Come definire la politica chivassese di Rete Ferroviarie Italiane, società a capitale pubblico, che dovrebbe agire nell’interesse pubblico? Le Ferrovie realizzeranno il «peduncolo», il nuovo tratto sulla linea Torino–Ivrea che taglierà fuori la stazione di Chivasso, portando direttamente i passeggeri da Montanaro al torrente Orco. Un danno ambientale, perché il peduncolo farà aumentare il traffico automobilistico e quindi l’inquinamento: chi deve andare a Caluso, o a Ivrea, userà l’automobile per andare a prendere il treno a Montanaro, ma lì giunto forse tirerà dritto. Senza gli “Aosta”, avremo anche meno corse per Torino. Il peduncolo è un’opera che arriva puntualissima come i treni, perché scollega Chivasso da Ivrea proprio mentre vengono accorpate le due Asl. E tutto questo mentre la linea Chivasso–Asti è sempre a rischio di chiusura.
Il peduncolo produrrà anche un danno economico. Alla stazione di Chivasso si incrociano quattro linee ferroviarie: Torino–Milano, Torino–Ivrea, Chivasso–Casale, Chivasso–Asti. Questo crocevia ha contribuito per decenni alla fortuna commerciale di Chivasso. Alle elementari insegnavano che Chivasso è un «nodo ferroviario»: se venisse fatto il peduncolo e la Chivasso – Asti chiudesse, più che un nodo ferroviario avremo un bel «nodo scorsoio» per l’economia chivassese. Il peduncolo ha suscitato un’energica reazione dell’Amministrazione comunale. Il sindaco ha dichiarato: «non faremo barricate». Che tradotto dal politichese vuol dire: lasceremo fare.
Le Ferrovie non si fermano mai. Impegnate nella costruzione del peduncolo, le ricchissime Ferrovie già si apprestano ad una nuova fantastica impresa: il faraonico progetto della “opere” che sostituiranno i passaggi a livelli di Chivasso. La conferenza dei servizi che approverà il progetto definitivo si tiene a maggio. Dove? Quando? Con chi? Non si sa. Un progetto che cambierà il volto di Chivasso verrà approvato clandestinamente? Ma qualcosa sappiamo: per esempio, Chivasso – in base alla convenzione del 2002 – verserà 1.350.000 euro a RFI. Ma non doveva essere tutto a carico delle Ferrovie?
Anche questo progetto è curioso. A Chivasso est, nella zona di Stradale Torino, si farà ben poco (la strada della Rivoira), e quel poco è dannoso, come la strada del Mauriziano. A Chivasso Est, invece, verso Castelrosso, le Ferrovie tentano di trasformare la città in una metropoli americana: un affollamento di sottovie e sovrappassi, pedonali e automobilistici, e un intrico di strade lì attorno. Un vantaggio per i residenti, è vero. Ma c’è un dettaglio: in base alla convenzione il Comune si «impegna a provvedere in perpetuo […] alla loro perfetta manutenzione ordinaria e straordinaria». Dunque, più scavalchi e più strade, ma più spese di manutenzione. Che non saranno gratis, a meno che i futuri amministratori provvedano di persona con cazzuola e secchiello. Anni fa, quando Legambiente propose al Comune di organizzare «Centostrade», certo non previde in che senso l’Amministrazione avrebbe accolto l’invito: costruire “centostrade”, tante tante strade, e poco poco verde. Nella conferenza dei servizi del 2005, un cittadino ha criticato il progetto perché non prevede né piste ciclabili né pedonali, che una legge regionale richiede. Nonostante tutto, la conferenza ha stabilito che non è necessario effettuare la Valutazione di Impatto Ambientale sull’intero progetto RFI. Curioso, no?
Nessun commento:
Posta un commento