Vincendo in Piemonte...

IN PIEMONTE HA VINTO IL CENTRODESTRA...

Vincendo in Piemonte, il centrodestra ha reso ancora più chiaro tutto ciò che sapevamo già prima. La metà o giù di lì dei piemontesi (compresi quelli arrivati negli anni Sessanta) pensa che chi ha guidato il paese finora deve essere ancora più libero di farlo. Non gli basta una maggioranza di cento parlamentari. Più democrazia vorrà dire domani decidere ai gazebo se tutto il potere dovrà essere consegnato a lui Presidente della Repubblica o a lui Presidente del Consiglio. Esattamente come ieri è stato un esercizio di democrazia scegliere ai gazebo se il partito del predellino doveva chiamarsi partito della libertà o popolo della libertà.

La metà o giù di lì dei piemontesi dice: “meno male che c’è Silvio”. Scambia per lusinga l’offesa di chi apprezza solo la collaborazione sottoforma di applauso dei servi e considera un complotto il pensiero libero delle menti indipendenti.

La metà o giù di lì dei piemontesi sta male lo stesso, ma gli sembra di stare meglio se può vedere schiacciato qualcuno che sta ancora peggio e che può essere accusato di portare delinquenza e di togliere lavoro e crocifissi. Il risultato finale sarà comunque l’integrazione: si tratta solo di vedere quanto tempo dovrà passare, quanto sangue dovrà scorrere, quante galere bisognerà aprire, quanti spettacoli di violenza bisognerà vedere prima di capire che l’uguaglianza nella distribuzione della ricchezza e del lavoro è la sola via d’uscita verso una nuova fase di civiltà multietnica e multireligiosa.

La sconfitta della sinistra (variamente distribuita in tutte le varianti della galassia cattolica o ex-neo-post comunista) è politica e culturale prima che elettorale. Le sue radici stanno nella convinzione che la vita potrà cambiare solo quando “i nostri” conquisteranno la guida del governo. Prima ci vuole un leader. Ma l’umiliante attesa di un leader alimenta la passività e si trasforma subito in una gara tra gli aspiranti leader in lotta tra di loro per eliminare o assorbire il concorrente e per piazzare sempre meglio la propria immagine sul mercato. In questa gara girano troppi soldi, troppi favori, troppi ricatti, troppi affari, televisioni, eventi, contentini, reclute e clientele. E non si trovano perciò tempo e risorse per rendere piacevole e intensa la vota quotidiana attraverso il mutuo soccorso, i fondi di solidarietà per i lavoratori delle aziende in crisi, l’istruzione e l’integrazione degli stranieri, la formazione politica, gli stages lavorativi per i disabili e i ragazzi dispersi dalla scuola, gli accordi sindacali per combattere la precarietà del lavoro, i pozzi per l’acqua in Eritrea, l’urbanistica che tutela l’ambiente, la musica popolare, il teatro, lo sport, i viaggi. E una montagna di altre cose che dimentichiamo negli eccetera.

Quando l’impegno politico si offre o si chiede in cambio di denaro, favori o posti, si colpisce a morte l’energia vitale della partecipazione democratica che è la gratuità, la libertà e la volontarietà dell’adesione. Si introduce sul nascere il principio della corruzione, che lega tutti nella comune rottura del proprio vincolo ideale soppiantato da idee finte o intercambiabili a seconda del tornaconto personale.

La sinistra perde perché, fermato lo sviluppo, diminuita la ricchezza prodotta e ingigantito il deficit pubblico non si è opposta con una strategia della solidarietà, ma ha offerto lo spettacolo della sua lotta contro il potere per il proprio potere. Si è separata dalla vita quotidiana della sua gente e la raggiunge ogni tanto per chiederle il voto. Se va bene, ci saranno posti, visibilità, carriere, posti per qualcuno da offrire ad altri con lo stesso metodo la prossima volta.
Ma in questo gioco il centrodestra di Berlusconi e dei suoi successori sarà sempre più abile e dunque favorito.
Mario D.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Vorrei fare una analisi del voto più approfondita....GRILLO ! VAFFANCULO !!!!

fredi ha detto...

La destra vince perchè fa la destra.
La sinistra perde perchè non fa piu' la sinistra.
Fredi.

Gabriella B. ha detto...

E' proprio vero che noi di sinistra siamo i nostri stessi carnefici : Vendola ha spaccato Rifondazione in 2 tronconi, Grillo ha fatto il resto. Sono disgustata, anzi, schifata. Ora siamo tutti leghisti.
Babri Bon.

Rosso Positivo ha detto...

Si piange sul latte versato, non versato nella campagna elettorale, ma prima, ora rimbocchiamoci le maniche e vaffanculo a chi cerca sempre un capro e facciamo la sinistra. Io non sono leghista, ma sono di sinistra.
Cerchiamo di capire perchè si vota Grillo, cerchiamo di capire perchè1 italiano su 3 non va a votare, probabilmente a dei buoni motivi oppure non ha abbastanza capacità di capire i voli pindarici dei politici di centrosinistra, che è di lotta, ma anche di governo. Forse il Paolo Otelli può dare una grande mano per capire qualcosa di più o lo può fare abbandonando completamente le logiche dei partiti sia di centro che di sinistra che della sinistra radicale, proponendo semplicemente riflessioni, politico-culturali.
Rosso Positivo

Fabrizio V. ha detto...

Elezioni: ciò che colpsce di più, ma non è una novità, è la carica suicidaria che pervade la sinistra..
Un esempio che a voi risulterà lontano ma che mi ha colpito direttamente. Turin, l'ex-sindaco Novelli per attaccare Cota che ha affermato che se eletto sosterrà il piemontese, gli rinfaccia on-line d'essere un "pirla" perché tale lingua non esiste. Ora, non solo Novelli passa per ignorante (dato che la regione Piemonte ha norme e strutture dedicate alla tutela linguistica e finanzia da anni corsi e materiale didattico in lingua piemontese) ma si è posto come nemico esistenziale, proiettando tale immagine su tutta la sinistra, verso tutti gli appassionati che tra non poche difficoltà cercano di promuovere e parlare tale lingua a rischio d'estinzione. Tale gruppo non sarà massiccio ma, calcolando le entrate sulla Wikipedia piemontese ed altri siti ad hoc, almeno una decina di migliaia d'interessati li raccoglie. Giusto quelli che hanno fatto la differenza fra i due candidati...
C'e' poco da dire, i post-comu hanno perso completamente il contatto con la realtà
Dunque, fino a quando questa sinistra deficiente e traditrice non si toglie di mezzo in Italia c'é poco da sperare..
Fabrizio V.

FdS ha detto...

FEDERAZIONE DELLA SINISTRA: PREOCCUPATI PER IL VENTO DI DESTRA

“Siamo preoccupati – dicono Armando Petrini, Vincenzo Chieppa e Fulvio Perini della Federazione della Sinistra - per il vento di destra che soffia anche nella nostra regione. La vittoria di Cota è foriera di politiche neoliberiste sul piano economico, reazionarie sul piano dei diritti e sul piano sociale".

"In un contesto molto difficile, il risultato della Federazione è di sostanziale tenuta con alcune punte più positive nei quartieri popolari di Torino. Per noi questo risultato deve essere un punto di partenza per ricostruire una sinistra forte e radicata, di aiuto e di supporto ai lavoratori, di difesa dei servizi pubblici e per un altro modello sociale".

"Eleonora Artesio saprà rappresentare al meglio in Consiglio regionale quelle istanze di sinistra che sono le uniche in grado di contrastare, nei fatti, le politiche della destra".

Torino, 30 Marzo 2010

Anonimo ha detto...

Leggo sul primo post: “Vaffanculo Grillo!”. Ecco, appunto, prendiamocela con Grillo anziché chiederci le ragioni del suo successo e magari trarne degli insegnamenti per la nostra futura azione politica. La lezione che Grillo ci impartisce è che esiste nella società italiana una domanda di “radicalismo”. Questa lezione non dovrebbe lasciare indifferenti coloro (me compreso) che appartengono ad una sinistra che si autodefinisce o che viene definita “radicale”. Scrivendo questo mi sento la coscienza a posto: fino alle ultime ore prima del voto ho cercato anch’io, come tanti altri della sinistra radicale, di convincere i sostenitori “di sinistra” dell’astensione che bisognava assolutamente andare a votare una o l’altra delle liste del centrosinistra per scongiurare la vittoria di Cota, ovvero la vittoria dell’eversore antidemocratico Berlusconi. Ma, dopo il voto, dopo la sconfitta, penso che si debba riconoscere che il movimento di Grillo ha offerto una risposta a una domanda di radicalismo alla quale evidentemente i suoi elettori non hanno trovato risposta altrove. Radicalismo in che cosa? In tante cose. Ma ne indico solo due: radicalismo riguardo alla questione morale e radicalismo riguardo alla questione ambientale. La “questione morale” è una macroquestione che comprende in sé anche a questione della legalità e quella della democrazia, dal momento che una classe politica corrotta cercherà l’impunità “riformando” a proprio vantaggio le leggi e la Costituzione, anche a costo di abbatterla. La “questione ambientale”: anche in questo caso la risposta di Grillo è una risposta radicale. Leggendo il programma del Movimento 5 stelle si comprende che si ispira ampiamente, pur senza mai nominarla, alla teoria delle decrescita, che a mio parere è la più radicale delle teorie ambientaliste (più radicale nel senso che va più a fondo nell’analisi, va alle “radici”). A proposito di programma: chi impreca contro Grillo e probabilmente lo considera semplicemente un demagogo dal linguaggio sguaiato, si vada a leggere la decina di pagine di programma del Movimento. Quello è un vero programma, prodotto di studio, riflessione e discussione. Ora, dopo la sconfitta, quando ormai Cota ha vinto, la sinistra radicale non dovrebbe riflettere sulle ragioni della vittoria di Grillo? Forse assumerne parte delle posizioni, ancorandole però solidamente alla nostra identità di sinistra, agli ideali di sinistra, mentre Grillo rifiuta la distinzione destra / sinistra conservando a mio parere una ambiguità ideologica della quale diffido. E ricordando che se lo cosiddetta antipolitica, o meglio la questione morale, la critica della casta, se non viene fatta propria dalla sinistra verrà assunta dalla destra: le destre radicali europee, in continua crescita, praticano l’”antipolitica” e vincono.
piero meaglia

Anonimo ha detto...

(seguito)
Naturalmente, ognuno – non solo la sinistra radicale – deve assumersi le proprie responsabilità e farsi l’esame di coscienza, chiedendosi se e in che misura abbia contribuito alla sconfitta. E qui mi riferisco al Partito democratico: se ho capito bene, Bersani ha incolpato Grillo della sconfitta della Bresso. Avrebbe dovuto aggiungere gli astensionisti “di sinistra”. Grillini e astensionisti hanno certamente fatto perdere la Bresso. Ma quanto ci ha messo di suo il PD nel suscitare avversione nei confronti della Bresso, dei suoi assessori, e della giunta regionale nel suo complesso? Anche qui mi sento la coscienza a posto. Nonostante tutto, non ho mai avuto dubbi che era meglio vincesse Pentenero che D’Ambrosio o Tentoni. E sono convinto che a Chivasso, in vista delle elezioni comunali dell’anno prossimo, i partiti del centrosinistra debbano fare il massimo sforzo per marciare uniti mettendo in secondo piano le differenze (e per questo mi sono preso i rimproveri, come uno veramente carino: “A Chivasso il PD tiene per le palle Pro Natura”). Detto questo, quanto ha contribuito a creare repulsione verso il PD e i suoi alleati di giunta (Rifondazione compresa) l’incredibile e arrogante comportamento dell’assessore Borioli, che accanitamente e con la consueta arroganza ha difeso fino a pochi giorni fa il peduncolo sulla Torino – Ivrea? Prendendo a schiaffoni anche Fatibene quando, da segretario DS, ha osato dissentire? Quanto ha contribuito il PD a suscitare avversione verso se stesso lasciando razzolare in Val di Susa il provocatore onorevole Esposito, il cui furore SiTAV è solo servito a irritare ulteriormente i NOTAV? Possiamo forse dire che Esposito si è comportato in modo responsabile? Oppure anche il PD deve riconoscere che Esposito ha fatto il possibile per far perdere il centrosinistra in Val Susa? E ancora. Quanto ha contribuito a suscitare avversione verso la giunta Bresso l’atteggiamento dell’assessore Peveraro riguardo alla questione delle cave nel Vercellese e nel Biellese? Il consigliere Bossuto (forse non solo lui) ha perorato nel centrosinistra al governo della Regione le buone ragioni dei comitati anticave. Peveraro l’ha lasciato andare avanti fino ad un certo punto, poi gli ha scritto una lettera il cui succo è: adesso la pianti. Una lettera che ora andrebbe letta con atttenzione: arrogante, boriosa, saputella, ecc. Se il PD voleva perdere voti sicuramente progressisti, Peveraro ci è riuscito benissimo con quella lettera, che è circolata ampiamente nel movimento anticave. Aggiungete l’ingegnere Padella, consulente per le cave dell’onorevole Bobba, allora segretario provinciale del PD vercellese, che se ne andava alle assemblee pubbliche a dare pubblicamente degli ignoranti e anche peggio ai Nocave. E aggiungo un fatto che qualcuno si ostinerà a considerare una questione “personale”. A Chivasso un ammiratore di nazisti è venuto a parlare agli studenti del futurismo. La mirabile lezione rientrava nel festival di letteratura, e quindi era finanziata anche con i soldi della Regione. Il fatto è finito sui giornali, l’ANPI lo ha denunciato pubblicamente, e inoltre è stato segnalato in tutti i modi possibili a Oliva (ance da me). Credete che Oliva abbia sentito il bisogno di scusarsi pubblicamente con i chivassesi? Bastavano tre righe mandate ai giornali locali. Figuriamoci. Chi siamo noi microscopici chivassesi per il grande Oliva? Non siamo nulla. Questo è il grande Oliva, finanziatore della megalomane politica culturale di Germani. Il grande Oliva che, quando è scoppiato lo scandalo Grinzane, avrebbe dovuto dimettersi e sparire almeno per un po’, invece di candidarsi in Regione. Magari Bersani, prima di parlare male di Grillo, dovrebbe chiedersi quanti voti ha regalato a Grillo il comportamento dei suoi compagni di partito in Piemonte.
Piero Meaglia

SakiJune ha detto...

Dire "Vaffanculo Grillo" significa dire vaffanculo a una fetta del movimento NO TAV e a chi cerca la coerenza a tutti i costi. Possiamo chiamare alcune persone "poco lungimiranti", "politicamente poco pratici" ma liquidarle con un "vaffanculo" non ci fa magicamente tornare indietro nel tempo e riguadagnare quei voti. Per lo meno, chi ha votato Grillo HA VOTATO. Ha esercitato il suo diritto e si è sentito rappresentato da qualcuno... non da questa sinistra, però.
È vero, d'altronde, che molti elettori non hanno ancora capito che cosa stavamo rischiando (e che è accaduto). Non hanno ancora chiara la potenzialità del voto disgiunto e non l'hanno sfruttata.
Chi ha votato la lista '5 stelle' non ha capito l'importanza di non consegnare il Piemonte a questi esseri verdastri. E chi non è andato a votare? Ci ficco dentro anche i miei parenti stretti, con MOLTA vergogna per non essere riuscita a convincerli. Gli astensionisti non sono giustificabili in nessun modo.
L'ho già detto a qualcuno, domenica scorsa, sia ai compagni di Rifondazione sia a quelli di SEL: siamo in una situazione simile alla Germania degli anni '30 e ci stiamo ancora a baloccare con questioni di principio e a farci i dispettucci mentre l'onda verde (e nera) avanza.
Francesca P.

Simone ha detto...

Grazie a Piero chhe come sempre ha coerenza e coraggio di dire le cose.
Simone

Rosso Pos. ha detto...

ADESSO PENTENERO SINDACO !!!!
o meglio Fatibene?
o meglio Centin?
o meglio Ciuffreda?
Qual è che infastidisce meno i moderati?
Largo al PD, che sta facendo grandi cose, largo agli accordi strategico-elettorali.
Via i Grillini, non ascoltiamo gli astensionisti, sono tutti qualunquisti, nichilisti.

saturninox ha detto...

Singolare questa cosa del dare la colpa a Grillo.
Partiamo dai dati
Quest'anno il PD ha preso il 23,21 dei voti. Nel 2005 aveva (PD+Margherita)il 30,43.
L'UDC quest'anno ha preso il 3,92, nel 2005 il 4,59, la sinistra quest'anno ha preso (FS.SEL)il 4,07, nel 2005 aveva il 9. Allora che c'entra Grillo?