
Visto che in questi giorni si parla di canali TV e' giusto ricordare che il canone Rai nel tempo e' diventato una tassa di proprieta' come accade per gli autoveicoli. Non interessa se il televisore viene acceso o tenuto spento, il canone viene pagato perche' si e' in possesso di un apparecchio radiotelevisivo. Una soluzione ingegnosa che colpisce coloro che gia' pagano e assolve coloro che non hanno mai dichiarato di possedere un televisore o una radio. Se poi si pensa che questi soldi vengono spesi per programmi di bassa qualita' o per mantenere in vita l'apparato Rai messo dai politici di turno la situazione diventa davvero difficile da accettare. A cosa serve una commissione di vigilanza Rai formata da 40 persone? A vigilare su che cosa? Anche in questo caso i politici hanno capito che la pazienza degli italiani che pagano il canone non ha limiti.
Marbert.
1 commento:
L'altro ieri scopro che non prendo più RAI2 e Rete4. Non avevo seguito tutte le informazioni sull’”evento epocale” celebrato trionfalmente sui giornali e in TV: ho altro da fare. Quindi sono stato “colto impreparato”. Bene, vada a quel paese Rete4, ma RAI2? Quella ti sparisce da sotto il naso dalla sera alla mattina. Ma non paghiamo 100 euro l'anno alla RAI? E non abbiamo pagato in anticipo? Che diritto hanno di fregarti a metà dell’anno togliendoti un canale? D'accordo, è una tassa sull'apparecchio televisivo, come ha scritto Marbert, quindi non il pagamento di un servizio, ecc. ecc. Non dubito: la casta ha sistemato per bene le cose dal punto di vista legale prima di mettercelo in quel posto. Succede sempre così: formalmente hanno sempre ragione loro. A noi non resta che prendercela nel didietro in silenzio.
Ma ragioniamo sulla sostanza, non solo sulla forma. Finora noi abbiamo pagato 100 euro circa l'anno alla RAI sapendo che in cambio avremmo potuto vedere i suoi tre canali. Magari non un contratto vero e proprio ma un tacito accordo, una convenzione, una consuetudine, mi stava scappando "un patto tra gentiluomini", o il rapporto di fiducia tra un vecchio cliente e l’esercente di tutta una vita. Perciò mi sarei aspettato che la RAI avesse il riguardo di mandarmi almeno una lettera più o meno così: "Caro vecchio cliente, purtroppo da domani non possiamo più fornirti il secondo canale. La decisione è nostra, non tua. È una NOSTRA decisione unilaterale: tu saresti andato avanti tranquillamente così, sulla fiducia, come è comprensibile. Perciò, prima di tutto ci scusiamo, e poi lasciamo scegliere a te: se non vuoi comprarti il decoder [o come santamadonna si chiama quel coso], ti restituiamo all’incirca quindici - venti euro, a risarcimento dei sei mesi di RAI2 che per NOSTRA scelta unilaterale tu non potrai più vedere. E l'anno prossimo potrai scegliere se comprarti il decoder e pagare l'intera cifra, oppure accontentarti di due canali, il primo e il terzo, e pagare una cifra scontata".
Perché il nostro Stato non si comporta così civilmente? (la RAI e pubblica e pagata con soldi pubblici, e tanti, e offre anche un bel po’ di poltrone ai politici). Perché viviamo in una papidemocrazia alla “birmana”, in cui il cittadino è un suddito che deve subire e tacere, in cui il cittadino è solo un limone da spremere. Il cui il cittadino è considerato – scusate il termine – una cacca. Non vorrei si pensasse che me la prendo solo con i politici. Il potere economico (banche, assicurazioni, imprese grandi e piccole boite, ecc.) agisce allo stesso modo, ben sostenuto da quello politico: per loro siamo pezzi di carne a cui succhiare il sangue e da spolpare fino all’osso. Fino a quando siamo disposti a sopportare?
pc
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