Israele blocca le navi per Gaza: è strage, almeno 16 morti


Si chiude nel sangue l'iniziativa di alcune organizzazioni pacifiste che intendevano portare aiuti umanitari a Gaza.

Per una TV israeliana ci sono 16 morti, 20 secondo fonti palestinesi.

14 commenti:

saturninox ha detto...

stò aspettatando i distinguo e le argomentazioni. Certo, mi rendo conto che diffondere queste notizie è antisemita, ma che volete, non riesco a trattenermi.

Frediano Dutto. ha detto...

Mi ero astenuto da commentare il post di un paio di giorni fa sull'opportunità di boicottaggio nei confronti di Israele. Per motivi di tempo non sono riuscito neanche a leggere i numerosi commenti. Per cui mi scuso se dico delle cose che qualcun altro ha già detto.
Molto semplicemente voglio ricordare che, se non ricordo male nel 1989-1990, promossi a livello locale la campagna di boicottaggio nei confronti del Sudafrica, con annessa raccolta di firme nazionale per la scarcerazione del compagno Nelson Mandela. All'epoca sembrava normale che si boicottasse una nazione che aveva fatto per lunghissimi anni della segregazione razziale la regola della sua esistenza. In una parete del Centro Otelli, c'è ancora una foto in bianco e nero che ritraeva il rappresentante in Italia dell African National Congress, oltre a Beppe Reburdo, mitico coordinatore dei comitati per la pace piemontesi. Con quelle azioni, fra l'altro, riuscimmo a far concedere all'amminisrazione comunale dell'epoca (era un pentapartito pre-tangentopoli), la cittadinanza chivassese onoraria a Nelson: qualcuno ancora se ne ricorda?
Adesso a quanto pare c'è che si preoccupa degli effetti di un boicottaggio. Non mi sembra che, nel caso sudafricano, nessuno avesse posto una questione del genere. Anzi: il boicottaggio internazionale era visto come un'occasione per portare agli onori della cronaca la questione di un paese lontano, martoriatoo dalla violenza,dall'aparthaid e dallo sfruttiamento.
Che cosa bisogna fare x aiutare il popolo palestinese? Come è possibile farsi dei problemi con un governo che non esita a prendere a mitragliate una imbarcazione che porta degli aiuti umanitari? Vogliamo proprio che tutti i palestinesi divebtino dei kamikazze filoislamici? E' questo che vogliamo?
Il boicottaggio non è da intendersi come una misura contro tutti gli israeliani. Anch'io so dell'esistenza dei pacifisti israeliani, dei refuznik (renitenti e obiettori alla leva militare), e di tanti compagni israeliani che sono contro le occupazioni, ma queste persone, a cui va tutta la mia ammirazione, sono in quel paese una minoranza, governata da un governo assassino. E i governi assassini si combattono ANCHE con i boicottaggi internazionali.
Frediano Dutto

Anonimo ha detto...

I boicottaggi culturali-militari-industriali

Anonimo ha detto...

Bravo Saturnitox, non trattenerti. E' sempre meglio incazzarsi: subito e tutto. Per ragionare c'è sempre tempo.

Anonimo ha detto...

“Verrà il tempo in cui i responsabili dei crimini contro l’umanità che hanno accompagnato il conflitto israelo-palestinese e altri conflitti in questo passaggio d’epoca, saranno chiamati a rispondere davanti ai tribunali degli uomini o della storia, accompagnati dai loro complici e da quanti in Occidente hanno scelto il silenzio, la viltà e l’opportunismo.”

Anonimo ha detto...

Circola in Europa un “Appello alla ragione” scritto da ebrei europei riuniti nel gruppo JCall (European Jewis Call For Reason), che si oppone alla’attuale politica del governo israeliano. L’hanno firmato Alain Finkielkraut, Bernard-Henry Levy, il nobel per la fisica Tannohoudji, ecc. L’appello è stato criticato aggressivamente dal premier israeliano Benjamin Netanyau. L’appello è stato pubblicato dai giornali europei e presentato al parlamento europeo. Lo pubblico sul blog perché altrimenti non lo fa nessuno. Credo che nessuno tra coloro che intervengono di pancia su questo blog sa veramente cosa sia accaduto alla Flottiglia della pace, e nemmeno io lo so. Ma vedo che continua a valere la regola: prima parla e urla, poi magari pensa. Più avanti, con calma, c’è sempre tempo per ragionare. Senza contare la fatica. Propongo urgentemente una cena palestinese, quelle sì che servono. pm

APPELLO ALLA RAGIONE
Siamo cittadini ebrei di paesi europei impegnati nella vita politica e sociale
dei nostri rispettivi paesi. Qualunque sia il nostro percorso personale, il
legame con Israele è parte costitutiva della nostra identità. Il futuro e la
sicurezza di questo stato al quale siamo molto legati ci preoccupano. Ancora
una volta l’esistenza di Israele è in pericolo. Il pericolo non proviene
soltanto dalla minaccia di nemici esterni, ma dall’occupazione e dalla continua
espansione delle colonie in Cisgiordania e nei quartieri arabi di Gerusalemme
Est, un errore morale e politico che alimenta, inoltre, un processo di
crescente, intollerabile delegittimazione di Israele in quanto stato. Per
questa ragione abbiamo deciso di mobilitarci intorno ai principi seguenti :

Il futuro di Israele esige di giungere a un accordo di pace con il popolo
palestinese sulla base del principio di “due popoli, due stati”. Lo sappiamo
tutti, l’urgenza incalza. Presto Israele sarà posta di fronte ad un’alternativa
disastrosa : o diventare uno stato dove gli ebrei saranno minoritari nel
proprio paese o mantenere un regime che trasformerebbe Israele in uno stato
paria nella comunità internazionale e in un perenne teatro di guerra civile.
È essenziale che l’Unione Europea a fianco degli Stati Uniti eserciti una
pressione forte sulle parti in lotta e le aiuti a giungere a una composizione
ragionevole e rapida del conflitto. L’Europa, in ragione della sua storia, ha
una grande responsabilità in questa regione del mondo.
Se la decisione ultima appartiene al popolo di Israele, la solidarietà degli
ebrei della Diaspora impone di adoperarsi perché questa decisione sia quella
giusta. Allinearsi in modo acritico alla politica del governo israeliano è
pericoloso perché va contro i veri interessi dello Stato d’Israele.
Vogliamo dare vita a un movimento europeo capace di fare intendere a tutti la
voce della ragione. Un movimento che si ponga al di sopra delle differenze di
parte e di ideologia e che abbia come ambizione la sopravvivenza di Israele in
quanto stato ebraico e democratico, sopravvivenza strettamente legata alla
creazione di uno stato palestinese sovrano e autosufficiente.
E’ in questo spirito che chiediamo a tutti coloro che si riconoscono in questi
principi di firmare e fare firmare questo appello.

AugustO. ha detto...

Governo israeliano: criminali di guerra!
E con i criminali è difficile parlare o trattare... bisogna processarli oppure utilizzare i loro sporchi sistemi.
AugustO.

Anonimo ha detto...

Caro Fredy,
tu scrivi: "Anch'io so dell'esistenza dei pacifisti israeliani, dei refuznik (renitenti e obiettori alla leva militare), e di tanti compagni israeliani che sono contro le occupazioni, ma queste persone, a cui va tutta la mia ammirazione, sono in quel paese UNA MINORANZA, governata da un governo assassino".
Quindi, siccome sono una minoranza, non ce ne dobbiamo curare. Meno male che siamo di sinistra, cioè una minoranza!
pm

saturninox ha detto...

@pm

in israele la continuità dell'opprressione deipalestinesi è tratto comune, sia che governi la destra o la sinistra. Spesso poi hanno governato insieme, e il campione della pace israeliano era un destro, Rabin. Nessuno vuole dimenticare chi in israele lotta per la pace, e anche nel convoglio attaccato sono presentipacifisti israeliani, ma combattere quel governo vuol dire aiutarli. Se in italia ci fosse una dittatura, tu non vorresti che i paesi democratici la combattessero?

Fredi. ha detto...

Mi dispiace che Piero non capisca la mia posizione riguardo il boicottaggio ad Israele. A me sembra un'opportunità valida e nonviolenta di porre il problema all'attenzione internazionale.
E' forse l'unico mezzo per far capire all'opinione pubblica che anche il singolo individuo, magari a migliaia di km dalla Palestina, puo' fare qualcosa di utile x la causa di un popolo oppresso dal secondo esercito mondiale.
Poi possona anche andar bene gli Appelli alla ragione degli ebrei progressisti, ma da soli gli appelli sono delle gocce d'acqua nel deserto.
Anche il paragone che Piero fa sulle minoranze non credo che sia opportuno. Io stesso da sempre mi sento "minoranza" nel mio agire politico quotidiano.
Se mi trovassi "minoranza" in una situazione come quella israeliana, sarei ben felice che, in qulache angolo del pianeta, ci sia qualcuno che pensa e lotta anche per me.
Fredi.

Anonimo ha detto...

Caro Fredy,
noi italiani commerciamo felicemente con la Cina, la Russia, i paesi autoritari del Medio Oriente. Sono dittature che non rispettano i diritti umani né al proprio interno né all'estero (per quanto riguarda la Cina vogliamo parlare della Birmania?). Probabilmente, le loro forze di polizia praticano o tollerano l'omicidio politico(Politovskaja). Eppure non non mi risulta che ci organizziamo per boicottare la Russia, la Cina, l'Arabia Saudita. Perché? Abbozzo un'ipotesi: perché Cina e Russia e sono grossi, la Russia ha il gas, e le dittature mediorientali hanno il petrolio. Prendersela con loro sarebbe un po' complicato. Invece è facile prendersela con Israele (anche se a ragione), un paese con pochi milioni di abitanti: dei suoi pompelmi possiamo fare a meno, del petrolio o del gas russo o mediorientale no. Se questa è la nostra "morale" politica, penso che dovrebbe rivederla un po'. E se questa è la "morale politica" della sinistra...
pm

Anonimo ha detto...

In assenza di notizie sufficientemente attendibili, io credo innanzitutto che
sarebbe bene tentare di riflettere sulla base dei pochi elementi che abbiamo,
distinguendo tra QUESTO FATTO e la situazione mediorientale nel suo complesso.
Se poi qualcuno vuole sproloquiare, parlare di traditori ecc. ecc. , perché lo
fa sentire meglio, liberissimo, ma lo trovo scarsamente interessante. Lanciare
anatemi o fatwa è proprio dei fanatici. Arringare la folla senza argomenti è
proprio dei demagoghi, di cui di solito ci lamentiamo.
Detto questo, mi sembra che, allo stato dei fatti, possiamo azzardare a dire
che:

1. Israele ha fatto un uso assolutamente abnorme della forza, commettendo un
errore politico madornale, dovuto probabilmente al fatto che è un paese in
guerra da moltissimo tempo, in cui l'esercito ha assunto un ruolo politico
preponderante. E un esercito non può per sua natura trovare soluzioni
politiche. Isolare Israele e affidarne la sicurezza al suo esercito è il
peggior errore che si possa compiere, da tutti i punti di vista.

2. tuttavia, credo che solo gli ingenui o le persone in malafede possano
credere davvero che lo scopo principe della Flotilla fosse quello di portare
aiuti umanitari: lo scopo (legittimo) è in tutta evidenza quello di sollevare
la questione del blocco navale israeliano.

3. anche sul ruolo della Turchia occorrerebbe interrogarsi di più. Qual è
esattamente il suo ruolo nella vicenda? Guardate la carta geografica e forse
capirete che una sindrome da accerchiamento come movente strategico di questa
risposta militare [di Israele], per quanto alla fine autolesionistica, non è un'ipotesi
totalmente infondata.

4. Israele è uno stato che risponde come tutti gli altri innanzitutto a quella
che ritiene essere la sua "ragion di stato". Se ci pensate bene, purtroppo non si
salva nessuno. Vi ricordo solo che al G-8 di genova i morti avrebbero potuto
benissimo essere tanti quanti sono stati provocati dall'assalto israeliano.
Allora anche l'Italia è uno stato criminale. E il povero elettricista
brasiliano ucciso a Londra perché scambiato per terrorista? e stiamo parlando
di democrazie mature...

5. mi pare che sul boicottaggio culturale siamo quasi tutti d'accordo che è
una fesseria. Resta quello commerciale, che indubbiamente può essere una forma
di pressione. Ma non da oggi si dice che le sanzioni internazionali di solito
colpiscono nel mucchio, e rinsaldano lo spirito nazionalistico e i governanti
autoritari. E' paradossalmente proprio quello che non capiscono gli israeliani
nei confronti di Gaza: i cui abitanti sono ridotti così male che non hanno più nulla da
perdere. Resta loro l'orgoglio di non cedere. Vogliamo applicare a Israele lo
stesso metodo per cui condanniamo Israele?
Il Sudafrica era un paese in cui una minoranza fuori del tempo opprimeva una
maggioranza: l'analogia con israele è fuorviante.
Questi sono gli argomenti di un "traditore", lo so, difficili da digerire.
Pensate che qualcosa del genere mi hanno detto dalla sponda opposta leggendo il
mio Ius migrandi (però lo hanno letto, hanno fatto un onesto sforzo
intellettuale). Certo la cena palestinese si metabolizza meglio e non affatica
la vista.
e.v.

Piero Dritto ha detto...

Ermanno Vitale, è possibile dire la propria opinione anche senza aver letto tutti i suoi interessantissimi libri, per fortuna.

Anonimo ha detto...

Caro Dritto, c'è forse qualcuno che ti impedisce di esprimere la tua opinione su questo blog? Mi pare di no. Aspettiamo il tuo intervento. Ogni voce è la benvenuta in questo blog, l'abbiamo detto tante volte.
Il pluralismo delle opinioni è il sale della democrazia (sempre che quest'ultima ci sia ancora).
Buon 2 giugno!
pm