Ritorna in Consiglio comunale il Piano edilizio del Mauriziano...

NUOVO PASSAGGIO IN CONSIGLIO DEL PPE MAURIZIANO

CHIVASSO - Lunedì scorso è avvenuto un nuovo passaggio in Consiglio comunale del PPE Mauriziano. Sono 56.000 metri cubi di edifici alti sette piani per 500 nuovi abitanti (quindi presumibilmente 200 appartamenti), più una palestra privata, più la contestata strada nei pressi del Parco, che di fatto costituirà la circonvallazione Nord-Ovest di Chivasso. Il progetto definitivo è stato approvato un anno fa, nel dicembre 2009. Perché allora è stato riportato in consiglio? La ragione è che per la seconda volta la Regione Piemonte ha invitato il Comune di Chivasso a fornire dei chiarimenti e a introdurre delle modifiche.
In luglio erano infatti pervenuti al Comune di Chivasso i pareri di quattro uffici e agenzie regionali: Copianificazione urbanistica, Opere pubbliche, Difesa del suolo, Arpa. Soltanto uno – quelle delle Opere pubbliche – è favorevole al Comune. Gli altri tre sono critici. I dirigenti della Copianificazione urbanistica osservano che l’Amministrazione comunale continua a non tenere sufficientemente conto dell’invito della Regione a effettuare “una complessiva rielaborazione dell’impianto architettonico ed urbanistico dell’area”. Nulla era stato fatto dal Comune, ad esempio, per ridurre la volumetria complessiva dell’intervento e per abbassare da sette a sei piani l’altezza degli edifici, ritenuta dannosa per il paesaggio e incoerente con il tessuto residenziale circostante. I dirigenti della Difesa del suolo e dell’Arpa si concentrano invece sulla questione idrogeologica. Si tratta di una rilevante novità. Anche il progetto della lunetta o peduncolo sulla linea ferroviaria Ivrea – Torino è stato fermato in ottobre dalla Regione con la richiesta di un supplemento di indagine sulla condizione delle falde e dei corsi d’acqua della zona: e la lunetta dovrebbe passare a poche centinaia di metri dal Mauriziano. In generale, cresce la consapevolezza che quello di Chivasso è un territorio inzuppato nell’acqua e che questa caratteristica dovrebbe indurre alla cautela nella progettazione dell’edilizia privata e delle opere pubbliche.
I pareri della Difesa del suolo e dell’Arpa richiamano in primo luogo l’attenzione sugli errori contenuti nella relazione idrogeologica che il Comune ha allegato, oltretutto in ritardo, al progetto del PPE Mauriziano: l’autore della relazione ha classificato l’area in modo diverso, e sbagliato, rispetto alla classificazione che le autorità preposte hanno elaborato in base al criterio del rischio di esondazione dei corsi d’acqua. In secondo luogo, il progetto trascura una norma dello stesso piano regolatore vigente. L’area in cui dovrebbero venire costruiti gli edifici del PPE è più bassa del piano campagna, ossia delle aree e delle strade circostanti (Via Settimo e Via Foglizzo). Oggi forma un catino naturale dove l’acqua piovana si raccoglie e poi viene assorbita dal terreno. Lo dimostrano le fotografie scattate dopo le piogge di agosto. Ma il progetto prevede l’innalzamento dell’area fino a portarla al piano campagna, cioè allo stesso livello delle abitazioni e delle strade d’intorno. Ebbene, l’Arpa ricorda al Comune che il  suo stesso piano regolatore invita alla prudenza. Ecco quanto prescrive il l’art. 73 delle “norme tecniche di attuazione” del PRGC: “il ricorso all’innalzamento artificiale del p.c. [piano campagna], nelle aree soggette a modesti allagamenti...è ammesso solo ed esclusivamente se viene dimostrato con apposita relazione idrogeologica da parte del geologo e di ingegnere idraulico che detti manufatti non comportano aggravante e/o maggiori danni alle aree limitrofe. Di ciò si dovrà tenere conto nella fase di progettazione degli interventi”. L’Arpa chiede infine che “prima della realizzazione degli interventi” l’Amministrazione valuti se l’aumento della superficie impermeabilizzata, prodotto dalla cementificazione e dall’asfaltatura, sovraccaricherà e metterà in crisi il reticolo idrografico  minore.
Nelle controdeduzioni approvate nel consiglio comunale di lunedì 20 dicembre – la minoranza ha votato contro – l’Amministrazione comunale ammette gli errori contenuti nella relazione idrogeologica, si impegna a rimediare alla “dimenticanza” dell’art. 73 e promette di realizzare degli interventi che permettano un deflusso non pericoloso delle acque. Il PPE modificato prevede infatti la creazione, nella zona Sud-Est dell’area, al confine di Via Foglizzo, di una serie di opere: un bacino di laminazione, una vasca di prima pioggia, sistemi di drenaggio ecc. Spetterà ora alla Regione giudicare se queste opere promesse sono sufficienti, e in generale se le risposte del Comune questa volta sono soddisfacenti.
Nell’attesa, possiamo porre qualche domanda. Rispetto all’art. 73 delle “Norme tecniche di attuazione”, come è possibile che l’Amministrazione abbia trascurato una regola del proprio piano regolatore? L’Amministrazione lavora da circa tre anni alla redazione del PPE Mauriziano: è credibile che non si sia accorta di avere “dimenticato” una regola che lo stesso Comune si è ha dato? Le NTA non sono un papiro nascosto in un lontano deserto: sono pubblicate sul sito del Comune e tutti possono leggerle. Non ho una risposta a queste domande. Tuttavia si può almeno osservare che l’Amministrazione ha trattato con leggerezza questioni importanti come quella idraulica e quella geologica: la relazione idrogeologica del dottor Cairola è stata acquisita in ritardo, ed è stata allegata solo al progetto definitivo invece che a quello preliminare, e questa è una delle ragioni per cui le associazioni ambientaliste hanno presentato ricorso al TAR. Ora si scopre che contiene anche degli errori, peraltro ammessi dal professionista. E infine solo ora, dopo quasi tre anni di lavoro intorno al PPE, il Comune promette che costruirà le opere, come il bacino di laminazione, che dovrebbero proteggere i terreni e le abitazioni circostanti. Dobbiamo fidarci? Quale fiducia possono avere nelle promesse del Comune coloro che vivono nella zona?
Inoltre, il documento della Copianificazione chiede all’Amministrazione di valutare la necessità di costituire un tavolo di lavoro interdisciplinare per la messa a punto delle controduzioni. L’invito è stato accolto? Il tavolo di lavoro è stato costituito?
A margine, ma non tanto, va segnalato il curioso comportamento del Comune nella vicenda del ricorso al TAR. In novembre l’avvocato che (a spese nostre) assiste il Comune ha depositato al TAR soltanto il documento della Regione favorevole al Comune stesso, tralasciando i tre pareri sfavorevoli. La condotta dell’avvocato è comprensibile: tutela il proprio cliente e sceglie i documenti utili allo scopo.  Ma il Comune? A sua volta il Comune dovrebbe tutelare egualmente tutti i cittadini: perché allora autorizza il proprio avvocato a produrre solo i documenti che, in ultima analisi, favoriscono i costruttori? E questa è una risposta che dovrebbe darci il sindaco Matola.
Piero Meaglia.
In foto: corso d'acqua nei pressi dell'area interessata dal progetto (Foto BALLESIO).

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