Una decina di giorni fa a Chivasso due lavoratori in scooter sono stati vittime di un incidente stradale. Il primo è stato portato subito a Torino. Il secondo è stato prima trasportato in ambulanza all’ospedale di Chivasso. Qui i medici, accertata la gravità delle condizioni, decidono che anch’egli deve trasferito urgentemente a Torino e chiedono l’intervento dell’elicottero. Ma, come è noto, il mezzo dell’elisoccorso non può atterrare all’ospedale di Chivasso: manca lo spazio o comunque mancano le condizioni necessarie per effettuare la manovra. Il paziente, che ha anche il bacino rotto, viene dunque ricaricato sull’ambulanza e trasportato in un luogo dove l’elicottero possa atterrare. Poi viene ritirato fuori dall’ambulanza e caricato sull’elicottero. Ognuno può immaginare quanto gli abbia fatto bene, nelle sue condizioni, subire tutti questi spostamenti.
Ma perché all’ospedale non c’è il posto per l’atterraggio? Forse perché è stato consentito all’edilizia privata di arrivare troppo vicino all’ospedale? Così vicino da non lasciare lo spazio per la realizzazione di altri servizi utili all’ospedale, e tra questi l’eliporto? Rivolgo questa domanda ai sindaci e agli amministratori che hanno compiuto le scelte urbanistiche a Chivasso negli ultimi decenni. Di chi è la responsabilità? Non è una domanda da poco. Riguarda la nostra pelle: quando si versa in condizioni gravissime anche pochi minuti possono essere decisivi.
E come non è stato lasciato lo spazio per l’eliporto così non è stato lasciato lo spazio per ampliare il parcheggio, per costruire nuovi padiglioni, per creare un po’ di verde con panchine per rendere più confortevole la giornate di chi sfortunatamente si trova a dover assistere un parente. Chi è il responsabile di tutto questo? Quale amministrazione ha consentito di costruire fino a pochi metri dall’ospedale? Quale sindaco non ha avuto la preveggenza di lasciare a servizio dell’ospedale una parte dell’ampia area tra Via Mazzé, Via Clara (la via stretta lungo la ferrovia) e l’attuale parcheggio dell’ospedale? Confrontando il preliminare di piano regolatore del 1997 con il piano oggi in vigore (approvato nel 2004) qualche indizio si trova. Nel planimetria del 1997 dietro l’ospedale, di fronte al parcheggio, compare un’area a punteggiatura fine: la legenda parla di «Aree di progetto per servizi sociali e attrezzature di interesse generale». Poteva starci l’eliporto? Nella planimetria del 2004 l’area scompare ed è sostituita da un’area «residenziale di completamento» o di «espansione»: cioè abitazioni.
Sarebbe utile sapere chi dobbiamo ringraziare di tanta lungimiranza e di tanta attenzione ai bisogni dei cittadini. O pretendiamo troppo?
Piero Meaglia.
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