Un appello alla CGIL...

Uno sciopero il primo marzo per sostenere la lotta contro il razzismo, per promuovere il protagonismo dei lavoratori immigrati, perché la lotta dei lavoratori italiani e dei lavoratori immigrati è la stessa  lotta contro lo sfruttamento. 
 
 Siamo uomini e donne, lavoratori, operai, precari, studenti, 
pensionati, casalinghe, disoccupati; 
siamo italiani o immigrati dall'Africa, dall'Asia, dall'Europa 
dell'Est e dalle Americhe; 

 siamo sui tetti delle aziende, picchettiamo i cancelli, presidiamo le 
fabbriche, animiamo i circoli sul territorio, le associazioni 
politiche e culturali, i centri di aggregazione; 
 siamo cristiani, cattolici, musulmani, buddisti, atei, agnostici, ma 
non facciamo della religione un fattore discriminatorio. 
 
Abbiamo ancora negli occhi le immagini della baraccopoli di Rosarno,
le immagini della rivolta disperata e coraggiosa di centinaia di  stranieri che 
non hanno sopportato di continuare ad essere carne da macello e le immagini 
della deportazione che ne è seguita. 

 Crediamo che le politiche razziste del governo Berlusconi, il 
pacchetto sicurezza di Maroni, le deportazioni nei Cie, i 
"respingimenti" nel Mediterraneo sono strumenti per mettere lavoratori  contro altri lavoratori, 
famiglie contro altre famiglie, sono strumenti per fomentare la guerra 
fra poveri e creare un clima in cui i lavoratori italiani si sentano 
in concorrenza con quelli stranieri, un clima in cui sono "normali" la 
caccia all'immigrato, lo sfruttamento, il lavoro nero, le baraccopoli, 
i ricatti, l'isolamento. 
 Tollerare che una parte importante e crescente di compagni di lavoro o 
di scuola o di caseggiato sia discriminata per il colore della pelle, 
per la religione, per la cultura (come anche per l'orientamento  sessuale), tollerare che sia esente dalle garanzie e dai diritti 
sanciti dalla Costituzione, che sia oggetto di campagne persecutorie,  tutto ciò significa 
permettere che i diritti sanciti dalla Costituzione vengano man mano 
eliminati, per tutti. Significa, di fatto, lasciare mano libera a chi  li sta  eliminando. 
 
Crediamo, per questi motivi, che lo sciopero degli stranieri del primo marzo 
sia un'importante momento di lotta, un segnale forte e chiaro che contrasta 
la propaganda, la cultura e le leggi razziste e di guerra promosse 
dalla destra reazionaria. 

 Crediamo che il primo marzo, se sciopero deve essere, come è giusto  che sia,
i lavoratori immigrati debbano poter esercitare pienamente questo 
diritto, conquistato con le gloriose lotte di centinaia di migliaia di 
lavoratori e lavoratrici italiani, quando "gli stranieri erano loro"
(qualcuno ricorda come erano "accolti" gli emigranti dal sud Italia 
nelle città industriali del nord? O in Svizzera, Germania, USA...). 
 
Crediamo sia dovere del più grande sindacato di questo paese, la CGIL, 
permettere che la giornata di lotta del primo marzo sia partecipata  dal più

alto numero di lavoratori, immigrati e italiani. Si tratta anche, e 
non è secondario, di consentire che migliaia di lavoratori immigrati 
trovino il sostegno e la protezione necessari per valorizzare il coraggio di scioperare 
anche contro i ricatti, le minacce e le ritorsioni. 

Per questi motivi chiediamo

 1. che la CGIL indica uno sciopero il primo marzo che consenta ai
lavoratori di partecipare alla mobilitazione e valorizzi l'iniziativa
di alcuni sindacati di base che hanno già indetto uno sciopero generale; 
2. che i candidati nelle liste e nei partiti  di sinistra, comunisti,
democratici, popolari, antirazzisti e antifascisti usino gli strumenti
che hanno a disposizione per la campagna elettorale per le regionali
per sostenere la mobilitazione del primo marzo e l'appello alla CGIL.

Per adesioni:
appelloallacgil.primomarzo@gmail.com


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