Disagi scolastici a Montanaro... riceviamo & pubblichiamo...


Agli Organi d’informazione
Al Sindaco del Comune di Montanaro
All’Assessore all’Istruzione Comune di Montanaro
All’ Assessore all’Istruzione Provincia di Torino
Al Ministero dell’Istruzione Dell’Universita’ e della Ricerca
All’ Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte


Chi le scrive è una delle famiglie di classe B che risiede nel comune di Montanaro. La nostra storia ha inizio quando nel 2007 nostro figlio comincia la scuola dell’obbligo. Bisogna prendere una decisione : iscriverlo nella scuola del suo paese oppure in quella vicino al luogo di lavoro ? Entrambi lavoriamo lontani da casa, e il più vicino è a 35 km. Iscriverlo alla scuola vicino al luogo di lavoro era sicuramente molto più comodo per gli orari ed economicamente più conveniente (niente pre e post scuola da pagare), ma significava anche privarlo del suo paese. Significava far diventare Montanaro un dormitorio. Significava privarlo del senso di appartenenza alla sua città. Significava, a parer nostro, creare un cittadino non di Montanaro. Saranno valori un po’ desueti,ma a cui entrambi crediamo ancora e così, dopo una ponderazione, si è deciso per la scelta praticamente ed economicamente più svantaggiosa, ma eticamente più corretta: per nostro figlio e per noi. Ovviamente ci siamo premurati di conoscere la offerte della scuola, offerte che soddisfacevano pienamente le nostre esigenze. La scuola aveva due sezioni che, secondo le richieste dei genitori, funzionano a 40 ore settimanali. (citazione testuale di quanto ancora pubblicizzato sul vostro sito internet www.icmontanaro.com alla data del 17 settembre 2009). Al momento dell’iscrizione ci fu chiesto di esprimere la scelta per il tempo pieno e chiedemmo chiarimenti sui criteri che la scuola avrebbe utilizzato per inserire gli alunni, e la risposta , coerente, fu quella che rispondevano in funzione ai disagi, privilegiando le famiglie, come la nostra, dove entrambi i genitori lavoravano distanti. Sezione A e Sezione B. Nostro figlio fu iscritto alla sezione B. Ci assicurarono che le quaranta ore erano garantite. E così fu. Il primo anno tutto bene. All’inizio del secondo anno però già si ventilava una diminuzione delle ore di lezione nel caso in ciu il personale docente non fosse stato in grado di strutturare un orario coerente. Ci spiegarono che in realtà il nostro non era proprio un tempo pieno, ma a moduli e quindi tutto cio’ che superava le 23 ore non era garantito. Ingenuamente pensammo che questo riguardasse tutta la scuola e poichè era coerente i con i dettami della nuova riforma non era possibile obbiettare. Ma fortunatamente tutto fu superato e anche per il secondo anno potemmo usufruire delle agognate 40 ore. Siamo a settembre di quest’anno. Convocati urgentemente tutti i genitori della sezione B il venerdì antecedente l’inizio delle lezioni ci comunicano che le ore di insegnamento sarebbero state ridotte a 36 ore, ma solo per la sezione B. La sezione A era storicamente era a tempo pieno e quindi privilegiata la rispetto la nostra. Solo in quel momento apprendiamo di essere, da almeno due anni, famiglie di serie B. Se al momento dell’iscrizione, in prima elementare, nostro figlio fosse stato assegnato alla sezione A, ora godremmo di privilegi. Insomma una questione di fortuna. Come il gratta e vinci. In sintesi l’istruzione al giorno d’oggi è diventata come la lotteria, vinci o perdi.

Ma non viene naturale chiedersi in base a quale principio un alunno ha diritto a 4 ore in meno d’insegnamento rispetto a quello della classe a fianco ? Il diritto allo studio non è un diritto uguale per tutti ? Le tasse che mio figlio paga non sono le stesse che paga l’alunno della classe a fianco ? In base a quale presupposto sono diversi ? Chi ha deciso che devono essere diversi ? Chi ha deciso di privilegiare uno rispetto all’altro ? Ma perchè, visto che le domande al tempo pieno erano e sono tante e le risorse ovviamente non ci sono, non si è deciso di erogare un servizio a moduli per tutti e garantire un numero di ore uguali, per non creare discriminazioni ? Discriminazioni di tipo etico, ma non solo, anche di tipo economico. Forse pero’ dovremmo ancora ritenerci fortunati perchè in quelle quattro ore di istruzione settimanali perse è stato istituito un servizio in cui personale della Cooperativa Sociale Andirivieni (cooperativa che attualmente gestisce il servizio di pre e post scuola) impegnerà i bambini. Questo servizio, alle famiglie di serie B che hanno aderito, costerà 80 euro l’anno, grazie anche all’intervento di tipo economico del comune di Montanaro senza il quale l’onere sarebbe stato molto più elevato poichè le famiglie di serie B che ne usufruiscono sono state solo 15. Noi questo onere lo chiamiamo tassazione invisibile. Invisibile e per pochi. E questo è il risultato, il risultato di quando si fa pesare gli oneri di una riforma sulla scuola solo su alcuni e non su tutti. Noi pensiamo che chi lavora nel pubblico (e io ci lavoro) debba adoperarsi per fare rispettare, nell’esercizio delle proprie funzioni, quelli che sono i principi legali di uguaglianza a dispetto di leggi lacunose e chi presiede questi meccanismi ne ha la responsabilità di fronte ai cittadini e deve motivare le scelte. Se queste non rispettano tali principi le conseguenze diventano pesanti, ma solo per alcuni.

Mi perdoni Signor .Dirigente Scolastico, io ho avuto con lei un colloquio che è durato più di un’ora durante il quale ho trovato di fronte una persona disponibile e comprensiva, ma le risposte che mi ha dato non mi hanno soddisfatto nè come genitore, nè come cittadino. Sono state risposte inerenti all’iter burocratico del come riuscire a coprire due classi a tempo pieno con gli insegnanti disponibili, ma a noi interessano altre risposte, quelle etiche, quelle sul perchè si possano creare all’interno dello stesso paese, della stessa scuola, cittadini di serie A e di serie B, del come si possa ledere un diritto, quello all’istruzione.

Sabrina Revetria
Dario Mantovani, Montanaro (To).







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