CHIVASSO - Interessante discussione durante l'ultimo consiglio comunale di Chivasso. Il Museo dell’Agricoltura della Mandria non si farà più... La Regione Piemonte rinuncia a sovvenzionare l’opera: quando Bresso e Oliva credevano ancora che gli euro crescessero nei prati come i girasoli la Regione aveva promesso di contribuire con 1.400.000 euro, il resto sarebbe stato procurato dal Comune di Chivasso che avrebbe acceso un modestissimo mutuo di 700.000 euro, una miseria. Comunque: niente museo alla Mandria. Sollievo dei chivassesi per lo scampato salasso, segreta disperazione dell’assessore alla cultura Germani, che forse progettava già il festival internazionale di letteratura «I luoghi degli aratri» e la rassegna teatrale «T’amo pio bove»... E fin qui possiamo dire: meno male che è finita così. Ma è proprio finita? Forse no: che ne sarà del grande edificio della Mandria? La maggioranza infatti presenta una delibera di consiglio che consente di mettere in vendita le proprietà comunali: tra queste appunto la Mandria. La minoranza avanza sospetti: non vorrete mica svenderla? La Mandria è pur sempre un pezzo pregiato del patrimonio del Comune! Interviene Fluttero per rassicurare: niente svendite. La delibera consente di vendere ma non obbliga. Non sprecheremo questo gioiello. Anzi, il Comune potrebbe studiare un’operazione di valorizzazione economica della Mandria facendo entrare dei capitali privati, con beneficio dei privati e del Comune. Un brivido corre nella sala consiliare, tra i banconi e tra i pubblico: il senatore non avrà già pronta una sua cordata per l’affare? Qualcosa di simile alla Moviservice, di cui era socio, affittuaria del Movicentro, che tanti benefici ha portato ai chivassesi e al sistema nervoso dei residenti di Via Don Giulio Isola. Insomma, una MoviMandria S.i.t (società a irresponsabilità totale), o una Mandriaservice D.s.c.C. (i debiti saranno cavoli del Comune)?
Piemme.
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