BRANCHER E LEGGE INTERCETTAZIONI:
CHE DICE LA LEGA NORD A CHIVASSO?
Dov’è e cosa pensa la Lega Nord di Chivasso? Non si sa. Avvicinandosi le elezioni del sindaco e del consiglio comunale, la stampa locale si occupa giustamente di tutti partiti sulla piazza. Non della Lega: anche perché la Lega non fa parlare di sé. A Chivasso sembra non esistere. Eppure, è probabile che anche i suoi dirigenti si stiano preparando alle elezioni. E’ probabile che presenteranno una propria lista, forti dei risultati elettorali conseguiti alle regionali e della conquista della carica di presidente da parte dell’onorevole Cota. E’ probabile che stiano trattando con il PdL, che governa ora la città, i posti che le verrebbero assegnati in caso di vittoria. Sono i soliti posti che i vincenti si spartiscono: gli assessorati, la presidenza del Consiglio comunale, la presidenza del Ciss, le cariche in Chind e in Canavese Sottosviluppo, varie ed eventuali. Ma sui giornali bocche cucite. Potremmo allora porre noi qualche domanda. Che ne pensano nella Lega chivassese della legge sulle intercettazioni? Che ne pensano di Aldo Brancher? Si dirà: ma questo che c’entra con l’amministrazione di Chivasso? C’entra. Le intercettazioni sono servite e servono a scoprire i delinquenti e la criminalità organizzata. Quest’ultima è presente anche nella nostra zona, come dimostrano i recenti arresti, riferiti dalle cronache giudiziarie della stampa locale e di quella nazionale. E la Lega si presenta generalmente agli elettori come il partito che intende tutelare la “sicurezza” dei cittadini. Perché allora appoggia il PdL nelle frenetica corsa per fare approvare al più presto quella legge? E che dice la Lega di Aldo Brancher, il neo ministro al Decentramento e al Legittimo Impedimento? Nominato ministro da pochi giorni, ha subito colto l’occasione di avvalersi della norma sul legittimo impedimento per non presentarsi all’udienza sul caso della scalata all’Antonveneta, dove è imputato di appropriazione indebita. Che ne pensano i dirigenti locali della Lega Nord? Eppure non criticavano “Roma ladrona”? Il loro partito non vuole il federalismo, e a giorni alterni la secessione, per sganciarsi da quella sentina di tutti i vizi che è il Parlamento nazionale, del quale Brancher fa parte? Il partito, anche a livello locale, non agiterà anche a livello locale la bandiera del federalismo? D’accordo, il caso Antonveneta è in gran parte “nordico”, non romano. E Brancher è del Nord, appartiene alla classe politica del Nord. Ma questo non è un motivo in più per rassicurare gli elettori chivassesi che la Lega non ha nulla da spartire con il malgoverno nazionale di qualche suo alleato, e che, se vincerà le elezioni, contribuirà ad amministrare la città con la massima correttezza? Chiediamo troppo?
pm
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