Binario morto?

Venerdì 1° giugno la Commissione regionale trasporti esprimerà il parere sulla ultima versione del programma triennale regionale dei servizi del trasporto pubblico locale. Si tratta di una modifica che interviene quasi a ridosso del precedente programma, adottato dalla Giunta nel mese di aprile; tale modifica introduce significativi peggioramenti a un quadro già preoccupante rispetto al diritto alla mobilità e alla responsabilità delle politiche pubbliche dei trasporti e conferma le obiezioni mosse fin dall’inizio sulla mancanza di motivazione documentata rispetto alle scelte compiute.
La critica rispetto alla mancanza di consultazione e all’assenza di ascolto per ipotesi alternative è stata in questi mesi avanzata sia dagli enti locali (province e comuni) sia dalle organizzazioni sindacali ed è culminata nella giornata del 28 maggio di massiccia adesione alla mobilitazione sindacale.
Si riportano le linee interessate alle rimodulazione sono ben 14: Pinerolo-Torre Pellice, Savigliano-Saluzzo-Cuneo, Asti-Castagnole-Alba, Mondovì-Cuneo, Alessandria-Castagnole, Alessandria-Ovada, Santhià-Arona, Ceva-Ormea, Novi-Tortona, Vercelli-Casale, Novara-Varallo, Asti-Casale-Mortara, Asti-Chivasso, Bra-Ceva.
Il gruppo consiliare della Federazione della Sinistra era già intervenuto con interrogazioni mirate sulle tratte di Asti, Chivasso, Asti-Casale, Ovada-Alessandria, Pinerolo-Torre Pellice. Si confermano le nostre obiezioni: la riduzione dei passeggeri, utilizzata come motivazione per la conversione in servizi su gomma e come spiegazione delle insostenibilità economica del costo ferroviario, è almeno parzialmente l’esito di una serie di disservizi in termini di regolarità dei viaggi: soppressioni temporanee per manutenzioni, sostituzione con autolinee che hanno indotto i viaggiatori alle ricerca di soluzioni alternative.

In una condizione di obblighi comunitari e nazionali sulle emissioni, di necessità di ridurre l’inquinamento ambientale e del particolare costo dell’alimentazione dei mezzi su gomma, occorrerebbe potenziare le linee ferroviarie. Accanto al tema dell’inquinamento vale la pena ricordare che il raffronto tra i costi dell’esercizio ferroviario e quelli della mobilità su gomma, mentre sono particolarmente dettagliati per i primi, risultano scarsamente documentati per i secondi, ad esempio mai viene considerato il costo di mantenimento dei tracciati stradali.
Inoltre la rimodulazione (ovvero taglio) delle linee potrebbe causare ulteriori riduzioni degli organici del personale Trenitalia, come sottolineato dalle organizzazioni sindacali. Infine va ricordato che se dovessero essere eliminati i trasporti ferroviari, verrebbero vanificati gli interventi sulle misure di messa in sicurezza dei tracciati e delle vetture.

Le modifiche e l’intero programma triennale assumono come ipotesi di partenza la riduzione del trasferimento delle risorse, sia da parte governativa sia nel bilancio regionale. In proposito si ricorda che per iniziativa delle opposizioni nella discussione del bilancio di previsione 2012 sono state reimpostate le risorse dell’assessorato ai trasporti rispetto alla previsione della Giunta con un incremento di 119 milioni. Da parte nostra è l’ennesima conferma di una iniqua definizione di priorità: mentre si privilegia sul piano della comunicazione e delle risorse la realizzazione del TAV, su cui confermiamo tutta l’obiezione di carattere economico, ambientale e sociale, nell’immediato si sacrificano le risposte quotidiane ai bisogno di mobilità della popolazione regionale.
Eleonora Artesio.

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