A proposito di inceneritore e pirolisi...
Le associazioni ambientaliste non sono contrarie, in linea di principio, alla pirolisi come tecnica di trattamento dei rifiuti: fermo restando che l'obiettivo prioritario è quello di aumentare costantemente la percentuale di raccolta differenziata e ridurre la produzione di rifiuti a monte. Ed inoltre, la studio e la sperimentazione di nuove tecnologie, ancora meno dannose della pirolisi per la nostra salute, è in continuo progresso, e non si può escludere che esse siano presto disponibili.
Comunque, per quel che se ne sa, la pirolisi è già una tecnologia forse meno nociva dell'incenerimento puro e semplice, per almeno due motivi. Il primo è che non necessita di alte gradazioni, ma è in grado di bruciare i rifiuti a 200 - 400 ° in assenza di ossigeno, invece degli 800 - 1.000° a cui può arrivare un inceneritore a griglia, o a letto fluido. Il secondo è che, con la pirolisi, si possono realizzare anche dei piccoli impianti, in grado di bruciare 30-40.000 tonnellate di rifiuti annui, invece delle 400 - 700.000 tonn. di un normale inceneritore. Quindi ben venga, se necessaria, la pirolisi. Attenzione comunque al fatto che impianti di pirolisi funzionanti ed attivi, di fatto non esistono se non nella chiacchera da bar. Il problema, seccondo noi, sta tutto qui: se necessaria. Per capirlo, occorre valutare la situazione attuale dell'incenerimento dei rifiuti in provincia di Torino. Ormai è certa la realizzazione di un primo inceneritore, quello del Gerbido a Torino, capace di trattare più di 400.000 tonn. annue di rifiuti. Alcuni dicono, come il sindaco di Settimo, che un solo impianto non è sufficiente, e quindi ne occorre un secondo, altri che è meglio realizzare piccoli impianti di pirolisi, appunto.
Noi invece diciamo che, prima di parlare di altri impianti di incenerimento, o di pirolisi occorre:
Ridiscutere il piano provinciale dei rifiuti per adeguarlo alla legislazione nazionale. Il piano provinciale, infatti, risale ormai ad alcuni anni fa e non tiene conto della nuova normative europea, nazionale, regionale(Linee guida). Nel piano provinciale si parla di raggiungere obiettivi di raccolta differenziata del 52% , con una riduzione della produzione di rifiuti del 3%. La nuova normativa nazionale e regionale, invece, fissa un obiettivo di raccolta differenziata del 65% , con una riduzione del 10%. E' chiaro quindi che il piano va rivisto.
Tra l'altro, la percentuale attuale di raccolta differenziata in provincia di Torino e di circa il 40%, quindi non è stato ancora nemmeno raggiunto l'obiettivo del 52% fissato dal piano provinciale
Attendere la nuova legge regionale sui rifiuti in discussione in questi giorni. E' compito della Regione dare le direttive, e compito della Provincia di attuarle, realizzando gli impianti necessari. Pertanto, non avrebbe senso realizzare degli impianti prima ancora di conoscere quale sarà la nuova normative da seguire.
In conclusione, chiediamo di fissare una moratoria per quanto riguarda la realizzazione di nuovi impianti sia di incenerimento sia di pirolisi (possibili anticamere degli inceneritori dei rifiuti. Prima si adegui il piano provinciale alle normative nazionali e regionali, poi, se saranno necessari nuovi impianti, si discuterà su quale sia il migliore.
Legambiente Chivasso
Pro Natura Torino
Centro Paolo Otelli di Chivasso
Comitato Parco Mauriziano di Chivasso
Comitato Aria Pulita di Chivasso.
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