Dopo lo straordinario avvenimento politico del referendum, i movimenti non devono fondersi ma conservare la propria specificità. Però, allo stesso tempo, hanno tre esigenze ineludibili: mantenere alta l’iniziativa, costruire un progetto politico ambizioso, essere presenti dove si lotta. Cominciamo dal terzo punto: dal territorio, perché è stato sui territori dove abbiamo costruito la vittoria. La Val di Susa è “il territorio” per eccellenza. Da Chiomonte ci hanno lanciato un drammatico appello di aiuto. Dobbiamo uscire da Roma. Il presidio No Tav della Maddalena rischia di essere spazzato via da una nuova prova di forza tipo Venaus. Le prossime sono settimane decisive. L’esigenza primaria in questo momento è dunque la partecipazione dei movimenti in questo territorio strategico. La FIOM si è già mossa, i Comitati acqua stanno riflettendo. Se perdiamo qui, sarebbe veramente il fallimento definitivo del “Patto di mutuo soccorso”, se perdiamo qui, diamo un segnale di frammentazione nazionale per incapacità di collegarci con le altre due esigenze.
Sulle quali siamo tutti d’accordo. OK non sediamoci sugli allori ma restiamo al centro della scena, perché tutto è ancora da conquistare (Mattei) (Bertini). OK ha trionfato un nuovo modo di fare politica, è nato un nuovo laboratorio politico, la partecipazione e i beni comuni sono le nuove categorie per la nascita di nuove soggettività di politiche fuori e oltre il sistema dei partiti. OK insomma dobbiamo impegnarci “verso un manifesto dei beni comuni” (Lucarelli). OK gli “Stati generali del governo dei beni comuni dovrebbero essere il primo e rapido atto costituente del popolo dei beni comuni” (Petrella). Ebbene, non aspettiamo che sia una autorità statale (fosse anche il Presidente della Repubblica) a convocare gli Stati generali. La Carta costituente dei beni comuni -prima ancora di andare in Parlamento- deve essere avviata dal popolo dei beni comuni. Chi meglio lo rappresenta del popolo della Valsusa? “Il piccolo grande popolo del bene comune” (Rizzo).
Allora eleggiamo simbolicamente la Val di Susa quale sede nazionale degli Stati generali. Convochiamoli lì. Il solo annuncio, della Maddalena in Chiomonte quale presidio nazionale della democrazia, del rispetto della volontà delle popolazioni locali e del voto referendario, per un modello di politica e di sviluppo alternativi, il solo annuncio di fare della “Libera Repubblica della Maddalena” la capitale morale d’Italia, oggi, avrebbe un impatto mediatico enorme, avrebbe un effetto dissuasorio formidabile sui falchi politici di destra e di sinistra più di tutte le barricate che si stanno erigendo.
Lino Balza,
Medicina democratica- Movimento della lotta per la salute.
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