I fatti di Fukushima hanno aperto gli occhi a chi li aveva chiusi. Ed anche a chi li voleva far restare chiusi. Per noi, per quelli che da sempre si battono contro la follia atomica e le sue cricche, non è cambiato nulla. Da sempre e senza se e senza ma siamo contro l'utilizzo delle centrali nucleari e chiediamo che si risolva i problema delle scorie, costretti a ciò dalle scorie depositate a Saluggia, trasportate illegalmente di fianco alle nostre case, previste in arrivo dal tunnel della Valle Susa.
E sono i fatti a dimostrarlo. La lotta contro le scorie nucleari è continuata in questi anni, anche nel silenzio di chi oggi si sveglia antiatomo. Il referendum che si terrà a giugno è nato prima del disastro Giapponese, e a questo punto diventa un momento importantissimo per la nostra salute e la nostra democrazia.
L'illegale governatore Cota non vuole prendere una posizione chiara sull'ospitare centrali in Piemonte, traccheggiando e continuando a trovare giochetti verbali per evitare di dire quello che i piemontesi pensano: no al nucleare.
Dobbiamo aiutarlo a prendere un a decisione, dobbiamo fargli capire quanto questa dichiarazione sia presente e chiara nelle menti dei piemontesi. E dobbiamo anche fare informazione e opera di convincimento per far andare a votare i piemontesi, cercando di superare l'unico vero ostacolo che potrebbe far fallire i Referendum, il non raggiungimento del quorum.
In piazza quindi, in tutti i paesi e in tutti i mercati. Mobilitiamoci in difesa della nostra salute e sopratutto per quella delle generazioni future.
Per questo ritengo necessario dare vita ad un comitato per i 4 referendum, che si assuma il compito di fare informazione, svegliare le coscienze, dare indicazioni su perché votare si ai due referendum per l'acqua pubblica, sul legittimo impedimento e sul no al nucleare. Un comitato aperto a tutti, cittadini, forze politiche, associazioni, che superi differenze soggettive in vista di un obiettivo condiviso: un futuro migliore, un paese più sano.
Massimo Zesi
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