Una replica al sindaco Matola..."Chivasso una piccola Montecarlo?"...


Lunedì scorso su La Voce è comparsa una interessante intervista al sindaco di Chivasso. Dopo avere sottolineato che negli ultimi due anni la città è cresciuta, in controtendenza rispetto al territorio, Matola rivela: «Segno che a Chivasso si continua a stare bene e che in un momento in cui abbiamo solo da spendere i nostri soldi, senza fondi esterni, siamo riusciti a investire in modo coerente». Strano, non mi sono accorto di quanto sia diventata ricca Chivasso. Forse sto troppo in casa, e mi è sfuggito che la città è diventata una piccola Montecarlo, dove tutti girano in Ferrari, vestono abiti di lusso, e bevono succo di aragosta. Dove avrà comprato, il sindaco Matola, gli occhiali con cui guarda la città? Non è ora che li cambi?
L'affermazione del sindaco è rivelatoria: se stiamo così bene, allora il comune può permettersi la sua finanza allegra. E continuare a far crescere, ad esempio, la sua abnorme politica cultural-clientelare. L'ultima novità è l'adesione alle «Esperienze di cultura metropolitana» (Delibera consiliare n. 74 del 13 dicembre 2007): se ne sentiva proprio il bisogno. I chivassesi sono immersi nel più sfrenato consumismo materialista: è bene che l'amministrazione comunale li richiami ogni tanto ai valori dello spirito e della cultura. Quanto allo scontro in consiglio sulle spese per la comunicazione, Matola parla di un «sano dibattito». No, quello non è stato un dibattito. La giunta sottoponeva al giudizio del consiglio un aumento delle spese, i consiglieri chiedevano chiarimenti, e la giunta in genere eludeva le domande. Dov'era il dibattito? Quando alcuni consiglieri di minoranza hanno chiesto perché le spese di comunicazione sarebbero aumentate di 7.000 euro, Matola non ha riposto. E continua a non rispondere. Poteva cogliere l'occasione dell'intervista al Suo giornale per dare finalmente una spiegazione. Non l'ha fatto e temo che aspetteremo a lungo. E' un bel paradosso. La minoranza chiede conto delle spese per la comunicazione, e il sindaco rifiuta di «comunicarglielo». Oltretutto, la domanda dei consiglieri era più che pertinente. A che servono quelle spese per la comunicazione quando il Comune comunica solo quel che vuole? Sappiamo qualcosa della prossima sostituzione dei passaggi a livello e della costruzione delle opere sostitutive? Sappiamo dove saranno i cavalcavia, i sottopassi, le passerelle, le nuove strade che verranno costruite? Sappiamo da dove cominceranno i lavori? Sappiamo perché, proprio nell'ultima versione del progetto, una strada dritta dritta, tra l'abitato di Castelrosso e la futura rotonda, cambia improvvisamente tracciato e va a farsi un giro per i Torassi? Eppure tutta l'operazione non costa due lire. In base alla convenzione del 2002 il Comune verserà 1.350.000 euro e si assumerà la manutenzione in perpetuo di tutte le opere. Il disegno delle opere non potrebbe venire pubblicato sul sito del Comune, come è stato fatto per il piano regolatore? E il teleriscaldamento, dove è finito? Ne sappiamo qualche cosa? Perché non pubblicare sul sito il tracciato delle tubature? In Chivasso si fanno congetture sui quartieri che potranno usufruire del teleriscaldamento, ma nessuno lo sa con precisione. Perché non pubblicare il progetto sul sito? Altrimenti a che servono per le spese per la comunicazione? A pubblicare le fotografie del sindaco sorridente?

Piero Meaglia.

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