Tre piazze, due mondi, due leader...


Sabato 20 marzo vi sono state in Italia tre manifestazioni nazionali: quella a Roma del Partito della libertà; quella, anch’essa a Roma, contro la privatizzazione dell’acqua promossa dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua; e quella a Milano organizzata da Libera contro le mafie, per la precisione la XV edizione della «Giornata della Memoria e dell'Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie». Se, dai documenti, dai discorsi e dalle immagini, mettiamo a confronto le manifestazioni, viene spontaneo ricordare la distinzione bobbiana tra un’«Italia barbara» e un’«Italia civile». Da una parte Berlusconi e dall’Alex Zanotelli. Da una parte Denis Verdini e dall’altra Luigi Ciotti. La contrapposizione tra l’Italia barbara e l’Italia civile Bobbio la formulò in anni lontani, nel 1964, nell’introduzione al volume di ritratti intitolato appunto Italia civile. Un’introduzione pessimistica riguardo al futuro della democrazia italiana, ritenuta troppo fragile. Un pessimismo attenuato nella ristampa del 1986. Ma che ricomparve negli scritti antiberlusconiani dei suoi ultimi anni, che furono quelli dell’avvento e dei successi politici dell’Unto del Signore.  Berlusconi non vi appare soltanto come un pericolo per la democrazia, anche come il Grande Corruttore dello spirito pubblico. Ne cito un passo: «Quando si affacciava al balcone strappava l’applauso, dialogava con la folla. Teneva discorsi brevi, molto incisivi; e poi faceva domande alla folla, domande alle quali la folla doveva rispondere o sì è no, secondo quello che era già previsto. Mussolini sapeva quello che la folla avrebbe risposto» (Contro i nuovi dispotismi. Scritti sul berlusconismo, Bari, Edizioni Dedalo,  2008,
So bene che contrapponendo Italia barbara e Italia civile mi avventuro su un terreno difficile, controverso, insidioso. Sarà proprio vero che ormai tra la l’Italia berlusconiana e quella antiberlusconiana c’è una differenza antropologica? Non sarà questo un giudizio da «azionisti», «moralisti» (almeno da Gobetti a Galante Garrone), e altre simili parolacce? Lo ammetto, non ne sono sicuro. E altri che leggeranno questo commento sicuramente non lo sono. Allora li invito a confrontare il discorso di Berlusconi con quello di Ciotti, o almeno con l’intervento di quest’ultimo alla trasmissione televisiva Che tempo che fa, un intervento che a me è sembrato straordinario nella sua concretezza e semplicità (quelli di Ciotti li trovate in molti link, tra cui  http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3015).  

La contrapposizione tra quelle piazze mi è infatti apparsa, per un istante, anche una contrapposizione tra due «leader», Berlusconi e Ciotti. Ho ascoltato in TV i loro discorsi, così sideralmente lontani da sembrare provenienti da due mondi o tempi molto lontani e diversi tra loro. Da due diverse «civiltà», da due pianeti diversi, come in un film di fantascienza. E’ così che mi è tornata in mente la distinzione tra Italia barbara e Italia civile. Esagero? Può darsi. Ma provate anche voi a confrontare quei discorsi e interventi. Non vi scrivo il link del discorso di Berlusconi perché probabilmente ne avete sentito tutti qualche brano, almeno finché il vostro stomaco ha retto.
Giovanni Locchi.
P.S.  Sono consapevole di avere citato due religiosi su un blog frequentato da atei, clericali e mangiapreti. E che ci devo fare? Non è mica colpa mia se ieri su «Liberazione»  l’editoriale (appello a votare e a non astenersi) era affidato a Don Gallo, e se negli Stati Uniti le Suore Orsoline si sono dichiarate pubblicamente a favore della riforma sanitaria di Obama, contro il giudizio contrario dell’episcopato.

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