Motoseghe in azione: una lettera aperta al sindaco di S.Sebastiano po...


S.SEBASTIANO PO - Il tempo trascorso tra la fine dell’anno e il primo mese del 2013 ha visto molti alberi segnati di rosso dalla sua Amministrazione cadere sotto la lama della motosega dei loro proprietari.
Persone estremamente preoccupate della sua Ordinanza per la sicurezza stradale. Così, senza riguardo per la pericolosità dei pendii, della tenuta delle rive e del rischio frane, senza discernimento alcuno tra alberi realmente instabili e potenzialmente pericolosi o non, è partita la “mattanza”.
In violazione dell’art 31 del Codice Stradale, citato dall’ordinanza stessa, che obbliga i proprietari
a mantenere le ripe dei fondi laterali alle strade in stato tale da impedire franamenti o cedimenti, prevenire cadute di materiale sulla strada ed evitare di eseguire interventi che possano causarli.
Piante piccole o grandi, a monte o a valle delle strade, in omaggio ad un’applicazione ferrea e
ottusa del regolamento comunale, sono state tolte di mezzo.
In nome della sicurezza, dite, ma anche per favorire il passaggio rapido della trincia.

Ebbene, proprio in nome della sicurezza, noi del Comitato vogliamo denunciare a Lei e alla
sua Amministrazione due situazioni di grave pericolo che si sono venute a creare nel nostro Comune.

La prima è proprio una conseguenza della sua Ordinanza a “fin di bene” che sta portando
ad un abbattimento assurdo, soprattutto delle piante a valle delle strade collinari con rive ripide
o scoscese. La mancanza di questa barriera naturale lungo i cigli stradali mette a rischio gli automobilisti che in giorni di nebbia o di fondo stradale ghiacciato o scivoloso, non hanno più riferimento o protezione in caso di fuoriuscita. Le nostre strade di collina sono quasi sempre strette, pendenti, difficili se s’incrocia un altro mezzo. Qualche esempio per tutti: dopo il taglio a valle delle piante, Via San Lorenzo a scendere da Via Natta, parte della Credola o tornanti sotto la borgata Nosma in Via Bellavalle sono diventati pericolosi. Se il rischio che ti cada una pianta o un ramo sull’auto in seguito al maltempo è alquanto ridotto, il pericolo di finire fuori strada per nebbia o
gelo è ben più reale. E se si fila fuori, si precipita in scarpate col rischio di lasciarci la pelle.

Avete reso necessaria e inderogabile la spesa di guard rail artificiali dove prima c’erano già
dei guard rail naturali. Così come vi rendete responsabili, con la segnatura degli alberi in rosso e l’esortazione a tagliare che diversi cittadini hanno ricevuto, nel favorire ulteriori fenomeni franosi.
La seconda grave situazione che denunciamo è la condizione in cui si trova l’area collinare dell’impianto fotovoltaico con le relative opere di sistemazione per la sicurezza (regimazione acque piovane ed altro) non ancora eseguite dopo oltre un anno, mentre chi l’ha realizzato continua a giocare al “ribasso” per contenerne i costi. L’esteso fronte franoso in rapida accelerazione che si è verificato (per ora ai piedi dell’impianto, ma che in futuro potrebbe coinvolgere porzioni più ampie della collina, la strada o le case vicine) era prevedibile per chiunque avesse un minimo di buon senso.
Riteniamo grave che la sua Amministrazione non abbia espresso alcuna volontà politica    (come accaduto in altri Comuni, che hanno disincentivato interventi simili) di osteggiarne l’installazione in una zona ad alto rischio idrogeologico. Perché permettere lo sbancamento dei versanti di una collina, con l’abbattimento di tutti gli alberi che prima la ricoprivano, senza nemmeno vincolare gli imprenditori dell’ecobusiness a tempi d’esecuzione rapidi di opere inderogabili per la sicurezza? In questo caso dov’è finita la preoccupazione per la tutela e l’incolumità dei cittadini?

Comitato “Salviamo la Nostra Collina”

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