Come ti risolvo una pandemia... il caso della suina...

Sabato sono rientrato in italia, proveniente dall’estero. La mia compagna aveva un poco di febbre e così lunedì siamo andati all’ospedale torinese che si occupa di malattie infettive, temendo robe allucinanti, dove la malaria era la meno rischiosa. In poche ore ci hanno tolto ogni preoccupazione, Non abbiamo niente di cui preoccuparci, ma solo una semplice e banale influenza. E qui sono sorti i problemi seri.Certo un’influenza, ma quale? Il medico (un superattivo professionista, che mentre parlava con noi ha fatto almeno tre consulenze telefoniche con calcoli grammi peso, quantità, durata delle terapie, snocciolando sicurezza da tutti i pori) ha deciso che era la suina.Poco importa se il malessere era cominciato prima che noi si fosse arrivati in aeroporto, poco importa se a parte la febbre non c’era nessun altro sintomo influenzale. Eravamo stati in ben tre , anzi quattro aereoporti quindi era suina.

Poi ci ha spiegato che in realtà, non importava, visto che era un’influenza e che erano tre giorni che c’era febbre. Le sue lapidarie parole sono state”non ci sono casi pubblicati di influenze con più di tre giorni di febbre, quindi tranquilli, che in fondo è tutta colpa degli inglesi!"degli inglesi?’” ho chiesto, incuriosito. Certo – risponde prontamente – questi folli hanno fatto un casino, quando noi avevano in tutto il paese 300 casi accertati, loro erano già a 10.000. Il problema è che loro fanno i tamponi. Oramai è lanciato, e tra una consulenze e l’altra prosegue spedito Anche da noi era arrivata una circolare di fare il tampone a tutti coloro che arrivavano da zone a rischio. Poi ci si è accorti che questo voleva dire ricoverare per almeno 8 ore una marea di gente, e chiaramente mancano posti e soldi per i test. Adesso facciamo un tampone ogni 10 pazienti con febbre, ma mandiamo agli impiegati al massimo 9 persone, così non ci si arriva mai. In casi di maggior afflusso, si cambia impiegato per la registrazione”. Poi ci congeda, chiedendoci di stare a casa, in isolamento volontario, magari evitando di dormire nella stessa stanza. Per tre giorni, poi liberi tutti.Così rassicurati ce ne andiamo, felici di aver potuto escludere dengue, febbre gialla, colera e dio sa cos’altro, e stupiti da come il genio italico abbia ancora una vota trionfato sulla perfida Albione.

PS: Il medico aveva ragione. Da quel giorno basta febbre, tutto passato. L’unico problema è che ha barrato la casella M nel modulo compilato mentre stava al telefono. Ora io sono ufficialmente il partner di un maschio. Ma va bene, in fondo arrivavamo dal Sud Africa, che ha la Campionessa degli 800 uomo. Mica male, no?<-->

Segnalazione da: www.cronachemarziane.myblog.it

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