Lettera a Saviano di un giovane metalmeccanico...

Caro Roberto Saviano, sono uno dei tanti che ha letto la tua «lettera aperta», con tanto di bollino siae, ai «ragazzi del movimento». Non sono uno studente, non ho scritto nessun libro di successo, non vivo interpretando il ruolo di santo-icona, ho 33 anni e faccio l'operaio metalmeccanico.
Ho sempre pensato che la politica va praticata «dal basso», nelle piazze, nelle strade, con tutti, e le tue parole non sono nuove, nel corso degli anni le avrò sentite migliaia di volte, le solite cose scontate sulla violenza, sui provocatori, sugli infiltrati, i buoni, i cattivi ecc...
Forse il tuo stare su un altare ti impedisce di vedere ciò che ti circonda.
Dietro a quelli che tu chiami «cento imbecilli» c'è tutta la nostra rabbia. La rabbia di chi la precarietà la vive realmente, giorno dopo giorno, di chi si deve tenere stretta anche la marginalità perchè basta un attimo per passare dalla precarietà alla povertà più nera, di chi vede i propri diritti di lavoratore frantumarsi contro il muro delle logiche aziendali, con la complicità di sindacati che definire "venduti" è usare un eufemismo.

La rabbia di chi,in mezzo a mille difficoltà, cerca di darsi una formazione culturale in paese in cui i governi negano i fondi per l'istruzione pubblica,l a ricerca ecc... ma non han problemi a trovarli quando si tratta dell'ennesima missione militare "di pace" in giro per il mondo. La rabbia di chi deve stare sempre zitto e a testa bassa, legato al guinzaglio del permesso di soggiorno, la rabbia di chi ha visto crollare la propria casa, ha perso tutto e da tempo sente solo le false e odiose promesse di quei nani e quelle ballerine tutti presi dal loro, perenne, mercato di voti e dignità. La rabbia di chi vede il suo territorio avvelenato da tonnellate di rifiuti,o da quintali di cemento.

La Rabbia di chi un futuro, a queste condizioni, non lo avrà mai. A Roma c'era la rabbia di tutte queste persone, quelle che tu ti affretti a ridurre a "cento imbecilli". Questa rabbia è esplosa, e guarda, a tutti noi ha messo coraggio e non paura, è  stato qualcosa di liberatorio che ci ha dato fiducia per le mobilitazioni future.

«Adesso parte la caccia alle streghe; ci sarà la volontà di mostrare che chi sfila è violento." A forza di vivere sulla tua torre d'avorio non ti rendi conto che questo sistema DA SEMPRE criminalizza il dissenso quando questo, come a Roma,  si manifesta realmente. Forse non sai che la repressione ha forme molteplici, e non c'è bisogno di mettere in atto nessuna «strategia della tensione» per attuarla.
Noi la repressione la viviamo quotidianamente sulla nostra pelle e non si tratta solo della guardia che ti pesta,i nizia nei rapporti di lavoro attraverso la sottomissione indotta dalla scadenza del contratto.

E' una forma di repressione anche negare un istruzione, superficializzando la cultura, riducendola a nozioni utili per quelle aziende che assumeranno i futuri, e sfruttabili lavoratori interinali.
Così come è repressivo criminalizzare il dissenso, quando esso si manifesta in forme ben poco piacevoli non solo al governo ma anche ai quei sinistri oppositori la cui forma principale di opposizione e dar aria ai denti, sputando sentenze, sicuri dei propri giudizi in tasca, creando divisioni tra «buoni» e «cattivi», blaterando il solito sermone trito e ritrito sul 77, i  caschi, ecc... , scrivendo «lettere aperte» sui giornali.
Caro Saviano, forse non sai che molta gente il diritto di parola, e quello di esistere, se lo devono conquistare, anche con la violenza.
da INFOAUT.ORG

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Qualcuno ha detto, forse esagerando, che su dieci adepti di una associazione segreta, tre sono nostri mouchards, perdonatemi l’espressione ma il volgo li chiama così, sei sono imbecilli pieni di fede e uno è un uomo pericoloso."
da IL CIMITERO DI PRAGA di UMBERTO ECO

G.A.

Anonimo ha detto...

Sottoscrivo completamente quanto scritto nella lettera.
Purtroppo la violenza dei potenti può venire contrastata in modo concreto solamente con altra violenza indirizzata verso di loro.