TORRAZZA E I RIFIUTI
La nuova “centrale”
+ la storica discarica …
+ l’inquinamento dell’aria …
+ l’inquinamento delle falde …
+ i rifiuti radioattivi di Saluggia …
Le preoccupazioni delle Associazioni e dei Cittadini
Venerdì 14 Maggio ore 21
Oratorio della Parrocchia, Via San Giacomo, 14 - Torrazza
Serata di informazione e dibattito
sull’“impianto di combustione di rifiuti”
che potrebbe essere realizzato
a Torrazza, in Regione Goretta
Introduce:
Vanni Cagnotto IRA - Torrazza
Ne parlano:
Michele Bertolino Legambiente Piemonte Settore Rifiuti
Gian Piero Godio Legambiente Piemonte Settore Energia
Interviene:
Roberto Ronco Assessore all’Ambiente della Provincia di Torino
L’incontro è organizzato da:
I.R.A. (Iniziativa recupero ambientale)
Legambiente
Pro Natura
I motivi di preoccupazione dei cittadini di Torrazza e dei comuni limitrofi (Verolengo, Rondissone e Saluggia) sono molteplici:
1. Il Comune di Torrazza Piemonte e tutti i Comuni confinanti sono oggetto degli effetti ambientali negativi dovuti alla discarica di rifiuti industriali di Torrazza
2. Sono tutti sottoposti ai rischi ed alle emissioni radioattive derivanti dagli impianti e dai depositi nucleari di Saluggia
3. Tutti i comuni confinanti sono ufficialmente caratterizzati da una pessima qualità dell’aria
4. Il verbale della Conferenza dei Servizi della Provincia di Torino, tenutasi il 01/10/09 si riferisce alla istruttoria della fase di verifica relativa al progetto di “Impianto di recupero energetico di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi mediante una centrale termoelettrica a biomassa”. I cittadini si chiedono cosa si intende per rifiuti “pericolosi”.
5. Sempre dal verbale della Conferenza dei Servizi del 01/10/2009 risultano assenti i rappresentanti dell’ARPA Dipartimento di Torino (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) e dell’ASL TO4 Ivrea. I cittadini possono essere tranquilli?
6. In molti comuni italiani la costruzione di centrali elettriche a biomasse è stata osteggiata dai cittadini e dalle associazioni ambientaliste e di tutela del territorio, come si può facilmente provare cercando notizie su Internet.
7. Il dott. Federico Valerio , ricercatore della S.S. Chimica Ambientale dell’Istituto nazionale di Ricerca sul Cancro di Genova riporta che “…la combustione delle biomasse produce inevitabilmente numerosi composti tossici e grandi quantità di polveri fini ed ultrafini.
L’inquinamento ambientale indotto dai tanti impianti a biomasse che si propongono in Italia, pur nel pieno rispetto delle norme vigenti, peggiora l’attuale qualità dell’aria dei territori che dovrebbero ospitarle, con le emissioni da camino e con quelle del traffico veicolare indotto (ossidi di azoto, polveri fini (PM10) ed ultra fini (PM2,5) e peggiora anche la qualità del suolo e dei prodotti agricoli di questi stessi suoli, con le ricadute di composti organici persistenti (diossine, furani, idrocarburi policiclici) e probabilmente di metalli pesanti (http://web.me.com/federico.valerio/Federico_Valerio/Centrali_a_biomasse.html ).
8. Il Dott. Valerio sostiene anche che “…A nostro avviso è giustificata l’opposizione alla realizzazione di questi impianti sia da parte delle comunità interessate, sia, spesso dei loro rappresentanti, in quanto le centrali a biomasse proposte non sono assolutamente una scelta obbligata, né tantomeno una scelta strategica allo sviluppo del Paese. Molti dei problemi ambientali e sanitari indotti dal loro esercizio potrebbero essere evitati o fortemente ridotti, se al posto della combustione delle biomasse venisse realizzato un diverso impianto per la produzione di energia da biomasse (ad esempio trattamento anaerobico delle biomasse con produzione di biogas e compost), con una capacità di trattamento idonea alla produzione locale degli scarti agricoli e di allevamento e degli scarti biodegradabili dei rifiuti urbani, raccolti con una opportuna separazione alla fonte”.
9. l’associazione Italia Nostra ha organizzato a Strongoli (Crotone) il 7 febbraio 2010 il convegno “Centrali a biomasse: Inquinamento ambientale ed effetti sulla salute umana” . Sul sito di Italia Nostra nelle conclusioni del convegno si legge che “…per vari motivi, le centrali a biomasse sono destinate a diventare inceneritori di rifiuti (cdr: combustibile da rifiuto), con pesanti conseguenze sulla salute e sull’ambiente.” (www.italianostra.org/sezioni_consigli_regionali/strongoli_biomasse.html)
10. Nei documenti prodotti nella fase di verifica di Valutazione di Impatto Ambientale della centrale proposta a Torrazza, si riporta che nell’impianto non verranno trattati solo rifiuti legnosi, ma anche scarti derivanti dalla produzione agricola e dalla industria alimentare.
I cittadini si chiedono se possono essere presenti impurezze ed inquinanti (es. pesticidi nei residui di produzioni agricole, tracce di sostanze chimiche usate nella produzione industriale alimentare) e se la combustione di queste biomasse produca fumi e ceneri più tossiche e inquinanti di quelli prodotti dalla combustione di biomasse legnose vergini.
11. Anche se si ipotizzasse di bruciare, come afferma il nostro Sindaco, legname non trattato, uno studio del WWF effettuato all’inizio dell’anno, (rintracciabile sul sito http://www.wwf.it/client/ricerca.aspx?root=23814&content=1) dichiara testualmente che l’alimentazione delle centrali elettriche a biomasse “è una truffa economica ai danni della collettività” e “un’enorme minaccia per l’ambiente”. Continua dichiarando che:
a. Non c’è disponibilità forestale sufficiente
b. I rendimenti elettrici di questi impianti sono molto bassi rispetto alle altre tecnologie utilizzate in Italia (circa del 26%) (nda: una moderna centrale a gas metano ha un rendimento del 60%).
c. Per reperire il combustibile bisogna rastrellare il legname in un raggio di decine di chilometri con trasporti che richiedono migliaia di camion (nda: il consumo della centrale di Torrazza è pari a 25500 tonnellate/anno, che equivale al trasporto attuato in un anno da 1275 camion da 20 ton
12. Volendo fare delle proposte ci sembra più opportuno per la salute dei cittadini, la tutela dell’ambiente e il rendimento economico reale (cioè escludendo gli incentivi, che sono un costo per la collettività ed un guadagno solo per chi li incassa) ed energetico globale
a. Realizzare impianti per la produzione elettrica attraverso la trasformazione delle biomasse in biogas.
b. Utilizzare i rifiuti solidi legnosi, sminuzzati, per la produzione di pannelli truciolari
c. Utilizzare la notevole superficie delle aree di industrie dismesse (ed il territorio di Torrazza dispone di molte aree di questo tipo, create dall’insediamento delle antiche fornaci) per centrali a energia solare. Per esempio il rendimento elettrico per metro quadro di un pannello fotovoltaico è pari a 100 volte il rendimento elettrico di un metro quadro coltivato a pioppeto per alimentare la centrale a biomasse.
13. L’Amministrazione Comunale dovrebbe porsi piuttosto il problema di come convertire l’enorme territorio ad oggi destinato alle cave. I cittadini temono la destinazione a discariche di vario tipo, visto che Torrazza ha già pagato un prezzo pesante con la enorme discarica di rifiuti industriali che ospita.
14. Per tutti questi motivi di apprensione molti cittadini di Torrazza e dei comuni limitrofi, anche concordando con il Sindaco di Torrazza che nel verbale della Conferenza dei Servizi del 1/10/2009 ricorda che “…su Torrazza già gravano numerosi impatti ambientali”, rivendicano il diritto di opporsi alla costruzione di un impianto che sicuramente non migliorerà la qualità dell’aria del suolo e delle acque del comune e chiedono di essere informati in maniera esaustiva e trasparente sugli inconvenienti che un simile impianto di combustione può creare per la salute, per l’ambiente, per le attività agricole ed economiche e non ultimo per il valore degli immobili dei comuni impattati.
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