Un Primo Maggio che ricorderò per sempre...

Il 1° maggio il segretario di Stato George Marshall scrisse all'ambasciatore a Roma James Dunn, prospettandogli i pericoli delle elezioni d'ottobre e la necessità che De Gasperi governasse senza i comunisti.

Il 1° maggio del 1947 i contadini di tre paesi della provincia di Palermo si riunirono a Portella della Ginestra per celebrare la Festa del Lavoro. Era passata appena una settimana dalla grande avanzata del Blocco del Popolo nelle elezioni regionali, ed essi avevano quindi un giustificato motivo di gioia.
Quel giorno 1500 persone si riunirono nell'ampia pianura vicino a Portella: da fuori erano giunte intere famiglie sopra carri allegramente dipinti. Improvvisamente una mitragliatrice aprì il fuoco sulla folla dalla sommità di una delle colline circostanti. I contadini si gettarono a terra, ma il fuoco continuò per 15 minuti. Il noto bandito Salvatore Giuliano era andato per conto della mafia a ricordare ai contadini che avesse davvero il potere nella provincia, elezioni o non elezioni. Undici furono i morti e sessantacinque feriti.

"La legge, la legge, vi siete fottuti la testa con questa legge! La legge qua l'abbiamo fatta noi da che mondo e mondo" così mi disse un mafioso (Saladino).

La cacciata dei comunisti
Per una settimana non si parlò d'altro e il dirgente comunista Li Causi fece un'appassionata denuncia di fronte all'Assemblea Costituente sulla responsabilità che i proprietari avevavo del massacro. Il 13 maggio, infine, De Gasperi si dimise. Inizialmente parce che avesse fatto male i suoi conti, poiché De Nicola diede l'incarico di formare il nuovo governo a un altro autorevole antifascista, Francesco Saverio Nitti. Quest'ultimo fu tuttavia impossibilitato a creare una maggioranza parlamentare intorno alla sua candidatura. L'incarico tornò a De Gasperi, il quale annunciò che avrebbe formato un nuovo governo di centro fidando nell'appoggio parlamentare di tutti i partiti di destra. Il decisivo voto di fiducia ebbe luogo il 31 maggio 1947. Con 274 voti contro 231 l'Assemblea Costituente confermò la fine della coalizione antifascista.

Ma le morti dei contadini non finiscono qua e continuano con l'ondata massiccia delle occupazioni terriere (le porcherie della Dc)
Irritato da quest'ultima ondata di occupazioni, un gruppo di parlamentari calabresi della Democrazia cristiana partì per Roma a chiedere un massiccio intervento della polizia. I reparti della Celere di Scelba si misero presto in moto verso i paesi della Calabria.
La mattina del 29 ottobre 1949 la polizia giunse nella tenuta di Fragalà occupata dai contadini e cercò di scacciarli con la forza. Questi ultimi resistettero all'intimidazione e la polizia aprì il fuoco. Tre persone furono uccise, tutte con colpi di arma da fuoco alle spalle: il giovane Giovanni Zito, di soli 15 anni, il ventinovenne Francesco Nigrodi e Angelina Mauro una giovane donna che morì più tardi in ospedale. Vi furono quindici feriti fra i contadini e sei arresti.
La strage di Melissa come l'attacco del 1° maggio a Portella della Ginestra da parte di Salvatore Giuliano, riportò ancora una volta all'attenzione di tutto il paese le condizioni dei contadini meridionali.

Non dimentichiamolo mai: è da qui che noi veniamo. Io vengo da qui, e non lo dimenticherò mai... altro che ben vestiti e profumati! Vaffanculo Berlusconi!
(tratto da: Paul Ginsborg - Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi)
.

Segnalazione di SILVANO.

Nessun commento: