Nelle celebrazioni del 25 aprile di quest'anno, tutti presi dalla conversione del Silvio superstar, una cosa è passata in secondo piano. Una cosa forse piccola, forse banale, ma secondo me invece importante.
Il 25 Aprile, mentre tutti celebravano invarie forme questa ricorrenza, molti cittadini italiani ne erano impossibilitati, perchè erano al lavoro. E non mi riferisco ai servizi essenziali, come ospedali, polizia o similari, ma ai lavoratori del commercio.
Per capirci, il 25 Aprile tutti i supermercati erano aperti. Il dio denaro non si ferma mai, e anche in momenti che sono fondanti per una comunità, bisogna vendere, vendere, vendere. La stessa cosa capiterà il Primo Maggio, festa del lavoro. Penso che sia scandaloso che a dei cittadini sia impedito di partecipare alle manifestazioni che sono alla base di questa repubblica, e che queste vicende siano uno dei segnali di quanto ci stiamo imbarbarendo. Resta poi da capire come mai alcune festività di tipo religioso siano da tutti riconosciute come intoccabili, ad esempio il natale o la pasqua, mentre la morale è più "elastica" sulle festività laiche. Mah, misteri della fede.
In ogni caso il 25 aprile una delegazione di soci Coop si è recata negli uffici della COOP di Chivasso a manifestare il proprio disappunto. Il direttore non c'era (singolare, i lavoratori a faticare, il direttore??), e siamo stati ricevuti da un simpatico lavoratore.
Ora è chiaro che il problema non può riguardare solo la COOP, e che su questo devono essere coinvolti tutti i punti della grande distribuzione, ma una cosa la può fare, il Sindaco Matola: inserire come chiusure obbligatorie le feste civili (25 aprile, primo maggio e due giugno) nel calendario che regolamenta le aperture e il commercio nella città di Chivasso. Forse questo potrebbe aiutare a riscoprire i valori fondanti di questa nostra Repubblica, figlia del sangue dei partigiani e fondata sul lavoro.
Saturnino.
4 commenti:
Sacrosante le considerazioni fatte. Un solo appunto; anche le feste religiose sono ormai "imbarbarite" dal rito del commerco selvaggio, una fra tutte proprio la Pasqua, dove i maggiori supermercati hanno promosso una apertura completa. Aggiungo anche una chicca che riguarda il giornale diocesano "il Risveglio popolare" di Ivrea che in ultima pagina ormai da anni tiene una pubblicità a pieno spazio di un noto ipermercato che a lettere cubitali settimanalmente ricorda che è "sempre aperto anche la domenica!". A questo punto non ne farei nemmeno una questione religiosa o di ricorrenza, ma in un paese normalmente felice le famiglie dovrebbero almeno riuscire a vedersi la domenica, ma evidentemente chi lavora in quei posti non ha diritto a questi "inaccettabili privilegi".
Fabrizio
via i mercanti dal tempio... diceva qualcuno. frase sempre valida, anche per chi, come me, non ha templi da santificare.
spartako.
Una volta c'era il movimento no-global che era sensibile a queste problematiche, poi la sinistra è andata al governo e ha preferito affossare il movimento e dare spazio al mercato. Possiamo chiedere a Matola di cambiare il calendario delle chiusure, ma qual è il partito a manca che appoggia questa cosa? Dagli ultimi eventi politici (di partito)visti a Chivasso non si sa bene,dobbiamo sperare nella buona volontà di qualche consigliere che rappresenta se stesso.
Simone
Ora pare che siamo al punto di non ritorno
...la forza del bollito misto.
Aulik.
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