Il fallimento di uno Stato (il cosiddetto default) non è un evento  puntuale ma un processo. L’evento puntuale è la dichiarazione con cui lo  Stato comunica che non intende più o non è più in grado di pagare  alcuni dei suoi debiti: cioè di rimborsare alla loro scadenza i titoli  (bond) che ha emesso. L’evento può assumere varie forme: se la cosa  avviene “inaspettatamente” può gettare nel caos il paese debitore, ma  anche alcuni dei paesi creditori (quelli le cui banche o i cui  risparmiatori hanno accumulato quei bond) e, poi, il resto del mondo; o  quasi. Oggi la cosa sembra impensabile; ma abbiamo di fronte anni di  turbolenza finanziaria che renderanno sempre più difficile prepararsi a  eventi del genere.
 Oppure può assumere  forme “pilotate”, con accordi che ripartiscano gli oneri del default tra  debitore e creditore, cercando di contenere i danni; può avvenire in  forma parziale, attraverso la promessa di rimborsare solo una parte del  valore nominale dei bond; o in forma “selettiva”, differenziando  l’entità del rimborso a seconda della tipologia dei creditori  (garantendo un rimborso maggiore ai piccoli risparmiatori, uno minore ai  grandi investitori nazionali e uno ancora inferiore o nullo a quelli  esteri). Oppure può avvenire sterilizzando il debito, il cui valore  nominale resta inalterato, ma il cui rimborso viene procrastinato nel  tempo.
Scelte del genere non comporterebbero necessariamente “l’uscita  dall’euro” degli Stati insolventi: non ci sono “procedure per farlo” – e  non è una cosa semplice – e scatenerebbero una fuga dall’euro di tutti  gli Stati a rischio; cioè la dissoluzione della moneta unica, gettando  l’Europa in un caos anche peggiore. Inoltre, non è detto che il ritorno a  una moneta nazionale comporti, per lo Stato in default, un recupero di  competitività con una svalutazione e il ritorno a una bilancia dei  pagamenti in equilibrio. Se il tessuto produttivo non c’è, o è  inadeguato, la svalutazione non basta per togliere quote di mercato ai  più forti in campo tecnologico e amministrativo: soprattutto in un  mercato in contrazione, come sarà quello europeo, e mondiale, nei  prossimi anni...
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