Caccia: il Consigliere Stara, insieme al Comitato per Il Referendum, ricorre al Tar e chiede il risarcimento danni

Il Comitato Promotore per il Referendum ha presentato oggi ricorso contro l’annullamento del Referendum sulla caccia, con l’”intervento ad adiuvandum”, in parole povere il sostegno, del Consigliere regionale Andrea Stara. I ricorrenti chiedono anche il risarcimento danni per le spese già sostenute per la campagna referendaria.Il Parere di un elemento dissenziente della Commissione di Garanzia, presieduta da Simonelli, noto cacciatore, - spiega Stara – avvalora ulteriormente la fragilità della scelta compiuta dalla maggioranza regionale. Si tratta di un caso di mancata ottemperanza delle pronuncia del Giudice, a cui Cota era sottoposto. Insieme al Comitato con sui abbiamo condiviso la partenza della campagna referendaria e preparato  il ricorso al Tar con richiesta di pronunciamento urgente, che potrebbe quindi arrivare entro pochi giorni, anche se non più in tempo utile comunque per andare a votare a giugno”. In sostanza la Regione non avrebbe eseguito quanto previsto dalla sentenza del Tar che intimava l’indizione per il giugno prossimo della consultazione sui quattro quesiti relativi all’introduzione di nuove tutele in materia di caccia.
“Ho presentato oggi anche una interrogazione che verrà discussa in aula nel consiglio di martedì, - spiega Stara - nella quale richiedo di avere l’elenco delle spese per ogni singolo Comune già sostenute fino ad oggi, come l’aggiornamento delle liste elettorali, che è costato solo per Torino circa 200 mila euro, stampa manifesti di indizione, acquisto carta per le schede, che da solo vale 400 mila euro, il  posizionamento dei tabelloni. Tutte risorse sprecate a carico dei bilanci di spesa corrente, ovvero soldi buttati via proprio in un momento in cui i Comuni sono costretti, con l’acqua alla gola, a tagliare i servizi essenziali”.
Conclude Stara: L’obiettivo comune è che il Referendum abbia luogo l’anno prossimo insieme alle politiche, dato che ormai i tempi sono insufficienti per recuperare la data del 3 giugno”. 
targatocn.it

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