Unire le lotte...


CONTRO LA CRISI UNIRE LE LOTTE

...CACCIARE BERLUSCONI E LE SUE POLITICHE.

In questi mesi si sono moltiplicate le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori per difendere il posto di lavoro, per impedire che i padroni scarichino il peso della crisi economica sulla pelle della classe operaia.

Dalla Sicilia alla Sardegna, dal Lazio al Piemonte azioni forti, lavoratori sui tetti, occupazioni, per tentare di sfondare il muro del silenzio.

Il problema è che fino ad oggi non si è trovata nessuna strada di unità, di convergenza, di coordinamento, di una piattaforma comune con cui provare a costruire un rapporto di forza più favorevole.

Nel frattempo i dati Istat (anche se basta guardare in giro, parlare con le persone, visitare i siti industriali, per capirlo) dicono che la disoccupazione ha superato i due milioni di persone e che continua ad aumentare implacabilmente mese dopo mese. Per affrontare questa crisi non serve certo piegarsi ai ricatti dei padroni, serve un’ alternativa di lotta, servono degli obbiettivi che rispondano alle necessità della classe lavoratrice.

...LE NOSTRE VITE VALGONO PIU’ DEI LORO PROFITTI!

La realtà nel nostro territorio è drammatica: alla NEW HOLLAND 700 lavoratori in cassa integrazione straordinaria. All’ IVECO 2600 lavoratori in cig ordinaria, 1500 dei quali giunti ormai alla 42esima settimana. All’ ANTIBIOTICOS 95 operai su 280 sono in cigo: è necessario che la proprietà investa in ricerca e sviluppo, portando in stabilimento le produzioni (molecole) più volte richieste da rsu e sindacati. PIRELLI e MICHELIN scelgono la delocalizzazione e la speculazione fondiaria con la complicità delle Amministrazioni locali.

Sono numerose le realtà produttive già chiuse come la PANEM , la REVELLI, la TIREMOLD e CDM ROVELLA. Ai 4000 precari già espulsi dal ciclo produttivo ( Mac, Dayco, Cnh) si devono aggiungere gli operatori delle mense e dei servizi. A farne le spese sono soprattutto i soggetti più deboli, donne, immigrati e giovani. E' necessario assumere il controllo delle aziende in fase di chiusura e fallimento, sospendere i licenziamenti, approvare la legge contro le delocalizzazioni; i lavoratori che sono ormai da mesi in cassa integrazione siano esentati dal pagamento della Tarsu o Tia (o che venga restituita se già pagata) e dell’ IRPEF.

Sul versante casa la situazione è critica e richiede interventi urgenti come l'edificazione di case popolari in numero sufficiente a sanare la questione abitativa a Settimo. Chiediamo che l’ABI sospenda il pagamento dei mutui ai lavoratori in difficoltà. Il Sindaco si impegni a tornare sui suoi passi e individui una nuova area per le case popolari aderendo al piano casa della regione Piemonte, anziché inseguire l'ennesima speculazione edilizia (vedi area Odifreddi).

Non vogliamo per il nostro territorio ne’la tangenziale est, ne’la tav, ma politiche attive di sostegno al reddito; più posti negli asilo nido comunali e nella scuola dell’infanzia; cantieri per la messa in sicurezza del territorio e per la riconversione ecologica degli stabili comunali e scolastici.

Invitiamo tutti i cittadini e i movimenti a partecipare alla manifestazione di

Sabato 19 dicembre alle 9.30 Settimo in piazza della Libertà

Aderiscono: il COORDINAMENTO CONTRO la CRISI: operai/e CNH, IVECO, ANTIBIOTICOS, CFGOMMA, delegati/e cgil, fiom, sdl, rdb, comitati no-tangest e no-inc. e i circoli di Sinistra Critica e del Partito della Rifondazione Comunista di Settimo, San Mauro, Gassino, Chieri, Brandizzo, Chivasso.

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