CHIVASSO - Debutta giovedi' 10 Settembre alle ore 21 al Teatrino Civico di Chivasso (piazza C.A.Dalla Chiesa) l'ultima fatica teatrale del regista Simone Capula, leader della Compagnia "Teatro a canone". Si tratta dello spettacolo intitolato "A ferro e fuoco. Spettacolo in La-min", con i giovani attori Lorenza Ludovico e Luca Vonella, realizzato anche con la collaborazione dell'associazione Fiat-Lux e del Centro Otelli.
Un lavoro basato sulle poesie di Alda Merini, sul libro di Stefania Podda "Nome di battaglia Mara. Vita e morte di Margherita Cagol" e sul brano di De Andrè "Laudate hominem". Un originale exursus in un contesto temporale a noi non troppo lontano, una pagina di storia italica che prende forma nei primi anni '70. La memoria per questa storia, come tutta la storia delle BR, non è morta, non è neanche conservata: è esorcizzata, allontanata, a volte deformata. Capula non è nuovo alla creazione di spettacoli che hanno a che fare direttamente con la valorizzazione della memoria storica del nostro paese. Prima di questo lavoro, infatti, si è cimentato con successo in spettacoli che hanno avuto come ispiratori Don Lorenzo Milani, Fenoglio, Martinetti, Pasolini ed altri personaggi significativi della storia italiana. Ci siamo inoltrati nel contesto che ha spinto il regista chivassese alla produzione di questa sua ultima rappresentazione, con questa intervista.
BLOG: Perchè uno spettacolo sul terrorismo delle BR oggi, nel 2009?
Simone Capula: "Lo spettacolo “A ferro e fuoco-Spettacolo in la min.” è un altro tassello di un mio percorso sulla memoria storica dell’Italia, in passato ho fatto spettacoli sulla resistenza (Fenoglio), sul primo antifascismo Martinetti), sul liberalismo gobettiano,sulla guerra nella ex Yugoslavia, è quasi naturale che abbia sentito, con i miei compagni, l’esigenza di parlare di 68 e di origini delle Brigate Rosse, certamente è il capitolo della storia recente più trascurato e messo in disparte, perché è un argomento scomodo in modo trasversale, la destra ne ha paura la sinistra non vuole ammettere che il Brigatismo affonda le sue radici nella sinistra storica e nella resistenza. Fa poi paura il fatto che il fenomeno delle Brigate Rosse non è del tutto finito, è di soli 6 anni fa l’episodio della Lioce e dei suoi compagni".
BLOG: Credi che sia possibile il ripetersi di certi fenomeni sociali legati al terrorismo, cosi' come lo abbiamo conosciuto negli anni '70?
S.C.: "Come diceva Primo Levi, se tutto questo è avvenuto, può avvenire ancora. Mi spaventa il fatto che chi è giovane e sente la voglia di ribellarsi, non possa trovare riferimenti culturali, o meglio li trova in una destra estrema fascista e ignorante, come è molto ben dimostrato nel film “Nazirock”, e in un cattolicesimo moralista e retrogrado (gli unici luoghi di aggregazione rimasti sono in gran parte d’Italia, gli oratori), la sinistra dopo il G8 di Genova è a dir poco distratto o forse peggio ancora ha abbandonato il cosidetto movimento no global perché non dava un tornaconto elettorale".
BLOG.: La vostra piccola compagnia teatrale è un'eccezzione nel panorama culturale del chivassese?
S.C.: "Forse sì. Il fatto che esista un minuscolo gruppo di teatro a Chivasso che fa dell’autoproduzione e dell’indipendenza la sua bandiera spero che sia per tutte quelle persone che si interessano di cultura e di politica un piccolo spiraglio di speranza. Speriamo che giovedì10 settembre la serata dedicata al nostro spettacolo sia un’occasione per discutere e confrontarci e non per fare l’ennesima polemica, infatti vorrei che chi ha queste intenzioni polemiche se ne stesse a casa sua a guardare la tv.
Infine tengo a precisare che il fatto di venire a teatro e pagare il biglietto è un grande aiuto al mantenimento della cultura libera, indipendente, autoprodotta. Il lavoro come il nostro non potrà mai avere finanziamenti da parte delle istituzioni sia che siano amministrate da politici di destra che di sinistra, ai politici di questi anni non piacciono le voci fuori dal coro e che pensano,magari sbagliando, con la loro testa. Anche in questo modo si salvaguarda l'indipendenza delle produzioni culturali, per il teatro ma non solo".
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