"LA CITTA' DEI GIARDINI DI CEMENTO..."


Prosegue nel Parco Mauriziano di Chivasso l'incredibile costruzione della nuova sede degli scout: incredibile perché non è chiaro che cosa sia il misterioso "locale gruppo scout" di cui parlano le deliberazioni di giunta (è con un linguaggio così impreciso che si scrivono le delibere?); incredibile perché si tratta del primo edificio che sorgerà all'interno dell'antico Parco Mauriziano, finora sfuggito alle mire degli speculatori; incredibile perché la casa scout è un fabbricato che non avrà un uso pubblico essendo destinato all'uso esclusivo di una associazione privata; incredibile perché gli scout chivassesi, non quelli dell'ignoto "gruppo scout" ma quelli che tutti conoscono e che fanno capo all'associazione CNGEI, una sede ce l'hanno già, e si trova in via Cappuccini in un edificio di proprietà comunale.

Mentre il cemento continua a fare footing nel Parco Mauriziano, sono opportune alcune precisazioni. La realizzazione dell'edificio sembra violare le stesse norme del piano regolatore, consultabile sul sito del comune. Il Parco Mauriziano rientra nelle «Aree per spazi pubblici a parco per il gioco e lo sport "V"». Queste aree "V" sono «riservate a spazi pubblici per la or­ganizzazione di parchi urbani e di quartiere, giardini, zona verde, verde collettivo, e relative attrezzature per il gioco, ristoro relativo alle attività annesse, lo sport ed il tempo libero…» (Norme tecniche di attuazione, art. 55, comma 10). E in tali aree «non sono consentite altre destinazioni, se non l'eventuale residenza del personale di custodia e le attrezzature necessarie per il funzionamento dei servizi consentiti» (art. 55, comma 10.2). Punto. Nient'altro: nessuna casa degli scout o di qualsiasi altra associazione. A meno che l'amministrazione comunale voglia farci credere che i membri dell'esoterico "gruppo scout" svolgeranno funzioni di «personale di custodia» del parco e che vi si fermeranno anche di notte per proteggerlo dalle visite di vandali e altri indesiderati visitatori.

Prevengo una obiezione. Le aree verdi "V" rientrano nella più ampia categoria delle «Aree per servizi pubblici», delle quali fanno parte anche le aree per l'infanzia e per l'istru­zione dell'obbligo, quelle per attrezzature sociali civili e religiose (di interesse comune), e quelle per parcheggi (art. 55, comma 1). E il comma 3 stabilisce che nelle aree destinate a verde e parcheggio potranno essere installate «infrastrutture pubbliche o di pubblica utilità». Ma che cosa significa «infrastrutture»? Qual è il significato tecnico e giuridico di questa parola? È un termine così indeterminato che vuol dire tutto e il contrario di tutto, e che permetterebbe all'amministrazione di fare tutto ciò che vuole al riparo di questa vaghissima etichetta. Sappiamo tutti, all'incirca, che cosa è un edificio, un parcheggio, una piazza, una strada, un giardino pubblico. Qualcuno sa che cos'è una «infrastruttura»?

In tanta indeterminatezza, dovrebbe fare testo il comma che stabilisce che nelle aree verdi come il parco non può sorgere nient'altro che «l'eventuale residenza del personale di custodia e le attrezzature necessarie per il funzionamento dei servizi consentiti». E basta.

Piero Meaglia.



1 commento:

Anonimo ha detto...

mah, siete i soliti retrogradi.
Invece di essere contenti di non avere più problemi con i pollini per le allergie, vi state a lamentare. Sarebbe prorio utile asfalatre il 60% del mauriziano, cosi si sofrirebbe di meno. Eppoi potremo chiedere a Piano, l'architetto, di venire qui a fare um bel palazzo altoaltoaltoalto, visto che a torino gli mettono i bastoni tra le ruote.

saluti

C. Mento