Dopo la pubblicazione delle conversazioni telefoniche tra Berlusconi e Saccà, circolano anche a sinistra quelli che secondo me sono dei veri e propri equivoci. Anche a sinistra molti hanno deplorato il fatto. Credo invece che e cose stiano in modo diverso. Secondo me tutto quello che fanno e dicono i politici e che riguarda la sfera del "pubblico" e dello stato, tutto chiò che ha o potrebbe avere conseguenze sulla condizione dei cittadini, insomma tutto quello che è politica, tutto questo dovrebbe essere pubblico, nel senso di trasparente e noto a tutti. Per principio: tutto quello che riguarda la sfera pubblica deve essere reso pubblico. Altra cosa è la sfera privata in senso stretto (la famiglia, i figli, le malattie, i sentimenti, le tendenze sessuali, la fede religiosa, ecc.): in questo caso anche i politici possono esigere il rispetto della privacy. Ma essi non possono pretendere la privacy anche per le loro azioni politiche, cioè anche per parole, conversazioni, trattative, accordi, decisioni, che toccheranno direttamente o indirettamente la vita dei cittadini. Se lo chiedono, è solo per poter meglio nascondere i loro abusi di potere e le loro truffe ai danni dei cittadini medesimi. Inoltre, la "pubblicità" delle parole e delle azioni dei politici è una condizione fondamentale della democrazia. In un una cosiddetta democrazia rappresentativa noi cittadini comuni siano chiamati ad eleggere i nostri rappresentanti. Ma per votare in modo consapevole, cioè per poter giudicare i candidati, soprattutto per giudicare l'operato di quelli uscenti, dobbiamo sapere che cosa dicono, che cosa fanno, che cosa hanno fatto. Altrimenti in base a quali elementi li giudichiamo e li scegliamo? Perciò i politici che chiedono il rispetto della privacy anche per quanto riguarda le loro azioni politiche, nobili e meno nobili, esprimono un pensiero contrario allo spirito autentico della democrazia. Rivelano la loro mentalità oligarchica, castale e antidemocratica. Giovanni Locchi. | |||
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1 commento:
Sono in pieno accordo con quanto dice Locchi. Le azioni dei politici, svolte in quanto tali, devono essere pubbliche, e non ricadere nell'ambito della privacy. Spesso poi sento dire che non sono importanti, e quindi non vanno divulgate, perchè non sono crimini. Ma se non sono atti criminali, e di conseguenza magari coperte da segreto processuale, perchè non devono essere pubblicate? Noi vogliamo poter giudicare chi ci governa, non tanto per sapere se sono o meno dei delinquenti, ma se sono persone oneste. Questo vale ancor di più per i funzionari della pubblica amministrazione, che devono il loro stipendio ai cittadini e non agli amministratori, ed è ai primi che devono rendere conto, non agli eletti.
Gli eletti passano, quelli che restano, e che pagano, sono coloro che devono essere garantiti dall'operato dei funzionari.
Massimo Zesi
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