Star Trek, gli operai della INNSE, la Tav e Berlusconi...

In una puntata di Star Trek, si narra di come il comandante Kirk abbia risolto, da giovane cadetto, un test di valutazione alla mitica scuola dell'Academia Spaziale.
Il test era semplice e prevedeva che, in una simulazione, accadessero una serie sempre maggiore di guai. Prima si rompevano i motori, bloccando la nave, poi appariva un'astronave klingon che iniziava a bersagliare l'astrovave della federazione con potentissimi colpi, saltavano gli scudi di protezione, e, uno ad uno, i settori dellla nave venivano colpiti e distrutti. Per ultimo saltava il sistema di sostentamento vitale e tutti, anche il capitano, iniziavano a morire, per mancanza d'aria.
Il test era programmato per verificare la capacità dell'equipaggio nell'affrontare situazioni senza via d'uscita. Nessuno lo aveva mai superato, essendo il fallimento l'unica soluzione possibile dati i presupposti del test. Solo il Comandante Kirk riuscì a risolverlo, anche se la sua soluzione gli costò quasi l'esulsione dall'Accademia. Infranse lo schermo che divideva la stanza della simulazione dalla sala controllo e riprogramò il programma, dandosi una via d'uscita.
Tutta questa premessa è per cercare di capire cosa si debba fare per uscire dalla nostra situazione, che purtroppo non è una simulazione. Siamo prigionieri di un pazzo con un evidente delirio di onnipotenza che ha steso una rete di corruzione su tutto il sistema. Questo priapeso esssere resta al potere con un meccanismo semplice: cambiando le norme, adatttandole allesue esigenze. Falso in bilancio, ex-Cirielli, legittimo impedimento, tutto va bene per garantire a sè e ai suoi sodali impunità e comando. L'utilizzo degli strumenti democratici in modi non democratici è il segno del potere berlusconiano, che si stà affinando. Per ora alcuni sistemi di bilanciamento hanno impedito che dilagasse completamente, ma non manca molto... Con una maggioranza comperata e che ha tutto da perdere nel caso che sua indegnità cadesse, può arrivare a modificare sia la Costituzione che le istituzioni, spianandosi la strada.
Il problema che abbiamo di fronte ora è proprio questo: di fronte ad una situazione in cui l'avversario non ha nessuno scrupolo nell'utilizzare in maniera impropria gli strumenti della democrazia, è possibile restare all'interno di  questi per combattere chi se ne vuole impossessare? E' possibile combattere il tiranno solo con gli strumenti che restano all'interno del contesto attuale? O forse è necessario forzare la mano e trovare modalità che non siano strettamente nella legalità?
Alcuni giorni fa incontrato alcuni degli operai milanesi della INNSE, quelli che per primi sono saliti su una gru per difendere il loro posto di lavoro, per un incontro pubblico di riflessione sulla loro lotta promossa dal Centro Otelli. La cosa che dicevano è che il conflitto è sacrosanto, e che è l'unico modo per far valere il proprio punto di vista. Secondo loro non è possibile accettare un confronto con il padrone su un piano di parità, ma che la faziosità è necessaria. Se loro non fossero stati faziosi, ovvero se avessero riconosciuto al padrone il diritto ci chiudere, che pure la legge gli dava, oggi sarebbero a spasso, senza lavoro. Se non avessero agito anche "contra legem" , a quest'ora erano tutti in mobilità o disoccupati...Certo il presupposto necessaruio è stato la condivisione come gruppo della lotta. L'unione degli operai ha dato alla loro battaglia una forza che ha piegato i tentativi del padronato, le collusioni dei partiti (tutti) e dei sindacati.
Lo stesso vale per i comitati NOTAV valsusini. Se non avessero opposto il loro no, senza se  e senza ma, a quest'ora le trivelle sarebbero già in funzione in Val Susa...
Ecco quindi che la ricetta del comandante Kirk, cioè uscire dagli schemi e imporre il proprio punto di vista, aquista un valore anche nella nostra realtà. A patto di riuscire ad essere uniti e compatti...
SaturninoX.

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