Chivasso-Ivrea-Aosta: le preoccupazioni dal Comitato Utenti...

Purtroppo si sono rivelate infondate le speranze sorte nei giorni scorsi alla notizia che nel disegno di legge noto come “Fare” del governo Letta erano state stanziate risorse a favore della linea ferroviaria Chivasso – Aosta.
Anticipazioni dei giornali, contatti avuti con parlamentari e la stessa lettura del testo del disegno di legge, depositato il 21 giugno scorso alla Camera dei Deputati, corredato di “Relazione Tecnica” che esplicita maggiormente il linguaggio tecnico del ddl, fanno comprendere che NON UN SOLO EURO AGGIUNTIVO è stato messo a disposizione della nostra linea ferroviaria.
Cosa dice il disegno di legge?
Per capire, bisogna fare un passo indietro.
Come noto, la finanziaria 2006 aveva messo a disposizione del “potenziamento infrastrutturale” della Chivasso – Aosta 40 milioni di euro.
Un accordo (APQ – Accordo di Programma Quadro) tra Regioni Piemonte e Valle d’Aosta e Ministero Trasporti nel 2008 aveva deciso che 27 milioni di questa cifra sarebbero stati spesi per la lunetta di Chivasso.
Nel 2011, naufragato il progetto lunetta a causa del divieto di accesso nel passante ferroviario di Torino per i locomotori diesel, la Regione VDA, contro il parere di tutti, aveva deciso di chiedere al CIPE di poter stornare i 27 milioni dalla lunetta all’acquisto di locomotori bimodali.
Il CIPE aveva dato il suo assenso, ma il governo Monti no.
Ora il ddl Letta del 15 giugno, invece, cambia l’opinione del governo e, se tutto andrà secondo questo piano, entro 30 giorni dalla approvazione nei due rami del Parlamento del ddl, il Ministero dei Trasporti potrà, con un proprio provvedimento, autorizzare l’ordine di acquisto dei bimodali.
Probabilmente si dovrà passare attraverso le firma di un nuovo accordo tra Regioni e Ministero, e non è chiaro se l’ordine lo potrà fare Trenitalia o la Regione VDA.
Rimane anche la questione di 8 milioni di euro (degli iniziali 40) che avrebbero dovuto essere impegnati in progetti, e dei quali si è persa traccia: anche questi, ci si augura, dovrebbero essere ridiscussi nel nuovo APQ.
Che dire?
Abbiamo sempre sostenuto che l’acquisto dei treni bimodali non era la soluzione adeguata, ma la cosa che ci preoccupava di più era che queste risorse venissero perse.
Una valutazione fatta da Trenitalia nel 2011 diceva che per fare il servizio di quelli che erano i diretti Aosta – Torino, erano necessari 8 treni, dal costo unitario di circa 7 milioni di euro.
Il conto è presto fatto: con 27 milioni se ne comprano solo 4, e le rotture di carico non si eliminano.
È importante sottolineare che non si tratta di acquistare i soli locomotori: questi materiali non possono trainare carrozze in dotazione Trenitalia, bensì hanno bisogno di carrozze specifiche, motivo della lievitazione dei costi a 7 milioni a treno.
Rimane inoltre il problema della necessità di omologare questi materiali, e ciò comporta ulteriori costi aggiuntivi.
Infine, le officine di manutenzione di Trenitalia devono essere attrezzate per questi materiali ad oggi non circolanti in Italia. Altri costi aggiuntivi.

Non vogliamo apparire come “bastian contrari” che criticano tutto ciò che altri fanno, ma vorremmo che qualcuno rispondesse a queste nostre perplessità.

Se queste risposte non ci saranno, siamo terrorizzati dalla prospettiva di acquistare treni che rimarranno fermi in qualche deposito ferroviario a disposizione delle visite di qualche gabibbo!

Saremo matti, ma secondo noi con i 35 milioni di euro “avanzati” dalla finanziaria 2006 si possono raddoppiare i 14 chilometri tra Chivasso e Caluso (costo circa 1,5 milioni a chilometro) con benefici molto più certi e misurabili per tutti i viaggiatori della Chivasso – Aosta, valdostani e piemontesi.

ASSOCIAZIONE UTENTI FERROVIA
CHIVASSO – IVREA – AOSTA.

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