“Quale futuro per i 13 lavoratori della “Fenice dell'area Pi.Chi.”?

Centrale a olio di palma.“Quale futuro per i 13 lavoratori della “Fenice”?
CHIVASSO - Che fine faranno i 13 lavoratori della “La Fenice” quando entrerà in funzione la centrale a olio di palma nell’area PiChi? Ne parliamo con Michele Scinica, consigliere comunale chivassese. La società “La Fenice” gestisce attualmente il riscaldamento all’interno dell’area. Ma l’appalto scade il 21 dicembre del 2011. E tra breve il riscaldamento del PiChi dovrebbe venire assicurato dalla nuova centrale a olio di palma della società Sigit. Chiede Scinica: “I lavoratori saranno assorbiti nella nuova struttura? Quali garanzie hanno di conservare il posto di lavoro?”.
Una preoccupazione che, per il consigliere di SEL, si aggiunge a quelle ambientali, di cui si discute da tempo. Le emissioni prodotte dalla futura centrale a olio di palma aumenteranno l’inquinamento dell’aria, già molto alto nella nostra città. In particolare ci sono preoccupazioni per le zone vicine, come Betlemme, Cappuccini, Baraggino. E ci sono preoccupazioni per la salute dei lavoratori che saranno impiegati nella nuova centrale [e per tutti i lavoratori impiegati nel PiChi]. Si troveranno a lavorare vicino allo stoccaggio dell’olio, che è materiale infiammabile. “Dove sarà collocato lo stoccaggio? All’interno del PiChi? Dalla documentazione ricevuta dal Comune – afferma Scinica – non è chiaro. L’Amministrazione dovrebbe specificare al più presto questo punto”. Senza contare che nell’area PiChi verrà costruito il centro commerciale: “non sarebbe rischioso avere lo stoccaggio dell’olio nei pressi del centro commerciale? Sarà posizionato ad una sufficiente distanza di sicurezza?”
Torniamo al futuro dei lavoratori della Fenice. In Consiglio comunale è stato affermato che la nuova centrale a olio di palma potrebbe occupare 14 o 15 dipendenti. Quindi i 13 della “Fenice” potrebbero venire assorbiti dalla Sigit ed evitare di perdere il lavoro. A questo scopo deve impegnarsi l’Amministrazione comunale. Lo ha già fatto opportunamente nel caso dell’Imprevib. Il Comune ha infatti imposto che il cantiere del PEC (edilizia abitativa) che sorgerà al posto dell’attuale sito della Imprevib potrà iniziare i lavori soltanto quando la società avrà ripreso regolarmente l’attività nella nuova sede di Via Montegrappa. In questo caso l’Amministrazione comunale si è impegnata, per quanto è in suo potere, di salvare i posti di lavoro della Imprevib. “Chiedo – conclude Michele Scinica  – che l’Amministrazione si attivi nello stesso modo anche per i 13 lavoratori della Fenice”.
Piemme.

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