Presentato il nuovo rapporto Pendolaria. Legambiente: nel 2011 il trasporto ferroviario locale rischia il tracollo...

Presentato oggi a Milano il rapporto “Pendolaria” 2010, consueto dossier di Legambiente. Disagi, affollamento e ritardi: il trasporto locale non gode di buona salute nel Belpaese. Non mancano gli aspetti paradossali: la Campania è più virtuosa della Lombardia. Con i tagli del governo però, la situazione rischia di precipitare. On line il rapporto Pendolaria 2010.

Presentato il nuovo rapporto Pendolaria. Legambiente: nel 2011 il trasporto ferroviario locale rischia il tracollo
clicca sull'immagine per ingrandire
Nubi fosche sui malcapitati pendolari italiani. Nel 2011 verranno tagliati ben 154 treni a lunga percorrenza su 600 e, più nello specifico, alle reti di trasporto locale verranno a mancare 800 milioni di euro, il 40% delle risorse in meno rispetto a questo 2010 che sta per chiudersi. Ciò si rifletterà negativamente sulle tariffe, che aumenteranno un po’ dappertutto dal 10% al 30%.

Secondo Legambiente, il problema principale sta nel fatto che dal punto di vista infrastrutturale in Italia si continuano a preferire le strade alle ferrovie. Dal 2002 oltre il 70% delle risorse sono state destinate dal Governo a strade e autostrade, mentre solo il 13,7% è andato alle linee ferroviarie. E sono moltissimi i treni e le tratte a rischio soppressione a fronte di forti aumenti dei prezzi per un servizio destinato a peggiorare nonostante la domanda in crescita in tutta la penisola.

Anche per ciò che concerne le Regioni si è investito troppo poco. Nell'ultimo anno, rileva Pendolaria, soltanto la Provincia Autonoma di Bolzano è riuscita ad investire più dell'1% per i pendolari. Tra le Regioni a Statuto ordinario quella ad aver stanziato più risorse per il 2010 è la Campania con lo 0,64% del proprio bilancio, grazie soprattutto ad uno stanziamento pari a 77 milioni di Euro: contro ogni pronostico, la rete campana è quella che fa segnare i numeri migliori del 2010 e quella che ha accresciuto più di ogni altra (quasi del 10%) la propria utenza. La Regione che con più continuità sta investendo nel servizio ferroviario pendolare è la Toscana, che arriva allo 0,56% del bilancio. A sorpresa, tra le peggiori c’è il Veneto, che stanzia appena lo 0,04% del proprio bilancio e continua a ignorare le oltre 140 mila persone che ogni giorno prendono il treno, mentre Umbria e Sicilia nel 2010 non hanno stanziato nemmeno un Euro per i pendolari, così come la Liguria e il Piemonte, che spendono solo lo 0,12% rispetto al bilancio regionale.

“Il governo ha fato scelte molto discutibili – è il parere del presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – perché sono stati tagliati 1.215 milioni di Euro dei trasferimenti alle Regioni per il fondo del servizio ferroviario. Non solo: è stata anche soppressa la norma contenuta nella Finanziaria 2008, che consentiva alle Regioni di trattenere una quota dell'accisa sul gasolio per il servizio ferroviario locale a partire dal 2011, che sarà una stagione difficilissima per tutti i pendolari del paese".ù

“Di strategie ce ne sono – spiega Edoardo Zanchini, responsabile Trasporti di Legambiente – ma il tema deve entrare in modo stabile nell’agenda della politica nazionale. C’è la liberalizzazione? Ok, ma va gestita. Ai pendolari non interessa chi gestisca il servizio: essi vogliono solo più treni e più puntualità, a prezzi non da capogiro e se possibile con un unico biglietto o abbonamento”. Anche Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, gli fa eco. “Gli amministratori pensano in modo dissociato: da una parte si battono per diminuire l’inquinamento con provvedimenti di ogni tipo ma poi assecondano tagli che porteranno giocoforza ad un aumento della motorizzazione individuale. La Lombardia ha 594 mila persone che ogni giorno si muovono con i treni locali: questo numero andrebbe raddoppiato nel giro di pochi anni. Ma se non si investe, la gente tornerà a prendere l’auto”.

Nessun commento: