Piccola rassegna stampa...


"Matola blocca lo spettacolo “A Ferro e fuoco”. Ed è polemica".

CHIVASSO - Bruno Matola “stoppa” lo spettacolo “A Ferro e fuoco-Spettacolo in La min.”, promosso dall’associazione culturale “Teatro a canone”, previsto in anteprima nazionale giovedì 10 al Teatrino Civico.
Il Sindaco ha infatti inviato una lettera all’associazione culturale, con la quale viene comunicata la: “revoca amministrativa della concessione in uso dei locali”.
«Riteniamo che l’azione del Sindaco sia un grave atto di arroganza amministrativa-politica altamente lesiva dell’immagine professionale dei sottoscritti», scrivono in un comunicato Simone Capula, autore e regista dello spettacolo, e gli attori Lorenza Ludovico e Luca Vonella, sottolineando il fatto che nessuno ha ancora letto il testo o visto rappresentato lo spettacolo, compreso il Primo Cittadino.

A Ferro e Fuoco–Spettacolo in La min., realizzato in collaborazione con Fiat Lux e con il Centro di Documentazione “Paolo Otelli”, è basato sulle poesie di Alda Merini, sul libro di Stefania Podda intitolato Nome di Battaglia Mara–Vita e morte di Margherita Cagol il primo capo delle Br e sulla canzone di Fabrizio De Andrè Laudate hominem.
Nella messa in scena, viene raccontata la vicenda umana e politica di Margherita Cagol, moglie di Renato Curcio e fondatrice, insieme al marito e Alberto Franceschini, delle Brigate Rosse.
«Quando l’associazione Fiat Lux invitò in città Renato Curcio per la presentazione del suo libro – ha spiegato il sindaco Matola -, ho detto che avrei cercato di non disturbare più il senso comune della gente concedendo strutture pubbliche e spazi istituzionali per iniziative nelle quali venissero trattati certi temi».
Nella lettera inviata ai rappresentanti dell’associazione culturale, e firmata dal Sindaco, si specifica che, in seguito all’esame del programma della rappresentazione, si ritiene che lo spettacolo contenga espressioni che possono essere ritenute offensive della dignità e della morale pubblica e potenzialmente lesive dei sentimenti e degli interessi pubblici e collettivi, «Che questa Amministrazione è tenuta a tutelare». Non viene dunque ritenuta opportuna, la rappresentazione presso locali appartenenti al patrimonio pubblico comunale.
Dura la posizione espressa sull’accaduto dei rappresentanti del Centro di Documentazione “Paolo Otelli”: «Stiamo sprofondando in un regime, o qualcosa del genere, anche a Chivasso – viene riportato da un comunicato -. E' successo che il Sindaco ha inviato una comunicazione alla compagnia teatrale "Teatro a canone", in cui si revoca l'utilizzo del Teatrino Civico per la prima teatrale dello spettacolo "A ferro e fuoco-Spettacolo in LA-min", evento a cui ha collaborato anche il centro Otelli. Matola non ha ancora visto lo spettacolo, ma si arroga il diritto di censurarlo preventivamente. Per quale motivo? Ci piacerebbe saperlo e pubblicamente glielo chiediamo, sperando che si sia trattato di un errore. Nel frattempo comunque si vergogni!».
Di Annarita Scalvenzo.
Segnalazione da: www.localport.it
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NON SI PUò METTERE IN SCENA LA VITA DI mara cagol - a Chivasso stop del sindaco pdl allo spettacolo


Chi ha paura di Mara Cagol? La sua vita non può essere rappresentata nel teatro civico di Chivasso. Il sindaco Bruno Matola (Pdl) ha rifiutato di affittare la sala: "Non è censura, ma salvaguardia della sensibilità dei cittadini da spettacoli che possono turbare".
La preoccupazione del governo di centrodestra deriva dagli incidenti che avvennero a Chivasso il 10 luglio dell'anno scorso in occasione della presentazione di un libro sul lavoro di Renato Curcio, il fondatore delle Br e marito della Cagol. Ci furono contestazioni da giovani di destra, da parte di familiari delle vittime del terrorismo, ci furono anche tafferugli con ragazzi della sinistra.
"Ma non c'entriamo con la manifestazione di Curcio", dice Simone Capula, regista di Fiat Lux, che con "Teatro a canone" e il centro "Paolo Otelli", vicino a Rifondazione, ha organizzato la pièce sulla Cagol. La coincidenza, però, è notevole: nel 2008 il capo delle Br in persona e ora la rappresentazione teatrale sulla moglie. La donna morì nello scontro a fuoco con i carabinieri il 5 giugno 1975 sulle colline di Acqui Terme.
"Noi ricostruiamo la vita di Mara e ci fermiamo al 1975. Si ha paura di che cosa? - insistono regista e attori -: siamo dei professionisti del teatro. Così veniamo ostracizzati e criminalizzati. Il sindaco ci giudica senza conoscere il testo. Oltre al danno di immagine c'è anche quello economico - aggiungono -. Ci lavoriamo da un anno sulla base della biografia di Stefania Podda, di poesie di Alda Merini e di canzoni di De Andrè.
L. Bor. per La Stampa 08.09.09.
Segnalazione da: www.dagospia.com

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma per favore, cerchiamo di essere seri: mi riferisco all’articolo di Dagospia.
1) Il 10 luglio dell’anno scorso, quando a Chivasso venne Curcio, non ci furono tafferugli: ci fu una rumorosa contestazione di Azione Giovani, che ruppe i timpani ai residenti fino a tarda ora. Per conoscere le ragioni di quel fracasso, rivolgersi ai locali dirigenti di quella organizzazione, che mi risulta avere qualche cosa a che fare con Alleanza Nazionale, a cui aderisce il vicesindaco di Chivasso. Se i “ragazzi” di Azione Giovani quella sera se ne fossero stati a casa con la mamma e il papà, la quiete della sera chivassese non avrebbe subito alcun turbamento. Quella sera si stava solo presentando un libro sui lavoratori immigrati in un locale delle Acli: non stava arrivando l’Armata Rossa.
2) Nell’articolo è scritto: «la coincidenza, però, è notevole: nel 2008 il capo delle Br in persona e ora la rappresentazione teatrale sulla moglie». Dove sarebbe la coincidenza? Curcio e Mara Cagol erano marito e moglie, certo, ma fino al 1975, quando Cagol è morta. Sono passati 34 anni: dove sarebbe la coincidenza?
3) Mi risulta che le responsabilità penale sia personale, non «famigliare». I reati commessi da Curcio sono di Curcio e quelli commessi da Mara Cagol sono di Cagol, non della «famiglia Curcio-Cagol». Dove sarebbe la “notevole” coincidenza?

Anonimo ha detto...

(segue)
4) Le due iniziative chivassesi, quella del 2008 e quella attuale del 2009, sono completamente diverse. L’anno scorso venne presentato un libro non sulle Brigate Rosse di 30-35 anni fa, ma sui lavoratori immigrati di oggi: Renato Curcio, I Dannati del Lavoro. Vita e lavoro dei migranti tra sospensione del diritto e razzismo culturale. Quest’anno, giovedì 10 settembre, è programmata una recita su Mara Cagol, e in questo caso si tratta effettivamente di Brigate Rosse di 30-35 anni fa. Dove starebbe la coincidenza tra le due iniziative?
5) Chivasso, che fa parte della cintura torinese, ha 26.000 abitanti: ma sulla città gravita un bacino di 90.000 abitanti se consideriamo un raggio di 10 km, e 190.000 se consideriamo un raggio di 15 km. Un bacino composto da molti comuni più piccoli per i quali Chivasso è centro scolastico, commerciale, sanitario, viario, ferroviario, giudiziario, sportivo, ecc. E anche culturale: iniziative che partono da un punto o dall’altro del bacino trovano il loro luogo naturale di realizzazione a Chivasso. L’anno scorso la presentazione del libro sugli immigrati fu organizzata da un gruppo di giovani lavoratori provenienti da vari Comuni del bacino (Chivasso, Mazzé, Castagneto, Monteu, ecc.). Quest’anno la rappresentazione teatrale su Mara Cagol viene proposta da un gruppo teatrale che ha sede a Chivasso solo da un anno. Prima stava altrove, nemmeno in Piemonte. Il gruppo è composte di tre persone, delle quali una sola è della zona (Torrazza Piemonte), mentre le altre due provengono rispettivamente da Roma e da L’Aquila. Dove starebbe la coincidenza? Se le due iniziative fossero avvenute a Torino, in due diversi quartieri, a un anno di distanza, il giornalista avrebbe parlato lo stesso di “notevole coincidenza”?
6) Queste «confusioni» lasciamole fare a chi ha interesse a fare confusioni da sfruttare politicamente. Anche perché non toccano il punto veramente importante di tutta la questione, che non è l’argomento della rappresentazione teatrale, ma il fatto che ostacolarne la realizzazione significa ostacolare – in misura più o meno grande – l’esercizio del diritto costituzionalmente garantito a manifestare liberamente il proprio pensiero «con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» (art. 21). Revocando l’uso del Teatrino civico, e revocandolo pochi giorni prima della recita, quando è ormai impossibile trovare in tempo un altro posto, il sindaco: a) ha ostacolato l’esercizio di questo diritto; b) lo ha ostacolato adducendo motivazioni che non hanno fondamento giuridico (del resto la sua curiosa lettera non cita nessuna norma, nemmeno il regolamento del Teatrino). Questo è il punto su cui avrei sperato che il giornalista citato da Dagospia si soffermasse. Ma, se vuole, è sempre a tempo per rimediare.
piero meaglia

Anonimo ha detto...

Abbasso i cornuti!

Anonimo ha detto...

il mondo è pieno di cornuti, anche tra i politici a destra e a sinistra, ma più a destra.
Brigata "gossip" colore sbiadito

Anonimo ha detto...

Se è cornuto saranno fatti suoi, o no?

Ginetta ha detto...

CHI? Di chi si parla?
Ginetta