Ancora odiosi tagli dalla Regione Piemonte...

LA REGIONE PIEMONTE TAGLIA I FONDI DELLE PRESTAZIONI LEA,
PREVISTE DALLA LEGGE. LE ASL INTERROMPONO LE CURE DOMICILIARI
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Dal 1° gennaio 2014 soggetti con handicap grave e malati cronici non autosufficienti curati a casa non sono riconosciuti come malati e non ricevono più i contributi loro dovuti; altri 18 mila anziani sono in illegittima lista d'attesa
La Fondazione promozione sociale onlus e il Csa (Coordinamento sanità e assistenza
tra i movimenti di base) lanciano l'allarme sulle iniziative della Regione Piemonte che
negano il diritto pienamente ed immediatamente esigibile delle persone non autosufficienti
alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari previste dalle leggi vigenti e confermati da
sentenze della Corte costituzionale e del Tar. Si tratta dei provvedimenti contenuti nella
delibera 26 approvata dalla Giunta regionale il 30 dicembre 2013 che sta decretando un
inquietante stop delle cure domiciliari.

Fino alla fine del 2013, l'assegno di cura per le prestazioni domiciliari – soldi che costituivano un rimborso per le spese affrontate dai familiari per la cura di un parente non autosufficiente, senza che da nessuna legge fossero tenuti a farlo – è stato pagato per metà dall'Asl, per metà dall'utente (oppure dal Comune se il paziente non aveva sufficienti risorse economiche). Con la delibera 26 la Regione ritira la sua quota sanitaria, circa 50 milioni di euro per il 2013, passandola al settore dell'Assistenza, i cui interventi non sono erogati per diritto, ma con criteri di beneficienza e finché le risorse ci sono.
A seguito del provvedimento, proprio le Aziende sanitarie stanno inoltrando agli Enti gestori dei servizi socio assistenziali del Piemonte lettere nelle quali comunicano, in sintesi, che dal 1° gennaio 2014 non risulta più possibile alle Asl procedere all'erogazione di interventi economici a sostegno della domiciliarità (principalmente il rimborso di una parte delle spese affrontate per l'assunzione di badanti-assistenti familiari), così come avvenuto finora. È un'operazione con la quale la Regione dice a migliaia di persone colpite da patologie e/o handicap gravemente invalidante e da non autosufficienza che non soffrono di gravi carenze di salute o non sono degli infermi veri e propri e che, in contrasto con le leggi nazionali vigenti, il Servizio sanitario regionale non intende più provvedere loro.
«È una situazione drammatica, che rischia di lasciare senza cure migliaia di persone
malate croniche non autosufficienti, mentre 18mila anziani malati non autosufficienti sono
in illegittime liste d'attesa per le prestazioni a domicilio – dice la presidente della
Fondazione promozione sociale, Maria Grazia Breda –. La Regione confonde le acque: legittima il taglio delle prestazioni facendo riferimento alle indicazioni del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali (tavolo Massicci). Ma da quel tavolo è venuta l'indicazione di non erogare con fondi sanitari le prestazioni aggiuntive ai Livelli essenziali di assistenza (Lea), non l'assegno di cura che ne fa parte a pieno titolo. È inaccettabile che la Regione faccia economie con il taglio dei Lea, cioè delle prestazioni socio sanitarie per i più deboli che la Sanità è obbligata a fornire».
La Fondazione e il Csa hanno richiesto il ritiro immediato della delibera 26, invitando associazioni, Sindacati ed esponenti dei partiti politici a fare propria la stessa richiesta, anche perchè, dal momento che le cure domiciliari sono diritti esigibili – come confermato negli ultimi due anni da sentenze della Corte costituzionale e del Tar – la loro mancata erogazione potrebbe configurarsi come atto d'interruzione di pubblico servizio e di omissione di atti d'ufficio. Infine, la mancata erogazione delle prestazioni socio-sanitarie a domicilio potrebbe spingere molte famiglie a portare in Pronto soccorso i propri congiunti non autosufficienti, con grave danno per i pazienti ed un aumento dei costi per la Sanità pubblica.

Fondazione promozione sociale onlus e Csa (Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base).
Via Artisti 36 – 10124 Torino Tel. 011 8124469 Fax 011 8122595
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www.fondazionepromozionesociale.it

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