Un
altro treno nucleare sarebbe in procinto di attraversare il Piemonte. Il tam
tam di allerta degli ambientalisti, diffuso in questi giorni tramite Facebook e
alcune mailing-list, indica come imminente la partenza dal deposito Eurex di
Saluggia di un convoglio carico di combustibile nucleare irraggiato, destinato
alla centrale francese di La Hague. Una sorta di “prestito” a lungo termine per
permettere il cosiddetto riprocessamento del combustibile che alimentava le ex
centrali nucleari italiane, ovvero l'estrazione da esso di uranio e plutonio
(necessario per la produzione di armi atomiche). Dopo essere state trattate, le
scorie torneranno nuovamente in Italia per essere alloggiate in una struttura
ancora da individuare. Fonti francesi avrebbero annunciato la partenza del
treno per la prossima settimana, una data che potrebbe essere anticipata per
evitare mobilitazioni. Dunque, se la notizia verrà confermata, anche questa
volta la segretezza con la quale la Sogin (Società Gestione Impianti Nucleari)
avrebbe voluto gestire il trasferimento sarebbe stata svelata. Era già accaduto
due volte, a febbraio e a maggio del 2011, in occasione di altri due viaggi
delle scorie analoghi. In quelle occasioni si erano anche verificati duri
scontri tra la polizia e i gruppi No-Nuke che protestavano contro il passaggio
dei treni alle stazioni di Avigliana e Condove.
Pomo
della discordia sui treni nucleari rimane, secondo gli ambientalisti, la
mancanza di informazione sulla pericolosità di questi trasporti che espongono
ignari cittadini alla presenza di radiazioni ionizzanti. Uno scenario che
diventerebbe a tutti gli effetti apocalittico in caso di incidente e che lo
scorso anno aveva portato il Movimento Cinque Stelle, Pro Natura e il Comune di
Villar Focchiardo a presentare una domanda di sospensione dei trasferimenti in
Francia. Ricorso poi rigettato dal Tar del Lazio che ad agosto 2011 aveva
definito «meramente ipotetico» il rischio derivante dal trasporto di materiale
radioattivo su rotaia. Alle obiezioni dei richiedenti per dimostrare la non
legittimità delle spedizioni, in base alla direttiva n. 618/89 della Comunità
Europea dell’energia atomica sui trasporti nucleari, il tribunale ha risposto
sottolineando «la sicura prevalenza dell’interesse pubblico ad effettuare le attività
di trasporto». Semaforo verde quindi per almeno altri otto treni infernali con
circa 164 elementi di combustibile irraggiato contenuti nel deposito di
Saluggia, pari a circa 30 tonnellate (dati Sogin). Un via libera ribadito per
altro anche a gennaio dal ministro dell'Ambiente Clini nel corso di un
intervento in parlamento nel quale si era pronunciato proprio sui ritardi nei
trasferimenti in Francia. «I trasporti previsti in origine per il 2011 stanno
subendo ritardi», aveva detto il ministro «per poter riprendere il programma di
spedizioni si sta verificando con le autorità di sicurezza coinvolte la
fattibilità di percorsi alternativi». Ma quale percorso alternativo potrebbe
seguire il treno nucleare in partenza dal Vercellese? Probabilmente lo stesso
degli altri convogli arrivati a La Hague, transitati via Alessandria sulla
linea ferroviaria che attraversa la Valle di Susa, evitando Torino.
L'incertezza
rimane invece sul giorno esatto previsto per il viaggio. Sulla pagina Facebook
di GlobalInfoAction era girata voce che le barre fossero già state spostate da
Saluggia a Vercelli a bordo di alcuni camion, notizia poi smentita ieri mattina
dalla stessa fonte. L'attesa continua.
Attualmente
il Piemonte custodisce l'85% delle scorie radioattive italiane, cioè la gran
parte della poco invidiabile eredità nucleare del Paese.
Massimiliano Ferraro per: www.pagina.to.it
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