A Pontedera i dirigenti della Cgil di Pisa hanno impedito che il corteo
dello sciopero di 4 ore fosse aperto dallo striscione “L’Articolo 18 non
si tocca!”. Prima di tutto esprimiamo solidarietà ai lavoratori e ai
militanti sindacali che hanno deciso di manifestare lo stesso dietro
quello striscione, ma certo questo episodio non è casuale. La dura
verità è che la lotta per l’articolo 18 non fa più parte dell’agenda
della Cgil. Questo mentre ogni giorno che passa sono più chiari i
contenuti reali della controriforma Fornero, e mentre il Senato si
prepara a peggiorarla ancora. Flessibilità selvaggia e libertà di
licenziamento, in un momento di crisi, passano con il silenzio, la
complicità, il consenso di Cgil, Cisl e Uil. Per questo a Pontedera non
si vuole quello striscione e per questo le segreterie di Cgil Cisl e Uil
hanno deciso di manifestare il 2 giugno sul fisco e sul lavoro.
Qui
siamo al ridicolo. (...)
Nelle interviste di questi giorni i segretari confederali spiegano che
con il governo siamo vicini al punto di rottura. Cioè non ci siamo
ancora, evidentemente quello che accade non basta. E così, dopo aver
lasciato passare la più feroce controriforma delle pensioni, Cgil Cisl e
Uil si apprestano a lasciar passare anche la controriforma del lavoro.
Anche
la scelta della data è segno di una perdita totale di distacco dalla
realtà. Perché si manifesta il 2 giugno, dopo la parata? Cosa si vuole
esprimere? Solidarietà a Napolitano, che sparla di suo? Cosa si vuol
dire, che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, e che però
purtroppo il lavoro non siamo in grado di difenderlo? La manifestazione
del 2 giugno è il segno della caduta totale di combattività e anche di
senso della rappresentanza da parte di Cgil Cisl e Uil. E, visto che è
meglio essere precisi, è soprattutto un venir meno del gruppo dirigente
della Cgil ai suoi doveri, visto che Cisl e Uil in questi ultimi anni di
consenso a Marchionne, Berlusconi e Monti, ci hanno abituato a tutto.
Così
si capisce anche perché in Italia la crisi politica non ha gli sbocchi
di altri paesi. Il Presidente Sarkozy, prima di perdere le elezioni si è
lamentato del fatto che in Francia non ha potuto portare l’età
pensionabile a 62 anni per l’opposizione dei sindacati, che invece, ha
sottolineato, in Italia hanno lasciato passare la pensione dopo i 67. In
Grecia in governo della banche è stato travolto non solo dal voto dei
cittadini, ma da due anni di lotte e scioperi generali.
In Italia
Cgil Cisl e Uil si confermano i migliori alleati e sostenitori di questo
governo. E di questo adesso devono essere chiamati a rispondere. Per
questo il 2 giugno intendo fare per la prima volta obiezione di
coscienza alla manifestazione Cgil Cisl e Uil, così come ho sempre
condiviso quella per la parata militare del mattino. Adesso basta. Per
difendere i lavoratori dal massacro che gli sta precipitando addosso
bisogna organizzarci e auto-organizzarci e farci sentire sul serio
contro il governo. Lo faremo, anche senza i gruppi dirigenti di Cgil
Cisl e Uil.
Giorgio CREMASCHI, Rete 28 Aprile.
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