Bilancio "elettorale" per Matola e soci...

CHIVASSO - Siamo arrivati all’ultimo bilancio del sindaco Matola. Come valutarlo? Facciamo parlare i numeri per capire le scelte fatte e com’è stata la gestione in questi quattro anni.
Premesso che nei momenti di crisi si devono aiutare le famiglie in difficoltà e le imprese, per stimolare la creazione di lavoro, soprattutto perché - nel nostro caso - nel solo 2009, a fronte di un aumento della popolazione di 603 unità, si sono persi ben 304 posti di lavoro. In questo quadro di crisi, la spesa sociale è cresciuta solo del 6%, molto meno della media (16%).
La spesa per le attività produttive è addirittura negativa (- 20%). Ciò mostra carenza di attenzione, confermata anche dai risultati delle aziende partecipate che in tutti questi anni non hanno dato dividendi. Ricordiamo gli scadenti risultati di Chind, la cui esposizione finanziaria dovrebbe far riflettere, e le inquietanti vicende di Techfab, dove si è atteso che sfumasse quasi tutto il capitale sociale per intervenire, con una perdita per il Comune di 400.000 euro. Ciò perché non si fanno adeguati controlli. Nessun commento per Canavese Sviluppo, nata come una cattedrale nel deserto.
Una gestione indescrivibile, dove la spesa corrente è cresciuta in tutti i settori: cultura (60%), sport e ricreativi (33%), spese istituzionali e della politica ( 40%), ecc, e dove si sono utilizzati gli aumenti di tasse messe da Matola, con l’addizionale IRPEF (930.000 euro), i contributi della nuova discarica (990.000 euro) e parte degli oneri di urbanizzazione (544.000 euro).
Cosicché l’incidenza della spesa corrente è passata dal 65% al 78%, con la conseguente riduzione degli investimenti, da 8 a 4,8 milioni di euro (- 40%). La riduzione degli investimenti deriva dall’eccessiva spesa corrente, che condizionerà pesantemente anche i futuri bilanci. Siamo alla frutta: per fare investimenti ci si indebita; quest’anno per 1.150.000 euro per finanziare l’area verde Lancia, il parcheggio Movicentro e alte minori. Ma si sono fatti debiti anche per le manutenzioni.
In questi dati c’è la sintesi della gestione Matola, ossia tante spese inutili, pochi investimenti, più indebitamenti, scarsa attenzione per le famiglie in difficoltà e disinteresse verso imprese e lavoro. Sul fronte dei lavori pubblici apprezziamo alcune riqualificazioni, ma non i lavori come i marciapiedi di str. Torino. Il vulnus è aver dimenticato i servizi che la città aspetta da tempo (fognature, asili, scuole, residenza anziani), che diventano urgenti e che rischiano di compromettere la vivibilità.
Dunque la ricetta rimane tagliare le spese inutili e dare efficienza. I Revisori propongono di definire obiettivi per i dirigenti per contenere le spese, di accrescere l’efficienza della macchina comunale, di controllare l’incasso degli affitti, ed, infine, di istituire un controllo trimestrale sulla gestione e sulle decisioni delle società partecipate. Ripeto, queste sono proposte dei Revisori dei conti, che coincidono con quelle che ho avanzato in tutti questi anni, purtroppo senza ascolto.
Dunque un bilancio studiato per le prossime elezioni, dove si spende per accontentare tutti. Spiace che il Sindaco interpreti i rilievi come critiche personali, quando i numeri parlano chiaro. Meglio farebbe a riconoscere i limiti della sua azione. Non ha infatti senso che chieda al suo partito di ricandidarlo per evitare un autogol. L’autogol lo farebbe il Pdl se proponesse alla città un’altra gestione di questo tipo. Il Sindaco se ne faccia una ragione; si vada a rileggere il programma elettorale per rendersi conto delle tante promesse disattese, che insieme all’inesistenza di una linea di sviluppo, sono i motivi della mia dissociazione e delle profonde crepe nella maggioranza.
La città non ha bisogno di un’altra stagione fatta di particolarismi e lottizzazioni, che spreca risorse e non affronta i problemi strutturali, ma di uscire dalla stagnazione. Basta destra, sinistra. Creiamo un governo dei cittadini; creiamo un sindaco che si interessi dei problemi della gente.
Sandro RECCHIA.

1 commento:

saturninox ha detto...

Aggiungo a spiegazione dei particolari di questa amministrazione (dove spesso stà il diavolo) questo articolo apparso sulla Voce del 22 aprile.

CHIVASSO - Cosi sono stati buttati 500 mila euro..

Al punto uno e al punto due dell’ordine del giorno del Consiglio comunale convocato per questa sera, lunedì 19 aprile, c’è la determinazione delle procedure da adottarsi a seguito delle perdite d’esercizio 2009 delle società partecipate Techfab e Canavese Sviluppo. Il sindaco Bruno Matola, la sua maggioranza e i consiglieri di opposizione, discuteranno, e c’è da scommetterci non poco, sui debiti contratti dalle due partecipate del Comune e sulle perdite che si ripercuotono sulle casse di Palazzo Santa Chiara. Il “teatrino”, che non è quello civico che sta proprio di fronte la sala consiliare, dovrà decidere quali strategie seguire nei prossimi mese: se re-investire nei progetti di Techfab e Canavese Sviluppo oppure se abbandonare le due navi che affondano. Peccato che il dibattito in programma per questa sera non si traduca altro che in una perdita di tempo, bella e buona. Già, perché qualunque sia la conclusione cui giungerà il confronto in sala consiliare, il sindaco Bruno Matola e la sua Giunta hanno già deciso quale strada inforcare, nei confronti delle due società: l’unica via percorribile al numero uno di Palazzo Santa Chiara è parsa infatti quella della fuga, a vele spiegate, dalle due barche che stanno colando a picco. Sì perché il dibattito di questa sera non servirà a nulla, se è vero com’è vero che in Municipio giacerebbe una lettera, datata 22 febbraio 2010, con la quale il Comune di Chivasso si associa alla Provincia di Torino nell’esperire una procedura di evidenza pubblica per dismettere le proprie quote associative. Insomma: ancor prima della riunione della commissione consiliare della scorsa settimana e del Consiglio di oggi, gli amministratori chivassesi, almeno quelli di maggioranza, sapevano già delle difficoltà dei due enti e quali fossero le decisioni più strategiche da prendere.
Che sono, appunto, la cessione delle rispettive quote azionarie.
Techfab, la prima “Central fabrication facility” d’Italia, nata sulle ceneri del campo base dell’Alta Velocità, per fabbricare lavorazioni avveniristiche, giunta a Chivasso nel 2007 ed inaugurata nel 2009, ha portato il Comune ad una perdita di circa 340 mila euro. Più contenuta la perdita relativa a Canavese Sviluppo, all’incirca 15 mila euro, anche se però c’è da rilevare come in questi anni, sia nella gestione Bava che in quella Colosimo, la società non ha mai davvero saputo perseguire il fine che si era prefissata: quello della promozione turistica del territorio. In conclusione, questa sera il Consiglio comunale prenderà atto del fallimento strategico delle due società e ne delibererà l’uscita dai rispettivi consigli di amministrazione, auspicando che qualche possibile acquirente si faccia avanti. All’opposizione, non resterà dunque altro che la ratifica delle scelte già prese dalla maggioranza di centrodestra. La stessa che, prima con Fluttero, poi con Matola sindaco, ha deciso di investire in Techfab e Canavese Sviluppo. “Se queste sono le condizioni, visto che hanno già deciso tutto, noi al voto non parteciperemo...”. Si lascia scappare Alessandro Recchia, consigliere comunale dell’Udc e sempre più vicino alle posizioni della minoranza di centrosinistra.