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Si è svolta ieri mattina la tradizionale commemorazione dell’eccidio della Banda Tom, la brigata partigiana comandata da Antonio Olearo, detto appunto Tom, che distintasi durante la Guerra
di Liberazione tra il Monferrato e il Casalese fu catturata il 14
gennaio 1945 e i cui membri, dopo un sommario processo, furono trucidati
presso la Cittadella
di Casale. Anche quest’anno, 67° anniversario dell’uccisione, la
cerimonia prevedeva un momento di riflessione presso il teatro della
città ed il ritrovo in Cittadella, per la deposizione delle corone di
fiori sulle lapidi dei tredici caduti. E’stata Sandra Ranghino,
presidente della sezione provinciale Anpi (Associazione Nazionale
Partigiani d’Italia) di Vercelli a tenere, in veste di ospite, la
prolusione celebrativa; accanto a lei la presidente del Comitato
Antifascista Anna Maria Crosio e il sindaco di Casale Giorgio Demezzi.
Come era forse prevedibile, sulle celebrazioni di quest’anno, in parte,
hanno inciso, i recenti avvenimenti legati al processo Eternit. Ciò è
apparso evidente non solo all’affiorare di riferimenti ai molti lutti
provocati dall’amianto nel discorso della Ranghino, che ha dichiarato: «Questa
città può andare fiera delle sue battaglie. L’anima della Casale
democratica di oggi è rimasta quella della Casale resistente della Banda
Tom e non si rassegna ma lotta per la giustizia com’è scritto sul
tricolore che sventola dalle nostre case». O nel ricordo della funzione salvifica della Costituzione: «Promotrice della salute dei lavoratori e salvaguardia della loro integrità psicofisica tanto che se si fosse seguita la Costituzione non ci sarebbero stati tanti morti per l’Eternit».
Ma anche e sicuramente in maniera più eclatante, nella decisione di
parte del pubblico, tra i quali diversi membri dell’Associazione
Familiari Vittime Amianto, di abbandonare il teatro durante il discorso
del sindaco, mentre alcuni rimanevano in platea voltandogli le spalle
fasciate dal tricolore con la scritta “Eternit giustizia”. «L’altrui pensiero» estrapolava, intanto, Demezzi, dai fogli del suo discorso «anche
qualora non dovesse coincidere con il proprio, merita rispetto ed il
dialogo può contribuire a riavvicinare opinioni diverse tra loro, mentre
il contrasto fine a sé stesso ci allontana dal messaggio scritto con il
proprio sangue dagli eroi che oggi commemoriamo». In cittadella, invece, aspettava Pierino Emanuel,
87 anni, che con il nome di battaglia di Pippo è stato comandante di
brigata partigiana a Tonengo. Pierino, che tutti gli anni si fa
accompagnare alla commemorazione, al termine della cerimonia, mi ha
raccontato, con sincera partecipazione, nostalgia ed un po’di
commozione, di aver conosciuto i ragazzi della Banda Tom e di averne
combattuto al fianco una settimana prima della loro tragica fine. Un
racconto toccante, un’esperienza la sua, che probabilmente sarebbe
piacevole ed edificante ascoltare, per esteso, durante le prossime
celebrazioni del 68°anniversario.
(Elisa Massa). casaleoggi.it
PIERINO EMANUEL, nome di battaglia "PIPPO" è un Partigiano residente a Monteu da Po, iscritto d'onore alla sezione ANPI "Boris Bradac" di Chivasso.
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