CHIVASSO - Il Comune deve pubblicare sul suo sito informatico le determine (o determinazioni) dei dirigenti? Sul sito troviamo già le deliberazioni del consiglio comunale e quelle della giunta. Perché i cittadini non dovrebbero potervi leggere anche il testo integrale delle determine? L’Amministrazione risponde – con lettera del segretario generale - che la legge non impone di farlo. Però nemmeno glielo proibisce, e quindi per amore di trasparenza potrebbe pubblicarle: lo fanno non solo grandi città ma anche piccoli comuni come Saluggia. Inoltre l’affermazione del Comune contrasta con la sentenza del Consiglio di Stato in base alla quale anche le determine vanno pubblicate all’albo pretorio (Consiglio di Stato, sez. V, 15/3/2006 n. 1370). E per conseguenza anche all’albo pretorio “informatico” di cui dal 1° gennaio 2011 il Comune dovrà dotarsi. Inoltre il segretario generale scrive che le determine sono, in sostanza, meno rilevanti delle deliberazioni di consiglio e di giunta. Ma chi stabilisce quanto sono rilevanti? Non sarebbe meglio pubblicarle e permettere ai cittadini di giudicare? Del resto non tutti la pensano come il segretario generale. Sul sito del Comune di Torino alle determine è attribuita la stessa importanza delle delibere: “I Responsabili dei Servizi assumono atti dirigenziali denominati "determinazioni", che hanno la stessa valenza giuridica e rilevanza, sia interna che esterna, delle deliberazioni assunte dagli Organi Collegiali (Giunta comunale e Consiglio comunale)”. Perché le determine sono rilevanti? In primo luogo perché sono tante: nel 2009 sono state approvate 62 delibere di consiglio, 234 delibere di giunta, e ben 485 determine dei dirigenti. In secondo luogo perché quasi tutte sono decisione di spesa: erogano soldi pubblici a imprese alle quali l’Amministrazione affida un lavoro. Perché i cittadini non dovrebbero poter conoscere facilmente – dal computer di casa propria - quali sono le imprese, quale somma hanno ricevuto, e con quali procedure il lavoro è stato loro affidato? In terzo luogo perché ci sono delibere che stabiliscono “integrazioni [aumenti] di spesa” rispetto alla delibera originaria, ed è interessante conoscere le ragioni di questa decisione. Facciamo un paio di esempi. La determina n. 8 del gennaio 2007 assegna 49.000 euro a una ditta per la realizzazione dell’”intervento protettivo sulle pannellature esterne fabbricati dell’ex campo base TAV”. Successivamente la determina 372 del settembre 2007 porta la cifra a 75.000 euro. Motivazione: si è ritenuto di “estendere il trattamento effettuato a tutte le baracche per le quali è previsto l’affidamento… alle associazioni”, di sigillare con silicone gli infissi, e di adattare il circuito idraulico sanitario alle esigenze delle associazioni. Ma almeno una parte di questi nuovi lavori non erano prevedibili già al momento della prima determina? Infine, con una terza determina (n. 5 del gennaio 2008) la cifra finale arriva a 98.000: il doppio di quanto previsto all’inizio. Secondo esempio. La determina n. 88 del marzo 2007 assegna a un’impresa la manutenzione e sistemazione dei giardini e delle aree verdi di competenza comunale per gli anni dal 2007 al 2010. Costo 608.000 euro. Poi con la determina 475 dell’ottobre 2007 si decide un’integrazione di spesa di 50.000 euro “per garantire per i prossimi due mesi le ordinarie attività di manutenzione finalizzare a salvaguardare il patrimonio vegetale di competenza comunale”. E cioè? La cifra complessiva per tre anni non era già stata quantificata nella prima determina? Infine la determina 381 del settembre 2008 eroga ulteriori 80.000 euro. Perché? La motivazione è la fotocopia della precedente: “garantire fino alla fine dell’anno in corso le ordinarie attività di manutenzione finalizzate a salvaguardare il patrimonio vegetale di competenza comunale”. L’Amministrazione avrà avuto le sue buone ragioni per far salire così la spesa: ma perché non sottoporre queste ragioni anche al giudizio dei cittadini?
Piero Meaglia.
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