Fratelliditav...


“Teleimmagini” contro la TAV

Dal sottobosco delle Tv di strada nasce un documentario che mette a nudo le vergogne dell'alta velocità, talmente ben fatto da scomodare gli avvocati di Trenitalia.
C'è chi dà per morto il movimento delle cosiddette "Tv di quartiere" che tanto ha fatto parlare di sè nell'ormai lontano 2002, ma guardando meglio si è solo spostato altrove: più locale, legato ai problemi del territorio, e più globale, con un pubblico che cresce e si allarga grazie alla rete; un movimento disinteressato alla competizione dell'audience con i grandi network nazionali, e più propenso a trasformare i video in uno strumento di azione diretta anzichè usarli come semplice fabbrica di consenso.

E' il caso di "Teleimmagini" (www.teleimmagini.it), un collettivo bolognese che ha realizzato il documentario "Fratelli di TAV", un racconto che segue i binari del treno ad alta velocità raccontando le vite e le storie invisibili di chi subisce gli effetti collaterali di quella che gli autori definiscono "la più grande opera all'italiana", e che uno degli intervistati ha descritto come "la più gigantesca truffa che sia mai stata organizzata ai danni del popolo italiano".

Un video che si sta facendo strada lentamente fuori dai circuiti commerciali, e come tutte le produzioni dal basso, crescerà grazie alle presentazioni pubbliche, al passaparola e alla vendita online.
Viene da pensare che si tratta della solita voce nel deserto destinata a rimanere nella nicchia dei già informati, se non fosse che questo video è già entrato nel mirino degli avvocati di Trenitalia ancora prima che fosse messo in vendita su internet.

Gli avvocati sostengono che il documentario contiene dei dati inesatti, e che l'alta velocità costerà "appena" 43 miliardi di euro, e non 87 come è stato riportato nel trailer del video. A dire il vero gli autori hanno effettivamente ammesso un errore di stima, ma per difetto: "abbiamo chiuso il nostro lavoro nel febbraio 2008 e da allora le stime dei costi sono addirittura diventate più pesanti. Con questo lavoro abbiamo cercato di creare consapevolezza sullo sfruttamento del lavoro e dell'ambiente, e di dare il nostro contributo su un tema importante ed attuale come quello delle grandi opere".

Nel frattempo i protagonisti di questa videoinchiesta hanno descritto in una conferenza stampa i "risvolti dissuasivi" e gli scopi "di fatto intimidatori" dell'azione legale avviata dalla Spa "Ferrovie dello Stato". Le analisi sui costi della Tav realizzate dall'ingegnere Ivan Cicconi, già docente a contratto al Politecnico di Torino e alla Prima Università di Roma, sono diventate un tabù: chi le menziona si ritrova in tribunale.

I dati contestati erano già stati pubblicati nel 2006 all'interno del volume "Travolti dall'Alta Voracità" edito da Odradek, ma solo dopo essere apparsi in video sono stati contestati dai signori della Tav.
Il potere delle immagini fa più paura dei libri? Le ricerche indipendenti oltraggiano i dati ufficiali? "Il confronto fra cifre diverse - spiegano gli autori - si basa sulla critica del metodo con cui i numeri sono stati ottenuti, e non sulla soppressione di quelli sgraditi. Senza la libertà di dare i propri, di numeri, non esiste libertà di dibattito tecnico".

E allora chi ha ragione, Trenitalia o l'ingegner Cicconi? L'unico modo per scoprirlo è smettere di usare il denaro pubblico per pagare avvocati che producono chiacchiere e minacce e spenderlo per pagare revisori dei conti, organismi di analisi dei bilanci e controllori super partes che possano produrre dati chiari, trasparenti, verificabili e pubblici su questo pozzo senza fondo di soldi dei contribuenti chiamato Alta Velocità.

Info: http://fratelliditav.noblogs.org/


Nessun commento: