CHIVASSO - Venerdì 14/11 a Chivasso si è svolto il convegno sui nodi del trasporto ferroviario pendolari in Piemonte, intitolato «Tra il dire e il fare», organizzato da Legambiente e dal Comitato per il nodo ferroviario di Chivasso. Aderivano il Centro Otelli, Pro Natura Torino, Acli Chivasso, e numerosi comitati ambientalisti locali. Mi limito a sottolineare gli aspetti che più mi hanno colpito, senza alcuna pretesa di completezza.
1) Gli assenti. Mancava il patrocinio del Comune di Chivasso. Perché? Dagli uffici comunali sono venute risposte del tipo «a voi non lo danno», «qualcuno di sopra ha detto di no». Ancora adesso non si sa perché e soprattutto chi ha negato il patrocinio. Questa sì che è democrazia, questa sì che è trasparenza. 2) Mancava il sindaco. Ogni volta ha un altro impegno. Non vuole venire o non lo lasciano? A suo nome è intervenuto l’assessore Bava, che è entrato nel merito e ha garantito il suo impegno.
3) Mancavano 19 consiglieri comunali su 20. C’era solo Michele Scinica, Rifondazione comunista. Mancavano i segretari locali di partito, tranne Giovanni Mastroleo, Rifondazione comunista. Questi sono fatti, non opinioni. Dei consiglieri provinciali c’era il solo Mario Corsato, che ha sempre seguito l’attività del Comitato chivassese.
4) Mancava il PD chivassese. Come sempre. Pur di continuare a svicolare, i suoi dirigenti hanno persino rinunciato a venire a salutare pubblicamente l’assessore regionale Borioli, che è per così dire dei loro.
5) I superflui, e costosi: l’Agenzia per la Mobilità metropolitana, rappresentata da una gentile signora. Nel corso della discussione l’Agenzia è più che altro apparsa un inciampo. E’ stata inventata ed ora bisogna farci i conti. E si perde tempo. E costa denaro pubblico. Ci sono tre assessorati ai trasporti con tutti i loro tecnici: di Torino, della Provincia, della Regione. Non bastano per occuparsi del trasporto ferroviario dell’area metropolitana torinese? Abolendo l’Agenzia, forse si libererebbero risorse sufficienti per raddoppiare la Chivasso-Aosta. Personalmente farei il cambio subito.
6) Gli incoerenti. L’assessore regionale Borioli ha bene illustrato la drammatica mancanza di risorse, che forse costringerà a tagliare il servizio. Ma ha ribadito che il peduncolo – 20 milioni di euro buttati al vento – è da fare. La solita rocciosa incrollabile incoerenza.
7) I quasi ravveduti. Oltre ad avere rivelato la proprio crescente insofferenza per l’uso di indicare date lontanissime per l’inizio dei lavori che dovrebbero chissà quando migliorare i trasporti, l’assessore provinciale Campia ha affermato che far passare gli interregionali sulla TAV – come chiede il Comitato per il nodo ferroviario di Chivasso - è assolutamente ragionevole, e che si stupirebbe se RFI non concordasse.
8) Avere la testa. Il solito intelligente, interessante, mai banale, discorso di Ferrentino. Il presidente della Comunità montana Bassa Valle di Susa ha affermato che il titolo del convegno «Tra il dire e il fare» esprime bene il modo in cui disfunziona questo paese. Le autorità, il governo ma non solo, annunciano a ripetizione grandi investimenti nelle infrastrutture: ma non dicono mani dove sono i soldi. E, se si va a vedere, si scopre che i soldi non ci sono. E’ la politica degli annunci, delle promesse che si fanno sapendo di non poterle mantenere: dire senza fare. E poi la Valle di Susa: la linea storica è usata solo per il 30% della sua potenzialità, eppure si vuole assurdamente e testardamente costruire una seconda linea, appunto la TAV.
9) Avere la testa. Carlo Fontana ha presentato una versione del suo progetto perfezionata e arricchita rispetto a quelle precedenti. Un continuo lavoro di approfondimento. Diventa sempre più difficile trattare il progetto con sufficienza. Chi lo faceva all’inizio, ora è costretto a discuterlo seriamente. Le autorità locali e centrali distribuiscono consulenze per elaborare progetti che resteranno per sempre sulla carta: quanto si decideranno a destinare un po’ di queste risorse per lo studio di fattibilità del progetto Fontana?
10) Infine, la realtà. La dura realtà della vita dei pendolari. Ciò che gli apologeti delle grandi opere preferiscono non vedere. Con la loro dettagliata, minuziosa conoscenza delle linee, i rappresentanti dei comitati pendolari hanno mostrato in modo efficacissimo la impressionante quantità di piccole disfunzioni che cumulandosi rendono i loro viaggi quotidiani un massacro. Hanno dimostrato che non occorrerebbero grandi risorse per effettuare quei tanti piccoli e medi interventi che renderebbero meno incivile la loro condizione. Somme modeste rispetto all’enorme quantità di denaro che è stato speso e si vuole ancora spendere per la costruzione dell’Alta Velocità, che a loro non serve a niente, perché il grosso dei lavoratori pendolari viaggia su tratte brevi.
Ci sono stati molti altri interventi interessanti, come quelli degli organizzatori di Legambiente: Domenico Cena, moderatore, Fabio Dovana, che ha spiegato cos’è Pendolaria, Vanda Bonardo, che ha concluso. Ma, a mio parere, sono stati proprio quelli i comitati pendolari i più efficaci. Tra disincanto e tenacia, tra sconsolati bilanci e volontà di non mollare, Petruzzelli (Torino-Ivrea), Cornelli (Pinerolo-Torino), Bertana (Casale-Chivasso), con le loro dettagliatissime analisi hanno mostrato con grande vivezza una delle tante patologie italiane: pochi soldi, o niente, per i milioni di italiani che quotidianamente vanno al lavoro usando tratte brevi superaffollate, usurate, non riparate, abbandonate a se stesse, e tanti tanti soldi per costruire lussuose linee dell’Alta Velocità probabilmente destinate al sottoutilizzo e all’arricchimento dei costruttori e alle fortune dei loro sponsor politici.
Bancomat.
2 commenti:
che vergogna: manco un assessore di chivasso: a loro non interessano i problemi dei pendolari evidentemente. Speriamo che la gente se ne ricordi quando andrà poi a votare la prossima volta...
Adriano.
beh, per avere i consiglieri comunali di chivasso ci vuole l'esca alimentare.. tra costine, fritture, nocciolini e panisse varie, il consigliere comunale chivassese trova l'abitat naturale, tra un salatino e un oliva. Quindi, cari comitati dovete attrezzarvi. Il Consiglere va preso per la gola.. senza stringere, ovviamente!
saturnino
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