressisti, forza
di maggioranza di questa amministrazione, vogliamo continuare a
rispettare il programma presentato agli elettori, sul quale abbiamo
ricevuto il consenso ed il mandato a governare questa città.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;">Per i Progressisti:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;"><strong>Maria Paola Cena – Chivasso Futura</strong></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;"><strong>Massimo Zesi –Partito della Rifondazione Comunista.</strong></span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-43407973687842319752014-04-26T15:02:00.001+01:002014-04-27T20:45:05.600+01:00Era giunta l’ora di resistere,era giunta l’ora di essere uomini...<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="background-color: #fff2cc;"><span style="color: #20124d;"><span style="font-size: small;"><b>●
Durante le celebrazioni chivassesi della Festa della Liberazione, venerdì 25
aprile 2014 si sono svolte le orazioni ufficiali nella sala conferenze di
Palazzo Einaudi. Il sindaco chivassese Libero Ciuffreda ha annunciato l’avvio
di un gemellaggio culturale con il Comune di Ventotene, legando la Carta di Chivasso al
Manifesto di Venetotene, anch’esso un documento federalista. Di seguito, pubblichiamo
il testo integrale dell’orazione ufficiale dell’Anpi di Chivasso, tenuta dal
giornalista Renato Dutto. </b></span></span></span></div>
<span style="color: #20124d;"><span style="font-size: small;"><b>
</b></span></span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><b><i>Gentile Sindaco, Autorità civili, militari,
religiose e scolastiche, Valorosi Partigiani, Antifascisti e Gentili studenti e
cittadini</i></b></span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Apprendo con grande piacere l’annuncio del sindaco
di Chivasso, dottor Libero Ciuffreda, del gemellaggio che verrà avviatro con
l’siola di Ventotene, dove nel 1941 venne redatto un documento federalista che
preconizzava l’Unione dei Paesi Europei, il Manifesto di Ventotene. Un’isola
che è stata pure luogo di confino, durante il tragico ventennio fascista, di
politica del calibro di Sandro Pertini, Giorgio Amendola, Umberto Terracino e
Giovanni Longo. Furono proprio tre confinati politici, Altiero Spinelli,
Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, a redarre il Manifesto di Ventotene.</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">In questa orazione dell’Anpi, nel giorno della Liberazione,
è necessario ricordare che guerra e fascismo hanno rappresentato un tragico
binomio, che sconvolse prima l’Europa e poi il mondo intero. Milioni di morti e
distruzioni apocalittiche, a causa di una feroce follia innescata da due
dittatori: Hitler e Mussolini. </span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4cHrRWKVukM9XzVCvtI__bmG3P1O_9ea66H7zSq3irfgxtkra3PbgJYVIwVEJL1KdlVltPjtfNIEDQAHzcmBzT0pSeHZcUlfL-0VSDFg90CaDc-dHDpb5mGdRk5ZOyQFlPtposKDIBQor/s1600/foto+Partigiani.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4cHrRWKVukM9XzVCvtI__bmG3P1O_9ea66H7zSq3irfgxtkra3PbgJYVIwVEJL1KdlVltPjtfNIEDQAHzcmBzT0pSeHZcUlfL-0VSDFg90CaDc-dHDpb5mGdRk5ZOyQFlPtposKDIBQor/s1600/foto+Partigiani.gif" height="129" width="200" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">La Germania, dopo aver annesso l’Austria, conquistato la Boemia e sottomesso la Slovacchia, nel
settembre 1939 invase la
Polonia. Un’aggressione che provocò la dichiarazione di
guerra di Francia e Inghilterra e l’esplosione della seconda guerra
mondiale. Quando nella primavera del ’40
l’esercito tedesco sfondò le difese francesi, anche Mussolini dichiarò guerra
alla Francia e alla Gran Bretagna: voleva avere dei “<i>morti da giocarsi sul tavolo della pace</i>”, avviando anche per l’
Italia una tragica avventura che seminò morte e distruzioni. Il primo atto
della tragedia si chiuse il 25 luglio del ’43, con la caduta di Mussolini. </span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Il secondo atto riprese con l’8 settembre quando
Badoglio, nomintato in sostituzione del Duce, firmò l’armistizio con gli
alleati e le truppe naziste occuparono il centro-nord, per tentare di bloccare
l’avanzata degli alleati. </span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">È soprattutto in questa fase che l’eroico contributo
del movimento partigiano diventò essenziale per la liberazione dell’Italia.</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Le sofferenze, le battaglie, la fame, le torture, le
morti che subirono i partigiani consentirono al nostro Paese di riscattarsi
soprattutto moralmente e di essere protagonisti della lotta per
l’autodeterminazione e per la cacciata dei fascisti e degli invasori nazisti.</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Una data importante, dunque, quella del 25 aprile,
che venne scelta, il 22 aprile 1946, con un Decreto legislativo
luogotenenziale, per “<i>la celebrazione
della totale Liberazione del territorio italiano, dichiarandola festa nazionale</i>”.
Una scelta convenzionale, perché il 25 aprile 1945 fu il giorno della
Liberazione di Milano e di Torino, Entro il 1° maggio, poi, tutta l’Italia
settentrionale venne liberata: Bologna il 21 aprile; Genova il 26 aprile,
Venezia il 28 aprile.</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Gli italiani riacquistarono la libertà, ma il Paese
era stato distrutto da cinque anni di guerra e da venti anni di dittatura
fascista. Simbolicamente, il 25 aprile rappresenta dunque l’avvio di un
percorso storico che proseguì con il referendum istituzionale del 2 giugno
1946, che vide la vittoria della Repubblica sulla Monarchia e con la
promulgazione della Costituzione. </span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBdOLupbkH4uZ3uZ7xUlfcLBSv2POXrkFecG7y16G1nAljINCHg5_9JGMPjeyWYFdrg3FBSsyMG3zMUipcpPL4n-sOLcL4fMJbarpBkZJnW6TurFjhE5VymxccUh5yoGvW5he25I4jUbx6/s1600/home3-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBdOLupbkH4uZ3uZ7xUlfcLBSv2POXrkFecG7y16G1nAljINCHg5_9JGMPjeyWYFdrg3FBSsyMG3zMUipcpPL4n-sOLcL4fMJbarpBkZJnW6TurFjhE5VymxccUh5yoGvW5he25I4jUbx6/s1600/home3-1.jpg" height="140" width="200" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><b>Malgrado sia una data importante, con il trascorrere
degli anni dall’aprile 1945, il rischio principale che si corre quando si
svolgono le commemorazioni del giorno della Liberazione è di scadere nella
retorica celebrativa.</b> Lo ricordai nel 2003, allorchè fui chiamato dall’allora
presidente Anpi, il compianto partigiano <b>Eugenio Banfo</b>, a tenere l’orazione
pubblica del 25 aprile, in piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa. Lo ripeto oggi,
11 anni dopo, chiamato allo stesso non facile compito dal pesidente Anpi <b>Vinico</b>
<b>Milani</b>, nonché segretario dell’Anpi provinciale di Torino. </span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Per questioni biologiche (parliamo di fatti accaduti 69 anni fa) i
protagonisti di quei giorni sono purtroppo ormai pochissimi fa noi. Una
situazione di fatto che l’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia ha
affrontato negli ultimi anni, dandosi l’obiettivo di coinvolgere maggiormente i
giovani, con iniziative di tipo storico e documentativo, ed anche
interessandoli ai racconti dei padri, che a loro volta fecero tramandare i
fatti di quegli anni da chi non è più tra noi. A questo proposito, voglio qui
ridordare le ultime due gravi perdite dell’Anpi chivassese: <b>“Notu” Costamagna e
“Pippo” (Pierino Emanuel).</b></span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: black;">Non sono un tifoso di date a memoria.
Ritengo però che sarebbe cosa buona e giusta che in tutte le scuole italiane si
insegnassero soltanto tre date, quelle che ho appena citato: una il 25 luglio
1943, la caduta del Duce; l’altra è il 25 aprile 1945 e la terza l’8 settembre
1943, il giorno dell’Armistizio e dello sbandamento dei nostri militari. Non
tante date, ma soltanto tre. Purtroppo, spesso tanti di noi (non penso solo chi
parla) abbiamo modo di verificare che questo non avviene. </span></span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: black;">Per la Resistenza, invece, non
c’è una data precisa che stabilisca quando ebbe iniziò. Come scrisse Piero
Calamandrei, semplicemente,<b> «</b><i><b>era giunta l’ora di resistere; era giunta l’ora
di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini</b></i><b>».</b> La lotta
partigiana in Italia fu caratterizzata dall’impegno unitario di tutto il fronte
delle opposizioni che il fascismo con la violenza e la persecuzione aveva
tentato di stroncare con ogni mezzo. Cattolici, comunisti, liberali,
socialisti, azionisti, monarchici, anarchici, trovarono intesa ideale e
organizzativa sotto il comune obiettivo della democrazia e della libertà. È in
quella scelta che si trovano le radici dell’Italia repubblicana. È grazie a
quella scelta, infatti, che venne a costituirsi il Comitato di Liberazione nazionale
che dopo la cacciata dei nazisti e del fascisti fu la culla per il primo
parlamento democratico e la fucina feconda della nostra Costituzione.</span></span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Molti partigiani non avevano partito, erano semplici
cittadini sentirono l’obbligo morale di combattere, un dovere verso il loro
Paese, per cacciare l’invasore straniero. Erano uomini provenienti da
esperienze diverse: studenti, lavoratori, vecchi antifascisti: in molti non si
erano mai visti prima di prendere la via della montagna. Si sottrassero alla
richiesta di collaborazione con i tedeschi, che minacciavano la deportazione o
la fucilazione per chi non si arruolasse. A molti non rimase quindi che la
scelta di scappare in montagna o sulle colline per unirsi alle bande partigiane
e combattere per la libertà. Il loro fu un apporto anche morale, di riscatto
del popolo italiano, appurato che l’apporto angloamericano fu determinante per
liberare il nostro Paese dall’invasore nazifascista. Come poi non ricordare
l’importante ruolo delle donne nella Resistenza, delle staffiste che rischiavano
la vita ogni giorno per portare viveri e fondamentali informazioni ai
partigiani? </span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><b>È</b><b> bene
ricordare in questa sede che Chivasso ed i chivassesi diedero un importante
contributo di militanza ed anche purtroppo di vittime alla lotta partigiana.</b> In
questo contesto si inserisce la fucilazione, avvenuta a Caluso, del partigiano
chivassese <b>Donato Bottero</b>, con altri 17, avvenuta il 7 aprile 1944, ad opera
dei fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana. Poi l’impiccagione di altri
cinque partigiani e la fucilazione, a Zubiena, di <b>Aldo Lusano </b>ed<b> Eugenio
Bisattini,</b> da parte del battaglione San Marco di Valerio Borghese, oltre alle
uccisionio dei partigiani <b>Onorato Cambursano,</b> <b>Giacomo Curreno </b>e<b> Boris Bradac</b>,
al quale è intitolata la sezione Anpi di Chivasso. I dati ufficiali parlano per
Chivasso di almeno 37 caduti partigiani, oltre a 28 militaru deceduti nei campi
di internamento nazisti od uccisi dai tedeschi. Vi furono anche deportati ebrei
di Chivasso, che morirono nei campi di internamento nazisti (da<b> Arrigo Levi </b>ad
<b>Abramo</b> e <b>Rosa Segre</b>). Come non ricordare poi le 47 incursioni aeree su Chivasso
(fra bombardamenti e mitragliamenti), che causarono 127 morti, 14 invalidi e
375 feriti (senza contare le vittime soprese dalle incursioni aeree sulle
strade provinciali e sull’autostrada).</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSG2z3DdAXj9YbZgKtxT-gpJJ-B75yPwn8WrE1_HUyb9i4LsyXjNwz3eQN6iReZmv3WEZvhUAJn9UklB4AmxatwxSr1R3yRr7N9fBYY90WmhAlGiKD-HYts0VOF5S-euUCqQQHsZzuchF1/s1600/NOTU576815_416048395081361_100000286129257_1549095_1697629849_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSG2z3DdAXj9YbZgKtxT-gpJJ-B75yPwn8WrE1_HUyb9i4LsyXjNwz3eQN6iReZmv3WEZvhUAJn9UklB4AmxatwxSr1R3yRr7N9fBYY90WmhAlGiKD-HYts0VOF5S-euUCqQQHsZzuchF1/s1600/NOTU576815_416048395081361_100000286129257_1549095_1697629849_n.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Questi
sono i dati del tributo di sangue versato dai chivassesi. Questa è la storia
che si deve conoscere, senza scadere nella retorica, ma nello stesso tempo
respingendo in modo fermo ogni tentativo di “svalutazione” della Resistenza e
del ruolo della lotta partigiana contro il fascismo.</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="color: black;">Dopo l’8 settembre 1943, tedeschi occuparono in pochi giorni il
Paese, disarmando e catturando in Italia e all’estero deportandoli poi nei
lager, 700 mila soldati italiani, lasciati senza ordini e direttive dal Re
Vittorio Emanuele III, dal governo diretto dal Maresciallo Badoglio e dallo
Stato Maggiore. Non si trattò, per l'Italia, di continuare una guerra perduta,
bensì di cominciarne una nuova, una guerra di Liberazione sia dall’occupante
tedesco che dai fascisti repubblichini. </span>Si
stima che i caduti per la
Resistenza italiana sarebbero stati complessivamente 45 mila.
Molti furono gli appellativi spregiativi usati dai fascisti e dai tedeschi per
definirli: disertori, ribelli, fuori legge, sino addirittura “banditi”. Erano
invece semplicemento dei partigiani, combattenti per la libertà, la pace, la
giustizia e la democrazia.</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Gente
dalla cui lotta è nata una Costituzione i cui principi fondamentali sono
importanti quanto in buona parte inapplicati. L’Italia è una Repubblica
democratica fondata sul lavoro, dice l’articolo 1 della Costituzione, ma la
contraddizione è forte se si pensa che la principale emergenza di questi ultimi
cinque anni di grave crisi economica è proprio l’occupazione. <b>Pochi giorni fa,
poi, l’Istat ci ha raccontato che in Italia ci sono 1 milione e 130 mila nuclei
familiari senza alcun reddito. Significa che milioni di persone sopravvivono
senza guadagnare nemmeno un euro al mese. Cosa dire poi dell’art. 3, che sembra
musica per le orecchie di chi ha combattuto per la giustizia:</b> “<i>Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale
e sono eguali davanti alla legge, senza distintizione di sesso, di razza, di
lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali</i>”.
Sarebbe molto interessante chiedere ai giovani se a loro avviso questo
bellissimo articolo 3 è applicato oggi in Italia, oppure no. Come si potrebbe
loro chiedere se è rispettato l’articolo 11, quello sull’Italia che ripudia la
guerra come strumenti di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali. Potremmo proseguire a lungo,
decantando i primi 11 articoli della nostra Costituzione, che va certamente
difesa, e che padre David Maria Turoldo definiva il “<i>Vangelo della Repubblica</i>”. L’assetto istituzionale della Costituzione
deve, pure esso, essere difeso, rispettando la centralità del Parlamento, che
rappresenta i cittadini e che efettua il controllo sull’attività del Governo.
L’Anpi nazionale ed anche l’Anpi provinciale di Torino sono infatti molto
preoccupati ed allarmati in merito alla recente proposta del Governo di
riformare gli organi legislativi previsti dalla Costizione. Una riforma che,
combinata con gli efftti di una legge elettorale come quella approvata dalla
Camera, mira ad irrobustire i poteri del Presidente del Cosniglio e del
Governo, contribuendo ad una ulteriore e grave riduzione dei margini di
democrazia, che già da tempo subiscono una lenta ma progressiva erosione. La Costituzione, nata
dalla Resistenza, ha subito negli anni diversi tentativi di modifica, troppo spesso
caratterizzati da contingenti urgenze politiche, che hanno determinato profonde
incongruenze e squilibri tra i principi in essa sanciti. L’Anpi è consapevole della
necessità di aggiornare il testo costituzionale, per esempio per superare il bicameralismo
pefetto, ma rispettando la centralità del Parlamento.</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Per
concludere vorrei leggere alcune frasi di un diciottenne che venne fucilato dai
repubblichini il 4 maggio 1944, <b>Giordano Cavestro</b>, che morì a Bardi, in quel di
Parma, ma che avrebbe potuto perdere la vita in qualsiasi luogo di battaglia
nel nord Italia da liberare: “<i>Se vivrete,
toccherà a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così
caldo, le mamme così buone e le ragazze così care. La mia giovinezza è
spezzata, ma sono sicuro che servirà da esempio</i>». Tutti noi dovremmo
chiederci se veramente è servito da esempio il sacrificio di questo e di altri
partigiani. Quando pensiamo alla nostra Italia devastata dalla speculazione
edilizia, all’ambiente violentato dagli inquinatori, alle alluvioni provocate dall’incuria,
quando pensiamo ai 3 milioni di disoccupati, ai governi inadeguati che hanno
gestito l’Italia senza affrontare i problemi. <b>Quando pensiamo alle ingiustizie
come quella di ieri, 24 aprile, con la sentenza sulla Thyssen Krupp che tanto
ha amareggiato i familiari delle vittime. Oppure se pensiamo ai cittadini che
non partecipano alla vita pubblica, che non si interessano dei problemi di
tutti, allora potremmo essere indotti a dire che il sacrificio dei partigiani
non è servito.</b></span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Bisogna
però continuare a lavorare per fare in modo che accada di nuovo come nel 1943,
quando di fronte ad un’Italia in ginocchio tanti giovani si misero in gioco per
migliorare il proprio futuro, risciando la vita, salendo in montagna o sulle
colline, con la fame, il freddo, la paura, male armati ed equipaggiati, con un
fazzoletto al collo rosso per i garibaldini, verde per chi era di Giustizia e
Libertà e celeste per le forze autonome. </span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: small;">Oggi
la Resistenza
si fa e si deve fare tutti i giorni, difendendo i diritti, combattendo la
xenofobia e ribattendo a chi sostiene che, in fini dei conti, c’è stato un
primo “fascismo buono”, anche se era quello dell’olio di ricino. </span></b></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Il
compianto partigiano Eugenio Banfo, quando sentiva affermare da alcune parti
politiche che gli eccidi nazifascisti sarebbero stati provocati dalle azioni
degli stessi partigiani, rispondeva: “<i>Queste
erano le medesime cose che dicevano i fascisti in quell’epoca</i>”. Il valore
di queste manifestazioni ed il mantenimento della memoria (che non è solo
lucidare le lapidi e posare i fiori, mansione pur essa importante)
rappresentano dunque funzioni fondamentali a cui l’Anpi assolve. È necessario però che tutti i convinti antifascisti non abbassino mai la guardia,
coinvolgendo ed appassionando le nuove leve.</span></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: small;">
</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><b><i></i></b><b><i>W
il 25 Aprile. W la
Liberazione. </i></b></span>
</div>
<br />
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<![endif]--><span style="font-size: small;"><b><i> </i></b></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-71113230507911321042014-04-01T18:03:00.000+01:002014-04-01T18:03:25.730+01:00Verso la svolta autoritaria...un importante Appello...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaUDOEYsgSEWgYoeilXF-UNRnT0pAxv_67udf4rmpt1KwVpwOQaXlexIc_A6hnNIHowNvxXHPpgrRJwLmTLQr8AXdM7_HUWZdLjl4FnjOl7hX7U2C1BfOujYOE9SbQZNZlprpwAqmyfmDg/s1600/mani.bmp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaUDOEYsgSEWgYoeilXF-UNRnT0pAxv_67udf4rmpt1KwVpwOQaXlexIc_A6hnNIHowNvxXHPpgrRJwLmTLQr8AXdM7_HUWZdLjl4FnjOl7hX7U2C1BfOujYOE9SbQZNZlprpwAqmyfmDg/s1600/mani.bmp" height="141" width="200" /></a></div>
<b>Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la nostra
Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato
dalla sentenza della Corte costituzionale n.1 del 2014, per creare un
sistema autoritario che dà al Presidente del Consiglio poteri padronali.<br />
Con la prospettiva di un monocameralismo e la semplificazione
accentratrice dell’ordine amministrativo, l’Italia di Matteo Renzi e di
Silvio Berlusconi cambia faccia mentre la stampa, i partiti e i
cittadini stanno attoniti (o accondiscendenti) a guardare. La
responsabilità del Pd è enorme poiché sta consentendo l’attuazione del
piano che era di Berlusconi, un piano persistentemente osteggiato in
passato a parole e ora in sordina accolto.<br />
Il fatto che non sia Berlusconi ma il leader del Pd a prendere in mano
il testimone della svolta autoritaria è ancora più grave perché
neutralizza l’opinione di opposizione. Bisogna fermare subito questo
progetto, e farlo con la stessa determinazione con la quale si riuscì a
fermarlo quando Berlusconi lo ispirava. Non è l’appartenenza a un
partito che vale a rendere giusto ciò che è sbagliato.<br />
Una democrazia plebiscitaria non è scritta nella nostra Costituzione e
non è cosa che nessun cittadino che ha rispetto per la sua libertà
politica e civile può desiderare. Quale che sia il leader che la
propone.<br /> </b><br />
Primi firmatari:<br />
Nadia Urbinati<br />
Gustavo Zagrebelsky<br />
Sandra Bonsanti<br />
Stefano Rodotà<br />
Gino Strada. Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-90493882947717932592014-03-31T20:41:00.000+01:002014-03-31T20:41:27.568+01:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMDUqiKKcm8vQy2hxDnxCLQtLmqZD1tS6Rb-Tiz6EFb_X5HjeCRmylVNvhInT9EHibmrsbcQiqq-M6Cc0GiJiPP8924Ojh8VUzrwmRE1HXJoPQIF7YWTNZTXeOI-GMmPOyHIUCt9bPTLOH/s1600/costituzione_chivasso400.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMDUqiKKcm8vQy2hxDnxCLQtLmqZD1tS6Rb-Tiz6EFb_X5HjeCRmylVNvhInT9EHibmrsbcQiqq-M6Cc0GiJiPP8924Ojh8VUzrwmRE1HXJoPQIF7YWTNZTXeOI-GMmPOyHIUCt9bPTLOH/s1600/costituzione_chivasso400.jpg" height="640" width="454" /></a></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-58501142324159090442014-03-31T20:38:00.001+01:002014-03-31T20:38:52.753+01:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3yKX512wdtEiCZm5ZTAN2i0nU-4KUog9L0NyWcYj3cjBiJ7OqINIUo-vFhas_qqPeY8w-lFQfJ_v8qRSt59I9FEKkoE5IGTnJjR1GFoNr2qjRyG3mLdW5w-9YoYtlQ4kY_fN8Vnnp1VKP/s1600/coccole10150542_842502782442919_195954935_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3yKX512wdtEiCZm5ZTAN2i0nU-4KUog9L0NyWcYj3cjBiJ7OqINIUo-vFhas_qqPeY8w-lFQfJ_v8qRSt59I9FEKkoE5IGTnJjR1GFoNr2qjRyG3mLdW5w-9YoYtlQ4kY_fN8Vnnp1VKP/s1600/coccole10150542_842502782442919_195954935_n.jpg" height="640" width="452" /></a></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-82654029732028052102014-03-31T20:31:00.001+01:002014-03-31T20:31:19.286+01:00Abbiamo già dato...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWrOh70hzfPdX_4mOTJohi4a7uSwnyZ0nntJftgGCDmCbKStxsCe4Ja5NxfccEuAzrp_aZfAJGtM8HHb38KeceTUHpNlzQVEw0MOEqWuBdnfqJW5TFkEKIcqHUzAuPtxwQPTd3p1G8OGY2/s1600/ilnulla.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWrOh70hzfPdX_4mOTJohi4a7uSwnyZ0nntJftgGCDmCbKStxsCe4Ja5NxfccEuAzrp_aZfAJGtM8HHb38KeceTUHpNlzQVEw0MOEqWuBdnfqJW5TFkEKIcqHUzAuPtxwQPTd3p1G8OGY2/s1600/ilnulla.jpg" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><b>CHIVASSO: Legambiente Chivasso e Associazione Terrasana chiamano i poglianesi a raccolta</b></span>.<br /><br /><b>L’Assemblea riunitasi venerdì 28 marzo, nella sala ProLoco di frazione Pogliani, ha deciso ad unanime intendimento dei presenti d’invitare tutti i residenti della frazione Pogliani a partecipare alla prossima riunione della Consulta Ambientale di Chivasso che si terrà giovedì 3 aprile alle ore 20.30 in sala consiliare del Comune di Chivasso.<br />L’Assemblea ha ribatito inoltre il no secco al milione di metri cubi di rifiuti previsti dal progetto WastEnd e farà sentire la propria voce in sede di Consulta Ambientale. La discarica di Chivasso insiste sul territorio da ormai 30 anni ed è giunto il tempo di porre la parola fine all’espasione della discarica.</b><br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-10363687717825279282014-03-19T18:31:00.001+01:002014-03-19T18:31:26.879+01:00la storia delle cose...<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="//www.youtube.com/embed/dCx5yBgBelQ" width="540"></iframe><br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-5373468648219257512014-03-01T16:04:00.001+01:002014-03-01T16:04:57.806+01:00Lista Tsipras, per riattivare l'energia solidale...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1fpskJydX2I9CosaxJUooBQ5voKw4Zz71_j6bYjsdur27IYeU-ktMN8c_BThlPw-7XZhCh9UWCDTuS1tVkqyRnw8d3S9CSDz-dpk5_SE29GCi9t1ohUCAyyGd-34cTc03KdJlbOf9yR8x/s1600/TSIPRAS85849840-71ade4fe-932c-4e6f-b706-19635ee0b24e.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg1fpskJydX2I9CosaxJUooBQ5voKw4Zz71_j6bYjsdur27IYeU-ktMN8c_BThlPw-7XZhCh9UWCDTuS1tVkqyRnw8d3S9CSDz-dpk5_SE29GCi9t1ohUCAyyGd-34cTc03KdJlbOf9yR8x/s1600/TSIPRAS85849840-71ade4fe-932c-4e6f-b706-19635ee0b24e.jpg" /></a></div>
<b>I movimenti che si sono espressi in modo scoordinato tra il 2010 e il
2011 non hanno arrestato l’offensiva finanziaria perché la democrazia e
la protesta non hanno alcuna efficacia nell’Europa del dogma
monetarista. </b><span id="more-12401"></span>
La democrazia è cancellata da organismi di decisione su cui le
istituzioni parlamentari non hanno alcuna influenza, come mostrarono in
maniera definitiva le dimissioni imposte a Papandreou che aveva osato
chiamare il popolo greco a decidere con un referendum su misure decisive
per il suo futuro. Il piano dell’astrazione finanziaria è inattingibile
da parte delle forme di azione tradizionali dei movimenti. Lo sciopero
come la dimostrazione e perfino l’azione popolare armata non possono
incidere su dinamiche totalmente disincarnate come quelle della finanza.<br />
La sola strada per la sopravvivenza sociale è quella di una
sottrazione attiva, che deve organizzarsi a livello economico con
l’insolvenza di massa, a livello monetario con la creazione di monete
comunitarie come quelle che stanno nascendo e dovranno diffondersi man
mano che il disastro economico si approfondisce. E dovranno organizzarsi
con la ricostituzione dell’orizzonte culturale, immaginativo, entro il
quale si muove la vita sociale.<br />
Ma perché un simile processo si consolidi occorre un grado di
solidarietà che la società europea, devastata dalla precarizzazione<br />
del lavoro e dal predominio culturale del principio di competizione,
non possiede più. Soltanto a partire da una solidarietà sociale che al
momento appare dissolta dalla depressione competitiva, diventa possibile
intraprendere un processo duplice: insolvenza attiva, appropriazione,
creazione di forme di scambio sottratte al ciclo monetario – e
riattivazione dell’energia immaginativa della società.<br />
La presentazione della lista Tsipras può funzionare come l’attivatore
dell’energia solidale se sappiamo comprenderne la possibile funzione.
La sua funzione non è l’opposizione politica, né aspirazione a ruoli di
governo. La sua funzione è quella di disegnare un nuovo orizzonte per il
processo europeo. E’ una funzione essenzialmente culturale,
essenzialmente immaginativa: come può la società europea sottrarsi al
dominio finanziario?<br />
Immaginiamo che un giorno non lontano l’edificio finanziario crolli
(fantasia non tanto improbabile). Forse per questo i medici perderebbero
la loro capacità di curare, e gli informatici perderebbero la loro
capacità di creare software, e i poeti la loro capacità di costruire
castelli di parole? Certamente no. La società europea è enormemente
ricca, checché ci vengano a dire i lugubri funzionari dell’economia
finanziaria. E’ ricca di competenze intellettuali, di capacità tecniche,
ma se si vuole evitare l’impoverimento occorre sottrarre la potenza
dell’intelletto generale dal dominio formale del capitalismo
finanziario.<br />
La candidatura Tsipras è l’occasione per iniziare una campagna –
essenzialmente culturale – per l’indipendenza della società dalla forma
che la intrappola.<br />
<i><b>Franco Bifo Berardi.</b></i><br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-51819485446624277432014-02-28T11:18:00.002+01:002014-02-28T11:18:15.457+01:00Ciao Comandante Pippo!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSKUuBwzBhHVKgA7_hJNnVGUk6Yv9zp8LZjXQnGjhtSH2_Tnuqbv2udK0NB9upzaW7p-c4c5_ROuhbqiGTylohURF15uKkBnzJDtc_qrD61tGryujmTi8pkML55O9tmRJMln-Ix_RsbF9t/s1600/PIPPO+PIERINO+EMANUEL3073.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSKUuBwzBhHVKgA7_hJNnVGUk6Yv9zp8LZjXQnGjhtSH2_Tnuqbv2udK0NB9upzaW7p-c4c5_ROuhbqiGTylohURF15uKkBnzJDtc_qrD61tGryujmTi8pkML55O9tmRJMln-Ix_RsbF9t/s1600/PIPPO+PIERINO+EMANUEL3073.JPG" height="400" width="300" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<b><span style="font-family: Arial;">Con grande dolore informiamo che è mancato il partigiano Pippo, nome di battaglia di Pierino Emanuel, di
Monteu da Po. </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
<b><span style="font-family: Arial;">Combatté sulle colline di Coccolato, Aramengo, Piazzo e Montiglio.
Pochi giorni prima della cattura e della fucilazione della Banda Tom a Casale
Monferrato, effettuò un’azione con Tom e gli altri giovani martiri della Banda
partigiana. I funerali domani, alle ore 10, nella chiesa parrocchiale (quella in
alto) di Monteu da Po. Pippo avrebbe compiuto 90 proprio domani, sabato 1° marzo
2014.</span></b></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-51915663250209276422014-02-25T16:57:00.001+01:002014-02-25T16:57:39.305+01:00Progetto SMC. Quale futuro per Chivasso??<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-size: small;">La
riunione delle Commissioni riunite avvenuta il 20 febbraio è stata un
momento importante di trasparenza e chiarezza. Con questo passaggio si è
usciti dalle voci e dalle illazioni relative al progetto Waste-End.</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Come
Rifondazione Comunista avevamo chiesto fin dall’inizio che si procedesse
con estrema trasparenza e ringraziamo il Sindaco per aver voluto fare
questo passaggio istituzionale, dove è stato chiarito di cosa stiamo
parlando.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixpUVr_P2rdJKppDEtAM9MoHVLh_3rCK0eMOb6OVP5FNJLyZX5JyET57llI3sxrVLJoXbFWL_Sen6ZbwOc3pIgGHQwgsRPMUjceK1BV_7vgAOXt1eBnXjJdf2S70LDSNd7gNVdZqamjQ4u/s1600/RIFIUTOBIDON398640_181953131904517_1846814424_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixpUVr_P2rdJKppDEtAM9MoHVLh_3rCK0eMOb6OVP5FNJLyZX5JyET57llI3sxrVLJoXbFWL_Sen6ZbwOc3pIgGHQwgsRPMUjceK1BV_7vgAOXt1eBnXjJdf2S70LDSNd7gNVdZqamjQ4u/s1600/RIFIUTOBIDON398640_181953131904517_1846814424_n.jpg" height="320" width="320" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><strong>Innanzitutto si è chiarito che attualmente non c’è nessun progetto. </strong></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Come
correttamente ha dichiarato il rappresentante della Provincia di Torino,
il dott. Soldi, attualmente sul tavolo c’è una suggestione, un idea, ma
nulla che sia paragonabile ad un progetto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Questo
non ci impedisce di trarre le prime considerazioni su quanto esposto,
ovvero sul fare a Chivasso un polo per il trattamento e lo stoccaggio
dei rifiuti di dimensione nazionale, ben oltre le necessità sia del
nostra Bacino che della portata degli impianti di lavorazione previsti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"> <strong>Su
questo punto il relatore di SMC è stato molto chiaro, confermando che
l’80/90% del materiale che verrà stoccato in discarica proverrà da fuori
bacino e i conferimenti dagli impianti previsti non copriranno i
quantitativi di stoccaggio previsti per la discarica di Regione Pozzo.</strong></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">L’idea
presentata si configura come una soluzione all’avanguardia e innovativa
per raggiungere la scomparsa del rifiuto, ma la condizione necessaria
per il raggiungimento di Rifiuti Zero è che ci sia una discarica
notevolmente più ampia del rifiuto trattato che sostenga la lavorazione
dei medesimi.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Ci sembra una dichiarazione molto deludente e contraddittoria.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Tutta
l’innovazione e la sperimentalità dell’operazione si traduce per i
proprietari della discarica, nella garanzia che si continueranno ad
interrare rifiuti, in misura maggiore di quanto il territorio e
l’impiantistica prevista ne produca.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">In
pratica ci è stato detto che trattare i rifiuti non è economicamente
vantaggioso, e che SMC non intende investire in questo settore senza
avere la garanzia di un guadagno facile e sicuro come la gestione di una
discarica, non intendendo scommettere sul trattamento e il recupero del
rifiuto, che giudica economicamente incapace di garantire un ritorno
economico adeguato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Questo
fatto mette seriamente in discussione l’intera operazione. E’ evidente
che se l’impiantistica prevista non è in grado di reggersi da sola, in
base al ricavo di quanto produce, nessuno può garantire che un domani si
continui la produzione, o che la stessa lavorazione non venga spostata
in zone dove i costi sono più bassi e più remunerativi per l’azienda che
li gestisce.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Inoltre
l’ampliamento della discarica partirebbe da subito, mentre per
l’impiantistica i tempi sono più lunghi, e non vorremmo poi trovarci,
tra qualche anno, con la discarica come unico impianto in funzionamento,
a fronte di impreviste difficoltà o sopravvenute scelte aziendali.
L’Italia è piena di zone industriali fantasma dove imprenditori avevano
promesso di tutto e di più, ma che poi sono rimaste o lettera morta o
scheletrici capannoni abbandonati.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">A
queste considerazioni va aggiunto il fatto che il mantenimento degli
impianti e della discarica è legato al conferimento di merce da fuori
bacino.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Questo
apre lo spazio alle infiltrazioni della criminalità organizzata che
proprio sulla movimentazione dei rifiuti è fortemente presente e ricava
guadagni consistenti. La stessa SMC è coinvolta in indagini che
riguardano un traffico di rifiuti nocivi, seppur come soggetto coinvolto
a propria insaputa, almeno da quanto è emerso dalle notizie fino ad
oggi conosciute. Quali garanzie e quali procedure si intendono
utilizzare per evitare fatti analoghi in futuro?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><strong>E’
quindi evidente che prima di discutere i dettagli tecnici, che nessuno
ha ancora fornito, sia necessario che questa Amministrazione decida se
l’idea di far nascere questo polo di trattamento dei rifiuti sia quanto
si vuole per il futuro di Chivasso. </strong></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><strong>Una
scelta che riguarda il futuro dei Chivassese e che presuppone una
condivisione della visione che si ha del futuro della nostra città.</strong></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">A noi
sembra che questo sia profondamente in contrasto con quanto promesso e
dichiarato nel programma con il quale ci siamo presentati alle elezioni.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><strong>Il
domani che pensavamo non è quello di far diventare Chivasso una
pattumiera per l’Italia intera, accettando che regione Pozzo continui ad
essere una discarica per l’eternità.</strong></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><strong>Ci
sembra evidente che quanto proposto sia in netto contrasto con il punto
relativo alla moratoria di impianti ad impatto ambientale negativo,
come abbiamo scritto nel programma, specie in un territorio, che come ha
giustamente ricordato il Tecnico della Provincia, detiene il record
negativo di territorio che ha accolto più rifiuti di tutto il Piemonte,
dopo la discarica di Torino. </strong></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><strong>Se
poi qualcuno ha cambiato idea, o se le condizioni oggettive sono
cambiate, chi lo ritiene ha l’onere di dichiararlo e di prendersi la
responsabilità del cambio di prospettiva e sottoporsi ad una
validazione, ad esempio con un referendum che permetta a tutti di
esprimere il proprio parere su una prospettiva che riguarda il nostro
futuro ben al di là di questa Amministrazione.</strong></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><strong><em>Per
quanto ci riguarda noi vogliamo affermare con forza la nostra
contrarietà a questa proposta, a meno che non sia possibile un serio
ripensamento sui volumi di materiali da trattare e da conferire in
discarica.</em></strong></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Non
possiamo fare a meno di ricordare che tra le idee portanti
dell’ambientalismo relativo alla gestione del rifiuto, oltre alle 4 erre
(<em>Riduzione, Riutilizzo, </em><em>Riciclo</em><em>, Recupero) </em>ci sia anche un concetto per noi basilare: il rifiuto deve essere trattato da chi lo produce.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Dimenticarsi
di questo vuol dire sottrarre responsabilità e dare spazio a chi non
pensa all’ambiente ma ai propri affari, leciti o meno che siano.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Nessun
pregiudizio da parte nostra su questo tema, ma una attenta valutazione
della proposta e delle conseguenze su un territorio merita di essere
bonificato, non ulteriormente sfruttato.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">E’
evidente che se non si chiarisce questo punto le discussioni su tavoli
tecnici sono solo un metodo per evitare di affrontare il tema centrale,
che è il futuro della nostra Città.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<strong>Massimo Zesi – <i>Partito della Rifondazione Comunista, circolo A. Gramsci, Chivasso.</i></strong></div>
<div class="span3" id="rightbar-w">
<div id="sidebar">
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<div style="text-align: center;">
<span style="color: red; font-family: tahoma,arial,helvetica,sans-serif; font-size: medium;"><span style="color: red;"><a href="http://liberazione.it/" target="_blank"></a></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
</div>
</div>
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</div>
</div>
</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-80217997811827515632014-02-23T10:11:00.000+01:002014-02-23T10:11:15.760+01:00I padroni dell'informazione e le pecore Dolly della politica...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5sOjPiPyzQCVLYQ5PuC8o2kV9b-zE0s1-JPNzBJ4N80TTQhqzXbau6e7tkAqynDk_UyoCg0dJHbjVm7n_fXQEcruzW793bmvzWRet76yDVEOckF7Nn3dnhJOwcUF9dwW8srhODtEUUqmA/s1600/PECORADollyscotland.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5sOjPiPyzQCVLYQ5PuC8o2kV9b-zE0s1-JPNzBJ4N80TTQhqzXbau6e7tkAqynDk_UyoCg0dJHbjVm7n_fXQEcruzW793bmvzWRet76yDVEOckF7Nn3dnhJOwcUF9dwW8srhODtEUUqmA/s1600/PECORADollyscotland.JPG" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Quando nel 1994 Silvio Berlusconi vinse
le elezioni per la prima volta fu sollevato lo scandalo sul ruolo
determinante che nel risultato elettorale aveva giocato il suo controllo
su una parte rilevante del sistema della informazione. </b>Questo scandalo
non era solo sollevato da sinceri democratici, ma anche da quella parte
del mondo dell'informazione controllata da chi era estraneo od ostile
agli interessi di Berlusconi. <span style="line-height: 1.3em;">Ora De
Benedetti, Berlusconi, Squinzi, Caltagirone, John Elkann, i
rappresentanti italiani di Murdoch, cioè tutti coloro che in Italia
gestiscono il sistema dell'informazione, e mi scuso con chi ho
dimenticato, sono sostenitori, simpatizzanti o disponibili verso Matteo
Renzi. (...)</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="line-height: 1.3em;">Il suo
è il primo governo delle larghe intese radio televisive, visto che
l'ente pubblico Rai è da sempre il puro registratore dei rapporti di
potere e quindi sta con Renzi per vocazione naturale. </span></div>
<div>
Renzi
è stato mediaticamente costruito ben più del padrone di Mediaset.
Finora è stato solo un mediocre sindaco di Firenze, che non ha dato
nessun particolare segno di innovazione: ha litigato con i tranvieri ,
ha lamentato le difficoltà a trovare i soldi per coprire le buche nelle
strade, ha tagliato un pò di servizi accusando Roma, insomma ha fatto
modestamente quello che fa la normalità dei sindaci, naturalmente
godendo dello scenario di una delle città più belle del mondo. Cosa lo
ha fatto diventare presidente del consiglio allora? Un gigantesco
investimento mediatico sulla sua persona.</div>
<div>
<b>Se
penso a quello che devono fare coloro che perdono il lavoro per farsi
ascoltare, salire sulle gru è il minimo, o al fatto che il congresso
CGIL, dove sono in discussione questioni rilevantissime per il lavoro ed
il paese, è emerso dalle nebbie mediatiche quando Landini è stato
minacciato di provvedimenti disciplinari e qualcuno è stato aggredito in
una normale assemblea. Se penso a come funziona davvero la selezione e
la costruzione delle notizie e delle personalità pubbliche nel mondo di
oggi, resto stupito della magnifica costruzione mediatica che ha portato
al governo del paese lo sconosciuto Renzi.</b></div>
<div>
<br /></div>
<div>
E ora la costruzione continua, il governo è un format. </div>
<div>
<br /></div>
<div>
Tolto
il ministro della economia che è il fiduciario delle banche e del Fondo
monetario internazionale, lì non si scherza, e qualche figura chiamata
per maquillage democratico, il format del governo è: i giovani al potere
finalmente. </div>
<div>
<b>Peccato che questi giovani siano
tutti pecore Dolly della politica.</b> Ricordate quell'ovino clonato che i
realtà si scoprì essere nato già biologicamente vecchio?</div>
<div>
<br /></div>
<div>
Ecco,
la gioventù al governo è tutta clonata dai precedenti gruppi dirigenti,
lo stesso presidente del consiglio a me ricorda un pò Craxi e un po'
Forlani, con una spruzzata di Andreotti per il gusto delle battute
ciniche. Essi devono rappresentare il nuovo nella più pura tradizione
del Gattopardo: cambiare proprio tutto perché non cambi proprio nulla.</div>
<div>
Ma
perché tutto questo? Perché i governi tecnici nella loro fredda
brutalità distruggono consenso e questo è molto pericoloso per un
sistema di potere che sa perfettamente che le politiche di austerità non
sono una emergenza temporanea, ma il modo di funzionare che si vuole
imporre all'economia e alla società per tutti i prossimi anni. Ci vuole
più consenso e quindi bisogna inventare una narrazione che appassioni un
poco, che illuda che alla fine usciremo dalla crisi. Renzi serve a
questo, intanto passa un po' di tempo poi si vedrà.</div>
<div>
<br /></div>
<div>
<b>Quando
poi il personaggio comincerà a stancare se ne inventerà un altro con
gli stessi mezzi, sono sicuro che i talent scout del palazzo sono già al
lavoro nella selezione tra nuove sconosciute promesse.</b></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Oggi
i signori dell'informazione sono al governo del paese, verrebbe da
dirgli: governate allora! Ma sono sicuro che quando le cose cominceranno
ad andare come al solito la grande informazione si scoprirà di governo e
di lotta e contribuirà alla caduta di Renzi, come è accaduto agli
inizialmente santificati Monti e Letta </div>
<div>
Questo
almeno fino a che tutte e tutti coloro che son fuori dai palazzi non
saranno in grado di organizzarsi e di scontrarsi con i poteri veri, per
cambiare le cose sul serio.</div>
<div>
<span style="font-size: x-small;"><i><b>Girgio CREMASCHI. </b></i></span></div>
<div>
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-12730042926372187592014-02-17T23:01:00.002+01:002014-02-17T23:01:45.692+01:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm_8EpISgTRB8OM3pw9mQhgT87cZk1ROKL7C9B-mxKG9jFtkduEbj9GeF4w5mewLLQCiZNddIOp-BDxtQ4YeoDnf4UWlFA4-SV9AN6VXSiCiSLowOpqyz0rn8sZKMdcJXC9dc4AEG_kfAv/s1600/liberitutti1947409_4037865922293_439531948_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhm_8EpISgTRB8OM3pw9mQhgT87cZk1ROKL7C9B-mxKG9jFtkduEbj9GeF4w5mewLLQCiZNddIOp-BDxtQ4YeoDnf4UWlFA4-SV9AN6VXSiCiSLowOpqyz0rn8sZKMdcJXC9dc4AEG_kfAv/s1600/liberitutti1947409_4037865922293_439531948_n.jpg" height="640" width="434" /></a></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-6183761666333243782014-02-15T17:49:00.001+01:002014-02-15T17:49:23.361+01:00Acqua come merce...<h1 style="text-align: center;">
<span style="color: red;">Il PD lascia la porta aperta alla privatizzazione di SMAT.</span></h1>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9ewh9fO6jepE8BvN62nBNfecIqiF2-PNboMoXDTWPWNaKJYQJ4G3qfpWd4WUbx_zAN3-NxDPBWNj9_ngx7vyG_GivFX3aCptf4FtXzoOEHFIkXFcPCXvwedCQvm4oGXM6mpCme7A3tOWt/s1600/acquaprivataapp_full_proxy.php.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9ewh9fO6jepE8BvN62nBNfecIqiF2-PNboMoXDTWPWNaKJYQJ4G3qfpWd4WUbx_zAN3-NxDPBWNj9_ngx7vyG_GivFX3aCptf4FtXzoOEHFIkXFcPCXvwedCQvm4oGXM6mpCme7A3tOWt/s1600/acquaprivataapp_full_proxy.php.jpeg" height="133" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />Il capogruppo PD in Provincia di Torino sta facendo circolare un <span style="background-color: #f3f3f3;"><b><a href="http://www.acquapubblicatorino.org/dwd/delibere2012/20140214_PD%20-%20Comunicato%20Stampa%20SMAT_2014-01.pdf">Comunicato Stampa non veritiero</a>.</b></span><br />Egli
afferma infatti che la delibera recentemente approvata a maggioranza
dal Consiglio provinciale garantisce che “nessun privato domani possa
impossessarsi di Smat.”<br /><b><br />Non è così !</b><b> Il solo modo di
garantire la proprietà e la gestione pubblica dell’acqua lo hanno
indicato 27 milioni di italiani nel Referendum del 12 e 13 giugno 2011:
trasformare SMAT in Azienda Speciale consortile di diritto pubblico
senza scopo di lucro.</b><br /><br />Quella garanzia era contenuta nella
proposta di deliberazione di iniziativa popolare promossa dal Comitato
Acqua Pubblica Torino sostenuta da oltre 11000 firma di cittadini di
Torino e provincia.<br /><br />Il capogruppo PD l’ha fatta bocciare e l’ha
sostituita con la delibera da lui promossa che lascia la porta aperta ai
privati per l’acquisto di azioni Smat.<br /><br />Gli emendamenti allo
Statuto di SMAT di cui dice di andare orgoglioso non blindano affatto la
porta di SMAT impedendo l’entrata dei privati nel suo pacchetto
azionario.<br /><br />L’emendamento sbandierato dal capogruppo PD porta dal
75% al 90% i voti necessari per far entrare i privati in SMAT quindi il
10% a loro favore è già oggi garantito.<br /><br />Parecchi Consigli
Comunali, coerenti con l’obiettivo di rispettare il voto referendario e
impedire la privatizzazione di SMAT hanno già deliberato la
trasformazione di SMAT SPA in Azienda Speciale consortile di diritto
pubblico, come <a href="http://www.acquapubblicatorino.org/index.php?option=com_content&view=article&id=880&Itemid=291">Busano</a>, <a href="http://www.acquapubblicatorino.org/index.php?option=com_content&view=article&id=872&Itemid=290">Nichelino</a>, <a href="http://www.acquapubblicatorino.org/index.php?option=com_content&view=article&id=886&Itemid=293">Rivalta</a>, <a href="http://www.acquapubblicatorino.org/index.php?option=com_content&view=article&id=883&Itemid=289">Villar Focchiardo</a>, <a href="http://www.acquapubblicatorino.org/index.php?option=com_content&view=article&id=888&Itemid=294">Villar Dora</a>, Chiomonte, Avigliana. Altri seguiranno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: x-small;"><b><span style="color: red; font-family: verdana,geneva;"><span>acquapubblicatorino.org</span></span> </b></span></i></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-85103023657588763752014-02-13T21:15:00.002+01:002014-02-13T21:15:34.074+01:00M'illumino di meno...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgM-KAwcQ-WDzeoEfWTUrtzA3dsnCpHBFYxdShU9yhj-HoAKGC9RwS2_lxuSTErP2UC9-eNxDNstlP_vF2cdrjvwkMLPFJzzEKgINDZNy9Oni_KVE_9k_Tq2aoMb9BMABBIxB44vBVdO3MG/s1600/Milluminodimeno2014.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgM-KAwcQ-WDzeoEfWTUrtzA3dsnCpHBFYxdShU9yhj-HoAKGC9RwS2_lxuSTErP2UC9-eNxDNstlP_vF2cdrjvwkMLPFJzzEKgINDZNy9Oni_KVE_9k_Tq2aoMb9BMABBIxB44vBVdO3MG/s1600/Milluminodimeno2014.gif" height="640" width="450" /></a></div>
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-86210284252360637032014-02-10T22:45:00.000+01:002014-02-10T22:45:06.810+01:00Cosa c'è stato PRIMA delle foibe? <iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="//www.youtube.com/embed/z0EkUlgHAe4" width="400"></iframe><br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-81661734152146000492014-02-09T17:22:00.002+01:002014-02-09T17:22:29.724+01:00"Con Tsipras, la mossa del cavallo della sinsitra, ormai alla scissione dell'atomo". Intervista a Marco Revelli ...<span style="background-color: #cccccc;"><b>Marco Revelli, figlio del partigiano e scrittore Nuto, è titolare
della cattedra di Scienza della politica presso la Facoltà di Scienze
politiche dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale. E’ una
figura nota all’interno della sinistra perché non si limita a fare il
professore, lo studioso, ma perché è sempre attento all’aspetto politico
e militante che lo spinge ogni volta a dire la sua e ad organizzare
qualcosa che possa tornare utile ad una sinistra italiana in grave
crisi.</b></span> Ricorderemo tutti del difficile tentativo portato avanti insieme
ad altri intellettuali e militanti organizzato prima delle ultime
elezioni politiche, quel “Cambiare si può” stroncato, potremmo dire,
dalla scadenza elettorale oltre che dalla difficoltà del percorso
intrapreso. E poi sostituito dalla fallita avventura di Rivoluzione
civile. Anche questa volta Revelli non ha esitato a sostenere l’appello
di Barbara Spinelli a favore della candidatura di Alexis Tsipras alla
presidenza della Commissione europea. Appello firmato poi anche da
Andrea Camilleri, Paolo Flores D’Arcais, Luciano Gallino, Guido Viale e
da altre quindicimila persone, tra intellettuali, scrittori, giornalisti
e militanti comuni della sinistra. Ma ancora una volta il percorso che
porterà, ci auguriamo, la lista Tsipras a presentarsi alle prossime
elezioni europee si sta rivelando pieno di ostacoli.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-tpbl2-6vCW0_woDYVN7eOHzeISqiYgOKdspxUOq2MRSoGf-cenY84F1635Zgx5EjgUt1ZxWU8siOvll3ZjNiNSihugvs_AtUa9hlO-3gE0TlmHZDUpXy-sRvatDUJagsuvgaD-Nefb0c/s1600/REVELLI+MARCOO.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-tpbl2-6vCW0_woDYVN7eOHzeISqiYgOKdspxUOq2MRSoGf-cenY84F1635Zgx5EjgUt1ZxWU8siOvll3ZjNiNSihugvs_AtUa9hlO-3gE0TlmHZDUpXy-sRvatDUJagsuvgaD-Nefb0c/s1600/REVELLI+MARCOO.jpg" height="150" width="200" /></a><strong>Insomma Marco, anche questa volta una scadenza elettorale
costringe una realtà politica, culturale, di opinione pubblica ed
intellettuale, a fare i conti rapidamente con i nodi della propria
crisi. E a creare a tutti i costi qualcosa che possa invertire la
catastrofica tendenza al ribasso che ha caratterizzato la sinistra
d’alternativa negli ultimi appuntamenti elettorali. Impresa che diventa
complicatissima visto lo scenario fatto di macerie che abbiamo alle
spalle….</strong><br />E’ proprio questo il punto di partenza. La prima
riflessione che occorrerebbe fare è sulla dimensione e la natura della
crisi della sinistra politica in Italia. I sei firmatari di quel
documento, di quello che è noto a tutti come il documento Spinelli,
erano partiti esattamente da questa constatazione. E cioè che il rischio
che anche alle elezioni europee si rivelasse questo gigantesco cratere,
questo buco nero, per quanto riguarda l’Italia. Con la consapevolezza
che una proposta forte, come quella di sostenere la candidatura di
Alexis Tsipras alla Commissione europea, potesse essere il punto
archimedico su cui posare la leva per immaginare un modo per rimediare a
questo vuoto. Naturalmente perché la proposta abbia una minima chance
di successo e cioè non solo di raggiungere il quorum, ma soprattutto di
superarlo così come in teoria potrebbe fare per le potenzialità di
quella candidatura, è necessario un segnale molto chiaro, molto netto,
di discontinuità con le esperienze del passato. Il ceto politico tende a
rimuovere e a dimenticare, ma noi abbiamo alle spalle una serie di
fallimenti, dalla Sinistra arcobaleno alla lista Rivoluzione civile, che
ha portato alla scomparsa parlamentare del Prc e alla riduzione in
termini molto contenuti di Sel, che oggi si trova in Parlamento solo
grazie ad un’alleanza con un Pd che è cambiato radicalmente nel suo dna.
Questo è lo scenario. E per questo abbiamo insistito così tanto
sull’importanza di non riprodurre meccanismi identitari di
micro-organizzazioni ma di provare a rivolgerci ad un pubblico più
ampio. Un pubblico di democratici conseguenti se vogliamo usare questo
termine, che sono tanti. I tanti disgustati o delusi dalla politica. In
primo luogo il vecchio bacino della sinistra radicale che era valutato
fino al 2008 al di sopra del 10% e che si è perso in mille rivoli. In
parte nell’astensione, in parte nel M5S, in parte turandosi il naso nel
Pd sperando nella sinistra di quel partito, in parte in Sel, in parte
ancora in quello che resta di Rifondazione comunista e così via. E poi
una parte molto consistente di elettorato tradizionalmente di sinistra
che votava Pds prima, che ha continuato a votare Pd nonostante tutto e
che non si riconosce in Renzi. Soprattutto che non si riconosce in
questa logica istituzionale napolitanocentrica, che non si riconosce
nell’asse Napolitano-Letta, nei modi con cui Renzi ha gestito il
progetto di riforma elettorale, e che non ha certo apprezzato il modo
con cui è stato votato il decreto Bankitalia.<br />
<strong>Veniamo ai problemi largamente prevedibili che si sono
presentati all’indomani dell’uscita del vostro appello. Rifondazione
comunista si è un po’ chiusa a riccio in difesa del proprio essere
appunto un alleato di Tsipras ben prima della scelta di Barbara
Spinelli. Certamente alcuni toni sono stati, diciamo così, poco
diplomatici. Ma da parte di Rifondazione credo a volte non ci sia
abbastanza consapevolezza della propria debolezza e dello scarso potere
contrattuale che ne deriva. Senza dimenticare Sel, che un po’ guarda al
gruppo socialista, un po’ al Gue. Che cosa pensi di questo scenario al
solito così problematico?</strong><br />Io sono molto sensibile, ed è
stato anche al centro delle discussioni che si sono avute con i compagni
greci, al fatto che la candidatura di Tsipras alla guida della
Commissione europea sia stata formulata dal Partito della sinistra
europea. E questo è stato anche scritto nell’appello. Dopo di che
cerchiamo di essere realisti. Se in Italia nascesse una lista di
Rifondazione comunista come sezione italiana del Partito della sinistra
europea e basta, prenderebbe l’1%, l’1,5%, magari il 2. Se si procedesse
invece ad un tradizionale accordo tra partiti che includesse anche Sel,
si arriverebbe al 3, al 3,5. Dunque questi sarebbero gli scenari che
probabilmente avremmo di fronte. Io credo invece che bisogna pensare,
proprio tenendo conto delle esigenze strategiche di Tsipras, a qualcosa
di molto più grande. E non voglio entrare in tutti questi alambicchi che
riguardano un partito piuttosto che un altro. Faccio a riguardo
un’ipotesi puramente teorica. Se nascesse una lista che rimettesse
insieme i pezzi di quello che si è rotto cinque anni fa circa, non
cambierebbe molto il quadro. Invece, come dicevo prima, quello che noi
vogliamo è provare a mettere in moto un elettorato molto più ampio.<br />
<strong>E tuttavia il rischio legato alla creazione di due liste che sostengono Tsipras non è del tutto sventato….</strong><br />Proprio
per questo credo che l’unica strada sia quella di un appello
indipendente, esplicitamente autonomo, su un discorso molto ampio e
molto aperto, che individua quello che Tsipras e il suo partito
rappresentano e che chieda di appoggiare quella candidatura senza
necessariamente identificarsi con l’integralità di quell’appello ma
appunto sostenendo il leader di Syriza. Ricostruendo uno spazio di
convergenza all’interno del quale tutti coloro che pensano che avere il
leader della sinistra greca, anziché il rappresentante delle larghe
intese tedesche, alla guida dell’Europa come progetto, come segnale,
come presa di posizione, sia importante. Al di là delle tante differenze
di tattica e di strategia che ogni gruppo ed ogni organizzazione ha.
Per questo pensavamo che il modo migliore fosse una sorta di mossa del
cavallo, nella quale una proposta esterna alle specifiche vicende delle
diverse sinistre potesse fare il miracolo. Io spero che lo faccia.<br />
<strong>E dovrebbe essere interesse di tutti…</strong><br />Che questa
candidatura abbia un grande successo. Certamente. Mettendo un attimo da
parte quegli orgogli di partito (o anche di gruppo, nessuno è innocente)
che hanno prodotto la catastrofe.<br />
<strong>Quindi invitando anche coloro che vedono più le differenze che le cose che ci uniscono a firmare questo appello….</strong><br />Certo.
Ma purtroppo i politici fanno così. Spaccano i capelli in quattro, e la
proposta deve essere accettabile al 100% altrimenti non va bene.
Infatti la storia recente della sinistra radicale è fatta di scissioni
dell’atomo.<br />
<strong>Sperando che tutto vada per il meglio, resta il problema che
in Italia va rifondata completamente una sinistra che definirei senza
aggettivi prima ancora che socialista o comunista. E sembra dimostrare
la validità di questa affermazione il fatto che all’appello per Tsipras
abbiano aderito persone provenienti da esperienze politiche diverse. Che
ne pensi?</strong><br />Una sinistra senza questi mondi sarebbe
impensabile oggi. E si identificherebbe con un microcosmo residuale se
non si pensasse ad un allargamento. D’altra parte è lo stesso Tsipras
che chiede di fare una proposta inclusiva. Che non escluda nessuno. Che
apra un ombrello molto ampio sotto il quale possano stare le mille
sensibilità, capaci ognuna di misurarsi con un obiettivo che non è
ovviamente limitato alle elezioni di maggio. Può essere la riuscita di
quell’appuntamento un pre-pre-pre requisito, un buon modo di convergere
verso un obiettivo comune. Per avviare processi di trasformazione e di
costruzione di una sinistra. Ma sarà un processo molto lungo. Se noi
pretendessimo di uscire da questa campagna elettorale con un nuovo
soggetto faremmo un errore gravissimo.<br />
<strong>Nel Pd ci può essere qualcuno o qualcosa che nel futuro
potrebbe contribuire all’obiettivo appunto di ricostruire la sinistra in
Italia oppure ormai è una battaglia persa?</strong><br />Nell’elettorato
di quel partito credo che ci siano molte persone perplesse e indecise.
Soprattutto trattenuta dal timore che si ripropongano gli stessi errori
del passato. E che la proposta non abbia credibilità. E’ una situazione
delicatissima. Basta un’assemblea in un territorio in cui si mettono in
piazza le litigiosità varie che tutto questo mondo sparisce. Io vorrei
che ne fossero consapevoli i compagni che sono impegnati nelle altre
organizzazioni. Ma devo dire che non sempre vedo questa consapevolezza,
su quanto sia delicato e su quanto sia difficile costruire un filo di
fiducia. Parli, parli, parli ma poi esce sempre fuori dalla tasca la
bandierina. Bisogna anche considerare che questi anni non sono passati
come acqua sulle pietre. Hanno cambiato anche il carattere delle
persone, il modo di essere. Si sono formate delle comunità avvelenate.
Avvelenate dalle sconfitte, dal senso di isolamento, dalla sensazione
dell’impotenza. Che pensano di poter rimediare a tutto questo con
impennate d’orgoglio settario. Insomma è enorme il rischio
dell’avvelenamento dei pozzi. Che segue sempre le sconfitte. Invece
bisogna prendere atto delle sconfitte e provare a rimediare. E mettere
da parte la tendenza, che riguarda tutti, a mettere la propria
organizzazione davanti a tutto.<br />
<i><b>controlacrisi.org </b></i>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-51294484745613004972014-02-09T10:42:00.001+01:002014-02-09T10:42:18.699+01:00PROGETTO WASTEND E PATTO FRA SINDACI...Legambiente Chivasso e Associazione Terrasana non ci stanno!!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibphPmE7e51w37h56HUYqtUP_-RbZzDy_anUoPdLeg_BcqgpmLftopFi1IVnf4BMLJL3G-K7S3raE18eusu_A97Rl63JLYl23t5j28MSTuFc0JAvcsyrFIVWNfZ0TD3VdI-fY4PIcQ4OxT/s1600/Rifiuti+it+emergenaza_rifiuti411.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibphPmE7e51w37h56HUYqtUP_-RbZzDy_anUoPdLeg_BcqgpmLftopFi1IVnf4BMLJL3G-K7S3raE18eusu_A97Rl63JLYl23t5j28MSTuFc0JAvcsyrFIVWNfZ0TD3VdI-fY4PIcQ4OxT/s1600/Rifiuti+it+emergenaza_rifiuti411.jpg" height="264" width="320" /></a></div>
<b><span style="font-size: x-small;"><span style="color: #4c1130;"><span style="font-family: "Courier New",Courier,monospace;">A seguito dell'ultima riunione fra i soci di Legambiente Chivasso e dell’Associazione Terrasana sul progetto WastEnd, è derivato il presente Comunicato Stampa.</span></span></span><br />Come Legambiente Chivasso ed Associazione Terrasana denunciamo con estrema fermezza il metodo sbagliato di procedere dell’Amministrazione di Chivasso per la mancanza di trasparenza nei confronti delle Associazioni ambientaliste. Non è accettabile che si venga a conoscenza di un progetto che segnerà il futuro del nostro territorio esclusivamente dal sito internet di una testata giornalistica locale! Il presidente di Legambiente Chivasso, Massimiliano Tantillo, incalza: “Abbiamo notato che nell’ultima pagina del documento, è presente fra le possibili collaborazioni anche Legambiente. E’ inammissibile che si inserisca fra le possibili collaborazioni la nostra Associazione e poi non ci venga nemmeno inviato il documento in questione!” anche il presidente Mauro Frigato dell’Associazione Terrasana esprime il pensiero dei suoi soci: “Da quel poco che possiamo apprendere dalle slide rese pubbliche dal giornale La Voce del Canavese in questi giorni, come Associazione Terrasana ci riteniamo nettamente contrari al Progetto WastEnd”.<br />Entrando nel merito del documento è abbastanza palese che ancora non ci sia nulla di definito e definitivo da parte dei proponenti, le slide infatti non possono essere considerate come un vero e proprio “progetto”. Il dato più preoccupante riguarda il milione di metri cubi rifiuti in più destinati alla Discarica di Chivasso.<br />“Forse non è abbastanza chiaro che, il Patto fra Sindaci firmato il 7 dicembre 2013, sanciva la non apertura di nuove discariche o nuove cave sul territorio del chivassese ed il consumo di suolo pari a zero che, come Legambiente, Terrasana e Sindaci di Montanaro e Chivasso abbiamo firmato”, continua Tantillo “Come si può non infrangere il Patto fra Sindaci con un milione di metri cubi in più?”<br />“Non ammettiamo alcun nuovo livellamento, riammodernamento o ampliamento della Discarica di Chivasso” esprimono convintamente sia il presidente di Terrasana che il presidente di Legambiente.<br />“Pretendiamo inoltre che il tema della gestione dei rifiuti non silimiti solo a Chivasso ma che sia ben più ampio. Rivendichiamo la necessità di una programmazione sul tema rifiuti che tenga conto di tutti i progetti che SMC ha intenzione di proporre all’interno del Consorzio di Bacino 16 e rimaniamo ancora in attesa di conoscere il nuovo piano industriale di SETA”, sempre Tantillo “Vogliamo lanciare all’Amministrazione di Chivasso un appello affinché inizi a mettere in pratica quanto firmato dal Sindaco Ciuffreda nel Patto fra Sindaci partendo quindi dal primo impegno” e conclude “la vasca zero della Discarica di Chivasso deve chiudere”.</b><br />
<br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1322296303188149769.post-14976625093267166362014-02-01T17:06:00.001+01:002014-02-01T17:07:51.939+01:00SETA e dintorni, domande senza risposta...<div>
<span style="background-color: white;"><span style="font-size: large;"><b><span style="font-family: Times New Roman;">Sono oramai
quattro mesi che il Consorzio di Bacino 16 ha proclamato SMC vincitrice del
bando in cui veniva assegnato il 49% delle azioni di Seta e la gestione dei
servizi di raccolta dei rifiuti del proprio territorio per 15
anni.</span></b></span></span></div>
<div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYGK1-Q7Weks-EUxeuCVvUWNqNFfDA8ercBPVDlCHf0VJKwH3YsMJCPpONKghTj3HsyxdJ8ZBGKeuNczII7soDi6OjEfkpGJtSlNcl0RWFfINzRRnvSFxsD8ATDedZevlCxVsl_dmr8WDd/s1600/Rifiuti644412_10200756301778687_2016435028_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYGK1-Q7Weks-EUxeuCVvUWNqNFfDA8ercBPVDlCHf0VJKwH3YsMJCPpONKghTj3HsyxdJ8ZBGKeuNczII7soDi6OjEfkpGJtSlNcl0RWFfINzRRnvSFxsD8ATDedZevlCxVsl_dmr8WDd/s1600/Rifiuti644412_10200756301778687_2016435028_n.jpg" /></a></div>
<span style="mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">Nonostante sia
passato un tempo considerevole sembra che non sia successo nulla. Nessun cambio
di gestione, nessuna novità su servizi e attività, in un silenzio
tombale.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">Eppure cose da
dire ce ne sono molte, e sono diverse le domande che ci piacerebbe porre ai
nuovi gestori dei servizi di raccolta dei rifiuti del nostro
territorio.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">I cittadini
stanno continuando a pagare la
TARSU, che continua la sua inesorabile crescita, senza sapere
come questi denari verranno utilizzati.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">Il progetto
industriale che è stato presentato per partecipare al Bando non è consultabile,
e quindi nessuno di quelli che pagano possono conoscere cosa intende fare Seta,
con la nuova gestione, per migliorare i servizi e rimediare ai problemi che
hanno procurato un buco multimilionario nei conti di
SETA.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">Come Circoli di
Rifondazione Comunista di Settimo Torinese, Gassino, Leinì e Chivasso vorremmo
poter incontrare i nuovi gestori di SETA e chiedergli di spiegare, a noi e a
tutti gli utenti di questo che rimane un servizio pubblico, cosa intendono
fare.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">In attesa che
qualcuno senta il bisogno di comunicare come si vuole riportare SETA fuori dai
guai in cui versa, anche solo per un principio di trasparenza e di dovere verso
coloro che pagano molto salatamene le incapacità fino ad oggi dimostrate da chi
ha gestito l’Azienda, poniamo alcune domande che secondo noi necessitano di una
risposta precisa e chiara, visto che da cosa si intende fare dipendono lo stato
di salute e dei<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>portafogli dei cittadini
del Consorzio di Bacino 16.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">In particolare
vorremmo sapere cosa si intende fare per portare la percentuale di raccolta del
nostro bacino in linea con quanto chiede la normativa provinciale.
</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">Attualmente
siamo attorno al 53%, mentre da quest’anno dovevamo essere al 65%. Questo
significa che da quest’anno pagheremo ecomulte alla provincia per la differenza
tra quanto raccogliamo e l’obiettivo di legge. Cosa intendono fare i gestori del
servizio? In quanto Tempo pensano di uscire da questa situazione che peserà
sulle tasche di tutti noi?</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">Altra domanda è
cosa intende fare la nuova dirigenza in relazione alla discarica di Chivasso. La
vasca Zero, quella dove si stanno conferendo ancora oggi i rifiuti, è quasi al
limite. Da voci sentite ci risulta che nel Piano Industriale presentato da SMC
ci sarebbe la volontà di chiedere un’ulteriore ampliamento della medesima,
nonostante l’opposizione dell’amministrazione Chivassese. Potrebbero farci
vedere il documento e nel caso in cui le voci fossero confermate, dichiarare
pubblicamente che non intendono proseguire con questa
richiesta?</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">Il terzo punto è
relativo al personale. Quali sono le intenzioni dei nuovi amministratori
relativamente al personale? Sono in previsione ristrutturazioni dei servizi che
possono avere ripercussioni sull’occupazione?</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<b><span style="mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">Queste sono le
prime domande alle quali vorremmo avere risposta.</span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">Sappiamo che SMC
ha intenzioni “grandiose” relativamente a questo Bacino, almeno a giudicare dai
numerosi progetti che sta presentando: Il Kilometro Verde a Montanaro, il
progetto di impiantistica a Chivasso sono interventi importanti e
multimilionari. Sarebbe utile che il tutto fosse accompagnato da una pratica
della trasparenza e non solo dalla sua proclamazione.
</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<span style="mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">Se si vuole
dimostrare di essere un interlocutore serio ed affidabile lo si deve fare
cominciando da subito a fornire elementi che permettano un confronto alla luce
del sole e senza ombre. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-bidi-font-size: 13.0pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">I Circoli di
Rifondazione Comunista di Chivasso/Brandizzo, Settimo Torinese, Leinì/Volpiano,
Gassino.</span></span></b></div>
</div>
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