Nè smarino, nè rifiuti: Montanaro non si svende...

Il comitato Restiamo Sani, ha deciso di non partecipare all'incontro di presentazione del nuovo progetto denominato Chilometro Verde.
La difesa dell'ambiente e della salute dei montanaresi non possono passare attraverso la realizzazione di un progetto che, per stessa ammissione di chi lo ha reali

zzato, è "una discarica per il conferimento di rifiuti speciali non pericolosi(?) con un volume di stoccaggio complessivo di 8 milioni di metri cubi".
Nel rispetto dei valori e degli ideali che abbiamo sempre messo davanti in questi mesi battaglie e mobilitazioni, affrontate senza alcun tornaconto economico o politico e senza guardare in faccia a nessuno, non possiamo tollerare a Montanaro un progetto gestito e controllato dalle holding della famiglia Colucci (gli stessi che controllano anche SMC, la discarica di fraz. Pogliani).
Quanto accaduto ai Pogliani e sotto gli occhi di tutti, ed i proclami pubblici fatti dall' assessore all'ambiente sulla vicenda sono ancora impressi nella memoria di tutti noi.
"...I Colucci sono in cima alle classifiche non solo dal punto di vista economico. Anche il versante giudiziario è degno di nota: amministratori e dirigenti delle imprese della holding sono sotto indagine a Milano, per corruzione e truffa ai danni dello Stato nella bonifica dell’area ex Sisas di Pioltello; a Latina – dove il gruppo è socio di due aziende locali,Terracina Ambiente e Latina Ambiente – per frode nelle pubbliche forniture, con l’ombra di subappalti assegnati a prestanome dei Casalesi; a Benevento Daneco è indagata per disastro ambientale causato dallo sversamento nelle falde acquifere di migliaia di litri di percolato fuoriusciti dalla discarica gestita a Sant’Arcangelo Trimonte; in Calabria, la società Eco Inerti, controllata da Daneco, è sotto processo per aver ottenuto le autorizzazioni per realizzare una discarica per rifiuti speciali in un’area di alto valore paesaggistico falsificando i documenti tecnici sulla conformazione del territorio; in Sicilia le indagini della procura di Palermo sull’affare dei quattro termovalorizzatori voluti dall’ex governatore Totò Cuffaro, condannato per mafia, riguardano anche la costruzione di un impianto a Paternò (Catania), affidato alla Sicil Power, una controllata della Daneco. Tra i soci del colosso dei rifiuti nell’avventura siciliana c’era l’Altecoen, impresa ennese legata al clan dei Santapaola. E non solo: tra consulenti e appaltatori si ritrovano numerosi indagati o condannati per reati ambientali e per mafia. Un curriculum di tutto rispetto per la società che si è aggiudicata l’ennesimo grande appalto dell’infinita emergenza rifiuti. D’altronde, in Italia è noto, quando c’è l’emergenza cominciano i grandi affari..."
(Tratto da: La borghesia dei rifiuti: la DANECO, i fratelli Colucci, le loro mani sul Paese – PRIMA PARTE )
ORA CI CHIEDIAMO: L’AMMINISTRAZIONE DA CHE PARTE STA?
PERCHE’ NON HA INFORMATO I CITTADINI SU QUESTO PROGETTO ?
LA QUESTIONE ILVA INSEGNA: NESSUNO SCAMBIO LAVORO – SALUTE!

Lunedì 8 Ottobre dalle ore 19,30 c/o CA’MESCARLIN ci si ritrova per decidere come bloccare questo progetto devastante,vediamo dove si collocherà la giunte con i faccendieri o con la popolazione.
Comitato RESTIAMO SANI Montanaro.

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