EGREGIO SIGNOR SINDACO DI CHIVASSO...


Egregio Signor Sindaco,

da qualche tempo alcuni frequentatori della Biblioteca comunale di Chivasso lamentano di non poter più accedere, dai computer a disposizione del pubblico, al blog del Centro di documentazione «Paolo Otelli». Ne abbiamo chiesto la ragione alle bibliotecarie: gentilmente ci hanno spiegato che la ditta a cui il Comune ha affidato la gestione del servizio ha oscurato tutti i blog senza distinzione. Ci saranno dei buoni motivi: domanderemo quali sono negli uffici comunali. Forse si teme, non senza ragione, che qualche blog offra contenuti diseducativi ai giovani lettori? Sarebbe fin troppo facile dirle che allora Lei dovrebbe far oscurare subito il sito del Comune, considerate le imprese scarsamente pedagogiche di cui sono protagonisti membri della Sua giunta e della Sua maggioranza. Non credo che occorra fare nomi: compaiono periodicamente sulla stampa locale.

Ma lasciamo perdere e veniamo alla ragione di questa lettera: Le chiediamo di disoscurare il nostro blog, almeno provvisoriamente da oggi a domenica. Vorremmo celebrare il 25 aprile, la festa con la quale si celebra la liberazione dai nazifascisti avvenuta nel 1945, pubblicandovi una celebre poesia: quella che scrisse Piero Calamandrei nel 1952, che inizia con l’espressione «Lo avrai camerata Kesserling…» e termina con le parole «Ora e sempre Resistenza», e che è impressa su una lapide nel Palazzo Comunale di Cuneo. E vorremmo che si potesse leggere anche dalla biblioteca comunale. Se teme che la poesia possa traviare qualche giovane mente, può controllare Lei stessa: ne riportiamo il testo qui sotto.

Quanto all’autore, possiamo garantirLe che Calamandrei non è uno scrittore pericoloso. Non è sconsigliato ai giovani: gli hanno persino intitolato una scuola, qui vicino a Crescentino. Fu professore universitario a Firenze, studioso di diritto, avvocato. Ammettiamo che ebbe un difetto: fu antifascista. Fece parte di Giustizia e libertà e del Partito d’Azione clandestino sotto il fascismo. Eletto nel 1946 all’Assemblea Costituente, contribuì a scrivere a la Costituzione italiana, che tra l’altro afferma il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto «e ogni altro mezzo di diffusione» (è l’art. 21, che segnaliamo con piacere alla Sua attenzione).

Purtroppo – lo riconosciamo - non è affatto un bell’esempio, per i giovani frequentatori della biblioteca, la figura del «camerata» Albert Kesserling, al quale i versi sono rivolti. Ma non è colpa nostra e non ci possiamo fare niente. Non è colpa nostra se Kesserling fu comandante in capo delle forze naziste di occupazione in Italia e in quanto tale fece fucilare, impiccare, torturare e massacrare partigiani e civili italiani. Non è colpa nostra se fece tutto questo con la complicità di altri italiani, cioè del governo di Mussolini. Non è colpa nostra se nel 1947 fu processato per i numerosi eccidi che l'esercito nazista aveva commesso ai suoi ordini (Fosse Ardeatine, Marzabotto, e altre). Non è colpa nostra se, rilasciato nel 1952 per motivi di salute, affermò di non essere affatto pentito di ciò che aveva fatto durante i 18 mesi nei quali tenne il comando in Italia ed anzi dichiarò che gli italiani, per il bene che secondo lui aveva loro fatto, avrebbero dovuto erigergli un monumento. Fu reagendo a queste parole che Calamandrei scrisse la poesia che pubblicheremo sul blog e che vorremmo si potesse leggere persino dalla biblioteca del Comune di Chivasso. Per questo Le chiediamo di liberare il blog per la settimana del 25 aprile. Anzi, ci permettiamo un suggerimento: perché non pubblicare i versi di Calamandrei anche sul sito del Comune?

Fiduciosi che la nostra richiesta sarà accolta, Le porgiamo i nostri più cordiali saluti.

Il Centro di documentazione Paolo Otelli di Chivasso.

"Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA! "
Piero CALAMANDREI - 4 novembre 1952.

...CHI ERA KESSERLING?

Processato nel 1947 per crimini di Guerra (Fosse Ardeatine, Marzabotto e altre orrende stragi di innocenti), Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, fu condannato a morte. La condanna fu commutata nel carcere a vita. Ma già nel 1952, in considerazione delle sue "gravissime" condizioni di salute, egli fu messo in libertà. Tornato in patria fu accolto come un eroe e un trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi, di cui per altri 8 anni fu attivo sostenitore. Pochi giorni dopo il suo rientro a casa Kesselring ebbe l'impudenza di dichiarare pubblicamente che non aveva proprio nulla da rimproverarsi, ma che - anzi - gli italiani dovevano essergli grati per il suo comportamento durante i 18 mesi di occupazione, tanto che avrebbero fatto bene a erigergli... un monumento.A tale affermazione rispose Piero Calamandrei, con una famosa epigrafe (recante la data del 4.12.1952, ottavo anniversario del sacrificio di Duccio Galimberti), dettata per una lapide "ad ignominia", collocata nell'atrio del Palazzo Comunale di Cuneo in segno di imperitura protesta per l'avvenuta scarcerazione del criminale nazista.


Clikka sul link qui sotto per accedere ad Arcoiris-TV :

"Discorso agli studenti milanesi", una rilettura creativa del 2006.


http://video.google.it/videoplay?docid=-4136296163112759487&ei=RCrqSeiyOIeG2QKyqoV3&q=calamandrei&hl=it&client=firefox-a


8 commenti:

AugustO ha detto...

Complimenti antifascisti: Sempre Resistere, mai abbassare la guardia!
Anche a Chivasso: occhio ai fasci mascherati da pseudodemocratici!
Augusto

Anonimo ha detto...

Non so se c'entra, ma, visto che si parla di resistenza e antifascismo, voglio riportare le parole delle canzoni di un gruppo che ha rappresentato uno dei miti della mia generazione, gli Stormy Six. La canzone si intitola:
"Dante di Nanni
Nel traffico del centro pedala sopra il suo triciclo,
e fischia forte alla garibaldina
il carico che piega le sue gambe
è l'ingiustizia
la vita è dura per Dante di Nanni.
All'alba prende il treno e c'è odore di porcile
sui marciapiedi della sua pazienza
e nella testa pesano
volumi di bugie,
la sera studierà Dante di Nanni.
Trent'anni son passati,
da quel giorno che i fascisti
ci si son messi in 100
ad ammazzarlo
e cento volte l'hanno ucciso,
ma tu lo puoi vedere,
gira per la città Dante di Nanni.
L'ho visto una mattina
sulla metropolitana
sanguinava forte e sorrideva,
su molte facce intorno
c'era il dubbio,
e la stanchezza,
ma non su quella di Dante di Nanni.
Trent'anni son passati,
da quel giorno che i fascisti
ci si son messi in 100
ad ammazzarlo
e ancora non si sentono tranquilli,
perché sanno che gira per la città
Dante di Nanni."
E c'è un'altra canzone loro che dice:
"Il mese di aprile tra tutti
è crudele,
sui morti fiorisce il lillà,
l'inverno ha sepolto
la loro memoria,
lasciando solo pietà"

Non c'è qualcuno che ha i mezzi e le conoscenze per contattarli? Ormai saranno invecchiati, ma secondo me verrebbero volentieri a Chivasso, sarebbe splendido per tutti sentirli ancora.
Doc.

Anonimo ha detto...

Fosse per me, risentirei anche volentieri "Stalingrado", forse degli Area, non ricordo. Magari non sarà tanto di moda, ma per me è splendida. Per intanto vi mando un altro Calamandrei.
pm


NON RAMMARICATEVI
DAI VOSTRI CIMITERI DI MONTAGNA
SE GIU' AL PIANO
NELL' AULA DOVE FU GIURATA LA COSTITUZIONE
MURATA COL VOSTRO SANGUE
SONO TORNATI
DA REMOTE CALIGINI
I FANTASMI DELLA VERGOGNA

TROPPO PRESTO LI AVEVAMO DIMENTICATI
E' BENE CHE SIANO ESPOSTI
IN VISTA SU QUESTO PALCO
PERCHE' TUTTO IL POPOLO
RICONOSCA I LORO VOLTI
E SI RICORDI
CHE TUTTO QUESTO FU VERO

CHIEDERANNO LA PAROLA

AVREMO TANTO DA IMPARARE
MANGANELLI PUGNALI PATIBOLI
VENT'ANNI DI RAPINE DUE ANNI DI CARNEFICINE

I BRIGANTI SUGLI SCANNI I GIUSTI ALLA TORTURA
TRIESTE VENDUTA AL TEDESCO
L' ITALIA RIDOTTA UN ROGO

QUESTO SI CHIAMA GOVERNARE
PER FAR GRANDE LA PATRIA

APPRENDEREMO DA FONTE DIRETTA
LA STORIA VISTA DALLA PARTE DEI CARNEFICI

PARLERANNO I DIPLOMATICI DELL' ASSE
I FIERI MINISTRI DI SALO'
APRIRANNO
I LORO ARCHIVI SEGRETI

DI OGNI IMPICCATO SAPREMO LA SEPOLTURA
DI OGNI INCENDIO SI RITROVERA' IL PROTOCOLLO

CIVITELLA SANT'ANNA BOVES MARZABOTTO
TUTTE IN REGOLA

SAPREMO FINALMENTE
QUANTO COSTO' L' ASSASSINIO
DI CARLO E NELLO ROSSELLI

MA FORSE A QUESTO PUNTO
PREFERIRANNO RINUNCIARE ALLA PAROLA

PECCATO
QUESTI GRANDI UOMINI DI STATO
AVREBBERO TANTO DA RACCONTARE

Piero Calamandrei 1953

Anonimo ha detto...

PER I CINEFILI. Ricordate "Il caso Martello" (1991) di Guido Chiesa? Grande interpretazione di Felice Andreasi nella parte di un vecchio partigiano. In una scena memorabile, Andreasi-Martello legge su una lapide in una chiesetta di montagna la poesia a Kesserling di Calamandrei. Varrebbe la pena di rivedere il film, comunque bello, solo per risentire Andreasi leggere l'epigrafe di Calamandrei.
Il film è reperibile?
pm

Dall'Enciclopedia del cinema in Piemonte"
"Cesare Verra, funzionario di un’agenzia di assicurazioni torinese, deve versare oltre 300 milioni di lire all’ex partigiano Antonio Martello, come indennizzo per la morte della moglie, Fulvia Gariglio, avvenuta circa quarant’anni prima in un incidente causato dall’imperizia di una ditta edile. Ma da quell’epoca Martello è scomparso e nel paese delle Langhe dove abitava nessuno sa – o vuole - dare informazioni a Verra. Questi prosegue comunque le sue ricerche; grazie alla sua tenacia e all’aiuto di Pina, nipote di Martello, alla fine lo rintraccia in montagna, dove vive in solitudine".

Anonimo ha detto...

"Stalingrado" è degli Stormy Six.

Anonimo ha detto...

Nessuno più di sarebbe contento di risentire gli Stormy Six e di rivedere "Il caso Martello". Però vorrei anche documentarmi sui pericoli attuali che provengono dagli ambienti neonazisti e neofascisti, e dai loro collegamenti con la politica istituzionale. In proposito, sarebbe interessante organizzare una proiezione di "Nazirock", il documentario del giornalista Lazzaro.
Pino Cisontroppineringiro

Teatro a Canone ha detto...

Soo Simone Del Teatro a Canone, tra i nostri progetti in cantiere c'è anche la proizione di Nazirock, si pò anche farne una a tempi brevi, la nostra sede è a disposizione molto volentieri.
Simone e il Teatro a Canone

Teatro a Canone ha detto...

Dimenticavo la proiezone era prevista per giugno, ma veramente nulla impedisce di organizzarla prima
Sempre simone e C.