Il caso Campania, con tutti i suoi risvolti politici, aggrava nel nostro paese la mappa della corruzione e del clientelismo, mali che inquinano già diverse regioni italiane. Ricordiamo l'inchiesta calabrese "Why not", l'analoga e recente inchiesta padovana sulla presunta truffa di fondi europei, esiste poi l'inchiesta romana sulla Sanità scaturita dalla ormai famosa "Lady Asl" ecc ecc.
Tempo fa avevo fatto gli auguri in una lettera aperta all'ex Prefetto Serra, nominato Commissario contro la corruzione nella Pubblica Amministrazione. Sta facendo un buon lavoro e mi auguro che egli saprà contribuire ad estirpare ovunque, anche qui nel Lazio, le eventuali mele marce presso gli enti pubblici, gli uffici giudiziari, le università... Ritengo che, come sta accadendo nel caso Campania, il coinvolgimento penale di importanti funzionari pubblici, inseriti in apparati delicati dello Stato, sia il dilemma inquietante del futuro di questo paese. Di fronte alla corruzione dilagante sarebbe cosa buona perseverare con metodi investigativi alla "De Magistris". Quelli, cioè, di andare a spulciare le visure societarie, presso le Camere di commercio e i relativi uffici tribunalizi, di aziende Spa, Srl, Onlus, Sas..., soprattutto le aziende appaltatrici di opere e servizi pubblici, di passare ai "raggi X" parentele, amicizie particolari, affiliazioni partitiche, e perché no, passare al setaccio i numerosi ribaltamenti di sentenze giudiziarie, per verificare se si sia trattato solo di supervisione nell'applicazione delle norme, oppure di eventuali aggiustamenti clientelari e massonici.
Domenico Ciardulli (pubblicato su www.osservatoriosullalegalita.org )
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